Il Messaggero – Pjanic, magia da tre punti

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La Roma non si arrende mai e riprende la Juve al fotofinish. L’arcobaleno, nella notte del Tardini, lo disegna Pjanic. Perché, dove non arriva il gioco, si presenta l’artista a dare un senso al lavoro del gruppo giallorosso, più forte degli imprevisti delle ultime settimane. Il 2 a 1 contro il Parma è il quinto successo stagionale consecutivo. Per restare a punteggio pieno in testa alla classifica e cominciare nel modo migliore il ciclo terribile, 4 gare in 12 giorni, con le due trasferte della prossima settimana, martedì a Manchester contro il City e domenica a Torino contro i bianconeri campioni d’Italia, da sfruttare sia in chiave Champions che per la lotta scudetto.

TURNOVER VINCENTE –  Garcia ci sta prendendo gusto. Ormai si diverte con la rotazione. Ancora 5 cambi. Come a Empoli e contro il Cagliari, addirittura 6 contro il Cska. Sempre mezza squadra diversa. Per gli infortuni a catena e per gli impegni ravvicinati. La difesa non è stata mai la stessa nelle prime cinque gare. Inedita anche a Parma, con il debutto di Holebas a sinistra, 20° giocatore utilizzato: la linea a quattro, con Torosidis e Manolas è per tre-quarti greca. Keita fa il regista al posto di De Rossi. Davanti c’è Ljajic con Totti e Gervinho. Il serbo sarà fondamentale quanto il suo amico Pjanic. Per entrambi i primi gol stagionali. Colpi di classe di un gruppo internazionale: 10 dei 12 gol fin qui sono stati firmati da stranieri. Gli interventi di Garcia, nella circostanza, incidono soprattutto in corsa: Maicon, Florenzi e Destro, dentro nella ripresa, portano in campo la rabbia e la voglia che indirizzano il match.

 

 
COME UN ANNO FA –  La Roma al Tardini, come il 16 settembre 2013, subisce ancora la prima rete in campionato. Da Biabiany a De Ceglie. Di testa il primo, con la nuca l’ex juventino che approfitta della dormita di Torosidis. Il risultato, anche se con un punteggio diverso, è lo stesso. A differenza della gara cotro il Cagliari, i giallorosssi non riescono a gestire il vantaggio. Gervinho, almeno tre volte, non piazza il colpo del kappaò e mette in difficoltà i compagni che per la prima volta vengono raggiunti dall’avversario. Manolas, Keita, Pjanic e Nainggolan, lo stesso Totti fino a quando è in campo, spingono la Roma a riprendersi il successo.

 
DONADONI COME INZAGHI –  Il Parma, copiando l’atteggiamento del Milan nella gara di San Siro contro la Juve, ha scelto inizialmente l’attesa, con il 4-5-1 prudente e abbastanza rinunciatario. Il 4-3-3, con il falso nueve che al Tardini è Cassano, si è visto solo in fase di possesso palla. Non è servito. La rete del pari è arrivata su corner. La Roma ha dovuto per forza fare la partita, stando attenta a non subire le ripartenze di Palladino e De Ceglie e qualche inserimento di Acquah. Pjanic si alzato per andare a prendere Lodi, il regista avversario, con Ljajic che comunque lo copre a centrocampo, alternandosi con Totti. Il pressing chiesto da Garcia è ancora una volta efficace. Due o tre volte i giallorossi, usando il contropiede corto, creano occasioni da rete. Totti, come spesso gli accade contro il Parma, è ispirato. Lui e Ljiac lanciano a occhi chiusi Gervinho che fa cilecca davanti a Mirante.

 
NUOVA REGOLA –  Tra le due chance sprecate dall’ivoriano, non sbaglia, invece, Ljajic che ringrazia Totti e si inginocchia in preghiera. La Roma di questa stagione ha fretta e per la quinta gara su cinque sblocca il risultato nel primo tempo. Per la prima volta, però, fa centro su calcio piazzato. Per rimanere al comando con la Juve.

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