Niccolò Pisilli ha ripercorso la sua storia in una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio, parlando dell’infanzia, dei primi sogni con il pallone e dell’importanza della famiglia. Un viaggio che lo ha portato fino alla Roma, dove ha già assaggiato il calcio dei grandi.
Com’è stato trovarsi davanti a José Mourinho? Pisilli non ha dubbi:
“Era un allenatore molto attento ai giovani, veniva spesso a vedere la Primavera. Sapevi di essere osservato. Spesso venivamo chiamati per gli allenamenti in prima squadra, era una sorta di sfida con me stesso. Ricordo la domanda prima del mio esordio: ‘Te la fai sotto se domani ti metto?’.”
Che effetto ha avuto l’arrivo di Daniele De Rossi? Il centrocampista giallorosso racconta:
“Quando è stato mandato via è stato un bello shock. Sarò sempre grato a lui perché mi ha fatto fare la prima partita da titolare. È stato l’allenatore che mi ha permesso di smettere di essere il ragazzo che veniva dalla Primavera e diventare un aggregato a tutti gli effetti. Mi diceva sempre ‘Secondo me tu puoi stare qui, sei un giocatore molto forte‘, e questa iniezione di fiducia costante è stata molto importante.”
E oggi, cosa significa lavorare con Gian Piero Gasperini? Pisilli risponde con grande rispetto:
“Non ha bisogno di presentazioni, ha cambiato la storia di una società e ora con noi sta facendo qualcosa di molto importante. Ha voluto trasmettere subito una mentalità vincente e noi siamo tutti allineati con lui. Il poco spazio? Penso solo ad allenarmi bene, so che se seguo il mister posso crescere tanto. Lui ci dice sempre di non preoccuparci, che non taglia fuori nessuno. È maniacale sia sulla fase difensiva che sulla fase offensiva.”
