Petrucci: “L’errore di Pallotta è l’assenza. La Roma è una realtà internazionale. L’ambiente incide sulle vittorie”

Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Il presidente della Federbasket, Gianni Petrucci, si è raccontato in una lunga intervista al quotidiano dove ha parlato anche di Lotito e Pallotta. Queste le sue parole:

Ci spieghi, per favore, l’incompiutezza di una caput mundi che non vince…

E’ una questione di ambiente, di pressione, di numero di radio, di dispersione di interessi all’intero di una popolazione variegata, del semplice fatto di essere una grande città. In un panorama così vincere diventa più difficile.

Una condanna eterna?

Mi auguro proprio di no e non lo credo. Sia la Roma sia la Lazio hanno fatto passi da gigante. Nonostante gli ultimi risultati non in linea con le speranze, la Roma il suo salto l’ha già fatto. Per capirlo basta guardare i piazzamenti degli ultimi anni in campionato e la semifinale di Champions League. Poi lo scudetto lo vince una squadra alla volta.

Non sarà per via delle radio o della comunicazione se l’Inter, per esempio, trova Suning mentre la Roma fatica a passare di mano…

Per favore, non demonizziamo Pallotta. Il suo errore è l’assenza. Una società va vissuta e respirata giorno per giorno. Però non possiamo neppure dimenticare che Pallotta è uno dei soci dei Boston Celtics e che ha investito tanto nella Roma. Se oggi il club ha problemi finanziari è proprio perchè ha puntato su giocatori di grido in questi anni. Ma la Roma, qualsiasi cosa se ne pensi, è una realtà internazionale, con una sua ampia popolarità negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Io andavo a Cuba quando c’erano ancora i segni delle bombe e nei bar di Avana mi chiedevano della Roma.

Che tipo di dirigenza servirebbe alla Lazio e alla Roma per rilanciarsi?

Che non guardi al calcio o al basket come ad un’opportunità di fare affari, tanto di solito non si fanno. Che non allontani bandiere come Totti o De Rossi. Che scelga persone normali come Pioli, De Zerbi, Reja e non vada alla ricerca di fenomeni. A me i fenomeni fanno paura.

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