Perotti, El Shaarawy e il problema delle liste tesserati

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Il Corriere dello Sport (R.Maida) – Prendere Perotti, prendere El Shaarawy, prenderli addirittura entrambi. Per il momento, la Roma prende tempo. Le circostanze suggeriscono cautela su tutti e due i fronti del mercato, che resteranno aperti fino alla prossima settimana, cioè dopo la partita con il Milan. Le ragioni sono coincidenti anche se parallele: Perotti ieri si è visto respingere il ricorso contro la squalifica per le prossime due giornate e quindi tornerà disponibile soltanto il 17 gennaio, mentre El Shaarawy non cambierà maglia appena prima dello scontro diretto con il suo passato.

UMORI – I due giocatori comunque fremono. Ieri mattina Perotti, sotto un acquazzone, è stato a Roma per essere ascoltato dalla Corte di giustizia federale. Uscendo, involontariamente, ha confermato che la trattativa per il suo trasferimento a Trigoria è in una fase avanzata. «Scusate – ha detto a una decina di cronisti che lo aspettavano fuori dal palazzo di Via Campania – ma di questo non posso parlare. Sabatini? Non l’ho sentito, non ho sentito nessuno». Perotti dice la verità perché i contatti con Sabatini sono stati allacciati dal procuratore, che ha già raggiunto l’intesa economica per un contratto di tre anni e mezzo. Anche tra i direttori sportivi è tutto ok: 12 milioni costerà Perotti alla Roma, compresi i bonus. Anche Preziosi si è convinto che l’offerta è congrua ma vuole trovare un sostituto per il Genoa, che oggi gioca un derby delicatissimo, prima di lasciar partire Perotti. Cerci ha già rifiutato la destinazione e lo stesso ha fatto El Shaarawy, che dopo un colloquio personale con Sabatini ha capito di essere davvero in corsa per la Roma.

ALLENAMENTO – Proprio El Shaarawy ieri era a Montecarlo. O meglio a La Turbie, nel centro sportivo del Monaco a picco sul mare, allenandosi regolarmente. Dal Principato gli hanno già comunicato che non intendono trattenerlo. E il Milan, che con la Roma ha cementato nell’ultimo anno una serie di ricchi rapporti commerciali, è disposto a richiamarlo alla base per cederlo poi in prestito con un diritto di riscatto (vincolato alle presenze) fissato anche qui intorno ai 12 milioni. La Roma naturalmente garantirebbe a El Shaarawy i circa 1,3 milioni netti che avrebbe guadagnato al Monaco fino a giugno.

IL MAZZO – Come è già successo in passato, dunque, Sabatini ha soltanto il compito di scegliere. Senza contare che, viste le condizioni interessanti dell’affare El Shaarawy, a Trigoria potrebbero arrivare tutti e due. Ma la valutazione principale è un’altra. Se la Roma ingaggia Perotti, togliendo dalla lista dei giocatori utilizzabili il terzo portiere Lobont, è poi obbligata a puntare su un difensore di formazione italiana (al netto di altre cessioni) per rispettare il l regolamento della Lega. El Shaarawy invece può essere tesserato in piena libertà, essendo italiano, e lascia un maggiore margine di manovra a Sabatini per le altre operazioni.

IDEE – Mentre il giovane centrocampista marocchino H’Maidat è stato ormai arpionato dal Brescia per essere girato in serie B, si seguono molte opzioni per rafforzare la difesa: Juan Jesus dell’Inter, sempre se ci sarà spazio in lista, è il nome preferito. In uscita, intanto, la Roma cerca di piazzare Doumbia e il giovane Verde, rientrato dall’infruttuoso prestito al Frosinone.

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