Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Il settimo posto con cui la Roma chiude il 2023 è una posizione deludente. Molto deludente. Soprattutto con il Napoli in caduta libera e la Lazio che ha pagato il doppio impegno campionato/Champions. Vedere davanti Fiorentina (ora a +5) e Bologna (+3) è il prezzo da pagare per una partenza orribile, con un solo punto conquistato su 9 disponibili contro SalernitanaVerona Genoa, scrive il Corriere della Sera.

Il passato, però, non si può modificare. Cosa può fare la Roma, allora, per centrare la Champions League che dall’anno prossimo, con più partite e più soldi, farà ulteriormente la differenza tra chi la gioca e chi no? L’emergenza numero uno è la difesa. Con Ndicka in partenza per la Coppa d’AfricaSmalling desaparecido e Mancini sempre in diffida (ieri l’arbitro Sozza, comunque positivo, poteva essere anche più severo) non serve un solo difensore centrale. Ne servono due. Venti gol subiti, in 18 partite, sono troppi. Tanto più per una squadra di Mourinho.

Ancora una volta, come successo a San Siro contro l’Inter, quando si fece bruciare da Thuram nel finale di partita, la Roma ha pagato gli errori di Llorente, messo in crisi da Vlahovic in ogni giocata. Lo spagnolo è un giocatore che «inganna»: è elegante ed esce bene palla al piede ma difende male uno contro uno. In una squadra davvero competitiva, al massimo, potrebbe essere la riserva di uno dei due difensori sul centro-destra o sul centro-sinistra.

La Roma deve restare dentro i rigidi parametri del Financial Fair Play, ma Tiago Pinto dovrà inventarsi qualcosa. In fondo la Juventus lo ha fatto con Gatti, un calciatore cresciuto nel Frosinone, ruvido ma efficace. Con Mourinho serve concretezza.