Pellegrini, nuova vita. Seconda punta e la stima di Mou: così il capitano si è preso la Roma

La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Pellegrini nasce mezzala, ha giocato trequartista e anche mediano davanti alla difesa. Oggi è soprattutto una seconda punta, l’uomo che giostra alle spalle di Abraham e che spesso lo affianca. Avendo avanzato il suo baricentro è chiaro che abbiamo anche più possibilità di rendersi pericoloso in zona gol. Una volta inventava assist, ora segna anche tanto: 6 reti nelle prime 7 gare della stagione. Lo scorso anno il sesto gol arrivò dopo 37 partite. Da quando Mourinho ha preso la Roma in mano ha capito che Pellegrini aveva davvero qualcosa di speciale. Da fine psicologo qual è, ha anche intuito che quel qualcosa andava solo tirato fuori.

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Ora Lorenzo è più forte di testa e più consapevole dei propri mezzi. Semba quasi danzare in campo. A 25 anni ci sono ancora margini di miglioramento che fanno sì che Pellegrini possa diventare ancora più forte di oggi. Totti non ci ha pensato un attimo a designarlo come suo erede. Ha ereditato la fascia in modo burrascoso, dopo il litigio tra Dzeko e Fonseca. Essere diventato capitano ai “danni” di un amico non lo faceva stare bene. Moralmente soffriva, si sentiva quasi in difficoltà. Dzeko ora non c’è più e Pellegrini può godersi la fascia senza alcun senso di colpa.

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