Partita della stagione e stadio pieno. Roma-Lazio, il derby come una volta

Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Sarà un derby vecchie maniere. Stadio finalmente quasi pieno (previsti 50 mila spettatori, rientreranno anche gli ultrà romanisti in Sud dopo la rimozione delle barriere); fascino della notturna, con gran soddisfazione della Rai, dopo l’esperimento riuscito all’andata; un posto in palio per la finale del 2 giugno; tensione come sempre alle stelle, con grande spiegamento di ordine pubblico; morte all’understatement perché nella Capitale questa resta sempre e comunque «la partita». Si parte dal 2-0 per la Lazio, un vantaggio che di solito mette al riparo dalle sorprese, ma che in un derby può non bastare. È anche la sfida di due allenatori diversissimi. Da un lato Luciano Spalletti, dall’alto della sua esperienza e di un ingaggio da tre milioni netti all’anno elargiti dalla Roma. Il suo rapporto con il derby è agrodolce: 5 vittorie, 2 pareggi e 4 sconfitte, 17 gol segnati e 16 subiti. Dall’altro Simone Inzaghi, rivelazione della stagione da mezzo milione e con il rinnovo automatico del contratto solo in caso di qualificazione europea, che da calciatore ha preso solo «musate» nella stracittadina (6 persi, uno pareggiato e due vinti), ma da allenatore ha rimesso a posto le statistiche, compreso il derby Primavera che ha fatto vincere alla Lazio la Coppa Italia 2015.

Inzaghi potrebbe ripetere il 3-5-1-1 dell’andata, con la variabile di Lulic a centrocampo al posto dello squalificato Parolo: «Abbiamo finito il primo tempo in vantaggio – ha detto a Formello -, ma sicuramente non faremo calcoli e giocheremo la nostra partita come all’andata. Il 5 aprile sarà il mio compleanno e spero che i ragazzi mi facciano un regalo importante. Abbiamo un grandissimo rispetto per la Roma e per il suo allenatore, sappiamo che dovremo fare una partita umile e di sacrificio, ma, se siamo arrivati fin qui, ce lo siamo meritato». Spalletti sa che rimontare uno 0-2 non è semplice: bisogna trovare il giusto equilibrio tra fase offensiva e difensiva. Possibile il ritorno al 4-2-3-1, senza Fazio acciaccato, e con un tridente Salah-Nainggolan-El Shaarawy dietro a Dzeko. Ma tutto è possibile in una gara che anche lui vede come snodo fondamentale, tanto da far pensare persino a una sua marcia indietro sull’eventualità di un altro zeru tituli: «Dopo la gara se ne potrà parlare. È fondamentale e i miei calciatori lo sanno. Per noi è una linea importante, che può determinare molto. Le mie parole sono servite a questo: motivare i calciatori per questa gara. Possiamo mettere una ciliegina su una torta gustosissima».

Inzaghi è parso quasi emozionato davanti alla grande occasione. Eliminare la Roma farebbe ritornare di immensa attualità il tormentone della «Coppa in faccia», datato 26 maggio 2013, il giorno della finale di Coppa Italia vinta da Lotito contro i bostoniani. Spalletti ha mostrato un insolito buonumore («C’era la dottoressa lì che mi guardava perplessa…», ha detto rivolgendosi a una giornalista), districandosi come se fosse in un cinepanettone tra palloni «risucchiati» oppure «spinti» in porta, a seconda della posizione del campo. Ma stasera conteranno solo i fatti e non le parole. Arbitrerà Rizzoli e sarebbe bello vedere una direzione di gara come quella di Orsato in Napoli-Juve di domenica sera.

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