Bruno Conti, responsabile del settore giovanile della Roma, ha commentato il momento positivo della formazione Primavera guidata da Alberto De Rossi e ha espresso, inoltre, il suo parere sulle problematiche legate ai tanti match rinviati in Serie A nelle ultime settimane.
Sulla Roma Primavera.
“Il Torneo di Viareggio? Il nostro è un grande gruppo compatto, che quest’anno ha sempre offerto grandi prestazioni e dopo la sconfitta nella seconda partita ha dimostrato che in questo torneo può andare avanti e ha i presupposti per arrivare fino in fondo alla competizione. Tra talenti e nuovi arrivati, come Tallo e Nego, tutti i ragazzi si sono inseriti in un gruppo che ha vinto il titolo nazionale e dove ci sono stati inserimenti importanti in un collettivo importante. E’ stato dato in prestito Caprari e abbiamo tanti ragazzi in giro ma se vediamo le prestazioni dei ragazzi che crescono come Verre, si capisce che questi ragazzi stanno dando continuità ad un lavoro importante. Viviani e Piscitella – spiega Bruno Conti a gazzettagiallorossa.it – hanno dimostrato che quest’anno è stato dato il via ad un ricambio generazionale. Caprari in contro-riscatto? Sabatini che mastica calcio da una vita, e conosce bene tutte le situazioni, saprà bene cosa fare e come gestire la situazione. Il prossimo ad esordire con la Prima Squadra? C’è una grande collaborazione dello stesso Luis Enrique che da mano mano la possibilità a questi ragazzi con cui sta a contatto ogni giorno. Saprà il mister cosa fare, ma questi sono ragazzi che hanno bisogno di tranquillita come ha fatto Piscitella ultimamente”.
Sugli orari e sulle gare rinviate.
“Siena-Roma alle 20.45? Purtroppo quando ci sono problemi di gestione, bisogna tenere in considerazione il fatto che le tv danno tanti soldi e a volte è difficile chiedere e proporre di spostare o anticipare le partite. Io penso che è normale chiedere ad una partita lo spettacolo, perché il calcio è divertimento e mi auguro che in futuro si possano prendere provvedimenti diversi. Il calcio schiavo delle tv? Mi auguro che ci sia buon senso, perché nel calcio come lo interpretano loro si possano trovare delle soluzioni diverse come si è visto in questo periodo. Si deve riportare il calcio in quell’orario in cui la gente va volentieri, perché anche i tifosi fanno i sacrifici per vedere lo spettacolo. Troppe squadre in Serie A? Io penso che la stagione sia stancante sempre, che il campionato sia a venti o meno, perché le società hanno 3 competizioni e devono attrezzarsi ugualmente per andare contro a questi problemi. Il mio futuro? Sarà quello di responsabile del settore giovanile. Siamo orgogliosi della nuova società e noi dobbiamo dare continuità al lavoro svolto, perché in 11-13 anni abbiamo avuto elogi da tutte le parti”.



Erjon Bogdani, al Siena dal 2005 al 2007, è tornato tra le file della squadra toscana nella sessione invernale del calciomercato. L’ex attaccante del Cesena, che con i romagnoli ha incontrato i giallorossi nel girone di andata, ha rilasciato una lunga intervista a Il Fedelissimo. Ecco uno stralcio di quanto dichiarato dalla punta albanese:
Giuseppe Bozzo, in un’intervista rilasciata al quotidiano Tuttosport, è tornato sul trasferimento di David Pizarro dalla Roma al Manchester City. Il calciatore cileno, prima di firmare con il club inglese, era stato ad un passo dalla Juventus. Il noto procuratore ha spiegato così le cause del mancato approdo in bianconero del suo assistito: “Il mercato deve essere funzionale alle scelte dell’allenatore, non agli umori della piazza o dei media, e probabilmente Conte sentiva l’esigenza di un centrocampista con caratteristiche diverse, come Padoin. Forse hanno inciso anche i rumors, davvero infondati, sulle sue condizioni fisiche. Ma alla fine Pizarro è andato al City e quindi va benissimo così”.
Il Gruppo operativo di sicurezza, riunitosi stamani, ha dato il via libera definitivo alla partita Siena-Roma in programma stasera alle 20.45 allo stadio senese Artemio Franchi – Montepaschi Arena, secondo quanto riportato dall’ansa. Da parte dell’organo competente si è trattato di un ultimo sopralluogo per verificare l’idoneità del campo, degli spalti e delle vie d’accesso allo stadio. Il prato è in ottime condizioni, le tribune sono agibili e le vie d’accesso sono libere. A Siena splende il sole, anche se le temperature sono vicine allo zero. Il meteo prevede oggi infatti una massima di +3 e una minima di -1. Ieri sera alcuni dirigenti della Roma, che è in ritiro in un hotel vicinissimo allo stadio, 
Pierluigi Collina, designatore arbitrale dell’Uefa, parla di una delle regole più discusse sui campi da calcio. L’espulsione e la concessione del rigore in caso di fallo da ultimo uomo è da molti ritenuti una punizione eccessiva per la squadra che subisce tale sanzione. Anche per Collina l’ideale sarebbe restituire l’occasione da gol permettendo il tiro di un calcio di rigore e ammonire solamente l’autore del fallo. Queste le parole del designatore a Radio Anch’io lo Sport su Radio Rai:
Nella sfida in programma lunedì 13, ore 20.45, sul campo del Siena il tecnico della Roma Luis Enrique dovrà fare a meno di De Rossi, squalificato, e dell’infortunato Gago. Nella lista dei convocati c’è il nome di Osvaldo, ma le temperature molto basse previste nella serata di domani sulla cittadina toscana ne sconsigliano l’utilizzo. Per l’attaccante italo-argentino è la prima convocazione dopo l’infortunio subito in allenamento il 4 gennaio scorso. I dubbi più grandi per l’allenatore spagnolo sono a centrocampo; Viviani, che ha recuperato dalla contusione rimediata a Trigoria giovedì scorso, è il maggiore indiziato per occupare la posizione davanti alla linea difensiva. Ai suoi lati Pjanic partirà dal primo minuto, con Simplicio, Perrotta e Greco che si contenderanno l’ultima maglia disponibile. In attacco spazio al tridente Totti-Borini-Lamela. Ecco le probabili formazioni di Siena-Roma, gara della 23a giornata di Serie A:
Massimo Mezzaroma parla della partita di questa sera tra Siena e Roma, il presidente della società toscana afferma che le polemiche di questi giorni sull’orario della partita non sono in realtà ingigantite e, addirittura, che ieri sera Luis Enrique, andato sul terreno di gioco dello stadio Artemi Franchi – Montepaschi Arena, si sarebbe detto piacevolmente impressionato dalla tenuta del manto. Queste le dichiarazioni di Massimo Mezzaroma a Radio Radio:
Marco Amelia, portiere del Milan cresciuto nelle giovanili della Roma, è stato un grande protagonista della vittoria della sua squadra sul campo dell’Udinese, alla prima sconfitta in casa.



“Alzate, sennò t’ammazzo“. Chissà se Dejan Stankovic se le ricorda ancora quelle parole che Aleandro Rosi gli ha detto domenica 16 maggio 2010. Siena, stadio Artemio Franchi. I toscani, già retrocessi, affrontano l’Inter che si sta giocando lo scudetto con la Roma, impegnata a Verona contro il Chievo. Nel Siena ci sono due giocatori cresciuti a Trigoria, due ex romanisti che durante tutta la settimana erano stati invitati a dare qualcosa in più per battere l’Inter. Non che ce ne fosse bisogno. Perché Rosi e il suo compagno, di allora e di oggi, Gianluca Curci, ci tenevano eccome a contribuire, anche se a distanza, allo scudetto della Roma. Una partita esemplare, la loro: Curci para quasi tutto – fermare Milito quell’anno era cosa impossibile – Rosi gioca con una foga mai vista. Fa sfigurare Maicon. E si “avvelena” come poche volte quando Morganti, su un suo cross, non fischia il rigore ma solo un calcio d’angolo per un intervento in area di Thiago Motta col braccio. “Se il Siena fosse passato in vantaggio probabilmente non ce l’avremmo fatta“, l’ammissione di Moratti e persino del presuntuoso Mourinho al fischio finale. A rivedere oggi la faccia di Rosi in quel momento viene quasi da sorridere. Sembrava – era – un tifoso qualsiasi in quel momento. In settimana una quindicina di romanisti erano persino andati a Siena a spronare lui e Curci.
L’esordio in prima squadra all’Olimpico, il ritiro con Luis Enrique a diciassette anni, due scudetti sotto età nelle giovanili, ma neanche un gol con la Primavera, categoria in cui ha debuttato appena sedicenne. Fino a qualche settimana fa c’era un che di paradossale nel pur ricco curriculum di Valerio Verre, da anni considerato uno dei migliori centrocampisti del ’94 in Italia. Gli ultimi venti giorni hanno cambiato tutto, quattro reti in cinque partite e tanti saluti alle statistiche. I primi minuti con la Primavera li ha giocati già nella gara d’esordio dello scorso campionato, chiuso con undici presenze e neanche un gol, nonostante nella finale scudetto contro il Varese – in cui era entrato nel finale – ci fosse andato vicinissimo. Quest’anno fra campionato e Coppa ha giocato 22 partite, tutte dal primo minuto, ma per festeggiare la prima rete nella categoria ha dovuto aspettare di compiere diciotto anni. Il gol – quello del 5-1 nella gloriosa sfida di Coppa Italia contro il Milan – è arrivato una settimana dopo il suo compleanno più atteso, anche se era nell’aria già da qualche giorno, visto che solo la sfortuna gli aveva impedito di andare a segno in campionato contro Juve Stabia e Palermo.
L’incertezza sulle condizioni meteo ha spinto la Roma a scegliere un viaggio articolato per arrivare a Siena: pullman fino alla stazione Termini, treno fino a Firenze, poi ancora pullman fino all’albergo scelto per il ritiro. Tempo di percorrenza: circa quattro ore. Una decisione bizzarra, ma utile a evitare il sospetto di neve e ghiaccio (poi rivelatosi infondato) e soprattutto il traffico dell’A1, che sei anni fa bloccò la squadra per molte ore in autostrada a causa di un grave incidente.
Massimo Mezzaroma, 40 anni, romano, presidente del Siena, ex dirigente della Roma.
Abituato a danzare sulle suole, a far passare il pallone dove nessuno oserebbe mai, forse ha perso un po’ di equilibrio. Si è sentito il più bravo, il più pronto, il più bello? Erik Lamela, come un robot dispensatore di talento inceppato nella fase topica, si è fermato a quei minuti esagerati contro il Cesena, con due assist regalati a Totti. Qualità fantastica ma un po’ sbiadita, qualche settimana dopo.
Così vicini, così diversi. Sono nati a nove giorni e 350 km di distanza. Mattia Destro il 20 marzo 1991 ad Ascoli Piceno, Fabio Borini il 29 a Bentivoglio, provincia di Bologna. L’uno centravanti, l’altro punta esterna. Compagni di Under 21, perfettamente complementari. Due anni fa, all’Europeo Under 19 in cui l’Italia di Piscedda ebbe poca fortuna, erano il numero 9 e il 10. Oggi sono il presente felice di Siena e Roma, e soprattutto la speranza di vita del calcio italiano. Destro ha già segnato 5 gol in campionato e una rete in Coppa Italia che ha regalato al Siena uno storico approdo alle semifinali. Borini è il volto più sorprendente della Roma giovane di Luis Enrique: attaccante tuttofare, votato al sacrificio, a suon di gol e rientri ha tolto il posto ad un certo Bojan Krkic. Il club giallorosso ha già comprato dal Parma la metà del suo cartellino. I successi di questi ragazzi rappresentano una speranza per tutto il movimento azzurro. Sicuramente la prima decisa inversione di tendenza del calcio italiano. “Quest’anno le cose sono cambiate — riconosce Destro —, ci sono molti ragazzi che si stanno mettendo in mostra. Noi giovani, se sentiamo la fiducia, possiamo affrontare le cose con la testa giusta“.
Viviani o Greco. Molto probabilmente sarà uno di loro due a sostituire Daniele De Rossi davanti alla difesa. Fernando Gago, prima scelta di Luis Enrique, non è stato convocato per via di un problema muscolare. Il favorito sembra Federico Viviani anche se nemmeno lui si è allenato al meglio per colpa di una forte botta presa in allenamento da Cassetti in settimana. Il giovane centrocampista, che ormai si allena da tempo con la prima squadra, probabilmente avrà un’altra grande chance dopo quella avuta contro la Juventus nella gara di campionato allo stadio Olimpico, quando partì titolare. L’alternativa è Leandro Greco che in settimana è stato provato davanti alla difesa quello che non è propriamente il suo ruolo.
Solo apparentemente è una questione di numeri. In realtà, è una storia intrisa di amore e fedeltà. E, manco a dirlo, l’ennesimo passo verso la Storia. A Siena, stasera, Francesco Totti gioca la partita numero 700 della sua carriera. Settecento partite non esclusivamente in giallorosso, ma tutte tinte di giallo e rosso. Perché Francesco era la Roma anche quando indossava la maglia della Nazionale.
Come da calendario, Monday night sarà. Ovviamente sotto zero, nel gelo. La Roma scende dunque in campo di sera, perché così ha voluto il Siena per rispetto al suo pubblico visto che è un giorno lavorativo, per dar forza al suo obiettivo, l’unico rimasto in questa stagione di rinnovamento: avvicinare ulteriormente il terzo posto, da Champions, lontano ancora 7 punti. Meglio guardare avanti e non voltarsi indietro. Perché ormai è inutile pensare a quello che è stato, al peso in Lega della dirigenza che non è stata ascoltata, nonostante la proposta dell’anticipo fosse legittima e logica. Luis Enrique si rende conto che il calcio italiano è difficile da cambiare in campo quanto fuori. Non fa polemica, ma chiarisce che il suo club voleva solo tutelare i protagonisti dell’evento. “E’ strano che non si sia trovato un accordo veloce, perché la prima cosa che dobbiamo valutare è il rischio per i calciatori e dopo lo spettacolo. E’ andata così. E noi faremo la nostra partita“.
Ecco il calcio totale, moderno, che non prevede allarmi. Lo presenta Luis Enrique, alla vigilia dell’impegno di Siena. La Roma arriva al Franchi priva di De Rossi (squalificato) e Gago (infortunato). In regia, ruolo delicato, agirà Viviani: “Ma non è emergenza, per noi non c’è mai emergenza. Abbiamo giocatori bravi e duttili, in grado di saper fare più cose con lo stesso rendimento. E comunque, se non sbaglio, partiremo sempre in undici, quindi dov’è l’emergenza?”. Beh, a vederla così in effetti ha ragione lo spagnolo. Che, come sempre, non cambia lo spartito: “Qualcosa può variare a seconda dei giocatori che si utilizzano, ma noi andiamo a Siena per fare la nostra solita proposta di gioco, un gioco d’attacco“. Qualcosa di diverso però, soprattutto nella mini-partita di mezz’ora giocata mercoledì scorso a Catania […]”Dipende dalla varietà dei giocatori. Qualche attaccante può avere più qualità sulla fascia, un intermedio maggiore facilità di inserimento, e così via. Le soluzioni sono tante, ma l’unica cosa che posso garantire è che la Roma giocherà all’attacco“. E subito la ripetizione, per ribadire il concetto: “All’attacco” dice ancor più convinto, “per vincere, come sempre“.
Dal centro sportivo, Fulvio Bernardini, di Trigoria la conferenza stampa del tecnico della Roma, Luis Enrique, alla vigilia della trasferta dell’Artemio Franchi contro il Siena allenato da Giuseppe Sannino.