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Bruno Conti: “Le tv fanno ricchi i club, ma non pensano ai tifosi”

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Bruno Conti, responsabile del settore giovanile della Roma, ha commentato il momento positivo della formazione Primavera guidata da Alberto De Rossi e ha espresso, inoltre, il suo parere sulle problematiche legate ai tanti match rinviati in Serie A nelle ultime settimane.

Sulla Roma Primavera.
Il Torneo di Viareggio? Il nostro è un grande gruppo compatto, che quest’anno ha sempre offerto grandi prestazioni e dopo la sconfitta nella seconda partita ha dimostrato che in questo torneo può andare avanti e ha i presupposti per arrivare fino in fondo alla competizione. Tra talenti e nuovi arrivati, come Tallo e Nego, tutti i ragazzi si sono inseriti in un gruppo che ha vinto il titolo nazionale e dove ci sono stati inserimenti importanti in un collettivo importante. E’ stato dato in prestito Caprari e abbiamo tanti ragazzi in giro ma se vediamo le prestazioni dei ragazzi che crescono come Verre, si capisce che questi ragazzi stanno dando continuità ad un lavoro importante. Viviani e Piscitella – spiega Bruno Conti a gazzettagiallorossa.it – hanno dimostrato che quest’anno è stato dato il via ad un ricambio generazionale. Caprari in contro-riscatto? Sabatini che mastica calcio da una vita, e conosce bene tutte le situazioni, saprà bene cosa fare e come gestire la situazione. Il prossimo ad esordire con la Prima Squadra? C’è una grande collaborazione dello stesso Luis Enrique che da mano mano la possibilità a questi ragazzi con cui sta a contatto ogni giorno. Saprà il mister cosa fare, ma questi sono ragazzi che hanno bisogno di tranquillita come ha fatto Piscitella ultimamente”.

Sugli orari e sulle gare rinviate.
Siena-Roma alle 20.45? Purtroppo quando ci sono problemi di gestione, bisogna tenere in considerazione il fatto che le tv danno tanti soldi e a volte è difficile chiedere e proporre di spostare o anticipare le partite. Io penso che è normale chiedere ad una partita lo spettacolo, perché il calcio è divertimento e mi auguro che in futuro si possano prendere provvedimenti diversi. Il calcio schiavo delle tv? Mi auguro che ci sia buon senso, perché nel calcio come lo interpretano loro si possano trovare delle soluzioni diverse come si è visto in questo periodo. Si deve riportare il calcio in quell’orario in cui la gente va volentieri, perché anche i tifosi fanno i sacrifici per vedere lo spettacolo. Troppe squadre in Serie A? Io penso che la stagione sia stancante sempre, che il campionato sia a venti o meno, perché le società hanno 3 competizioni e devono attrezzarsi ugualmente per andare contro a questi problemi. Il mio futuro? Sarà quello di responsabile del settore giovanile. Siamo orgogliosi della nuova società e noi dobbiamo dare continuità al lavoro svolto, perché in 11-13 anni abbiamo avuto elogi da tutte le parti”.

Bogdani: “Ho preso 5 gol da questa Roma, ma in difesa concedono spazi”

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Erjon Bogdani, al Siena dal 2005 al 2007, è tornato tra le file della squadra toscana nella sessione invernale del calciomercato. L’ex attaccante del Cesena, che con i romagnoli ha incontrato i giallorossi nel girone di andata, ha rilasciato una lunga intervista a Il Fedelissimo. Ecco uno stralcio di quanto dichiarato dalla punta albanese:

Siena-Roma: che partita sarà?
“Oggi ci aspetta una sfida difficile, anche se sono certo che, se giocheremo compatti e aggressivi come contro la Juve, anche i giallorossi avranno vita dura. Di difficoltà ne incontreremo: ho affrontato la squadra di Luis Enrique qualche settimana fa con il Cesena, abbiamo perso 5-1 e anche all’Inter, nell’ultima giornata di campionato, non è andata tanto meglio. La Roma gioca bene con la palla, ma ti lascia anche degli spazi da sfruttare, in difesa non è così impenetrabile”.

Non ci sarà lo squalificato De Rossi…
“Meglio per noi, anche se la Roma non è il solo De Rossi: la rosa giallorossa è numerosa e di gran qualità”.

Ag. Pizarro: “David sta bene a Manchester, la Juve non era convinta”

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Giuseppe Bozzo, in un’intervista rilasciata al quotidiano Tuttosport, è tornato sul trasferimento di David Pizarro dalla Roma al Manchester City. Il calciatore cileno, prima di firmare con il club inglese, era stato ad un passo dalla Juventus. Il noto procuratore ha spiegato così le cause del mancato approdo in bianconero del suo assistito: “Il mercato deve essere funzionale alle scelte dell’allenatore, non agli umori della piazza o dei media, e probabilmente Conte sentiva l’esigenza di un centrocampista con caratteristiche diverse, come Padoin. Forse hanno inciso anche i rumors, davvero infondati, sulle sue condizioni fisiche. Ma alla fine Pizarro è andato al City e quindi va benissimo così”.

Siena-Roma, si gioca alle 20.45. Il Gos dà l’ufficialità

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Il Gruppo operativo di sicurezza, riunitosi stamani, ha dato il via libera definitivo alla partita Siena-Roma in programma stasera alle 20.45 allo stadio senese Artemio Franchi – Montepaschi Arena, secondo quanto riportato dall’ansa. Da parte dell’organo competente si è trattato di un ultimo sopralluogo per verificare l’idoneità del campo, degli spalti e delle vie d’accesso allo stadio. Il prato è in ottime condizioni, le tribune sono agibili e le vie d’accesso sono libere. A Siena splende il sole, anche se le temperature sono vicine allo zero. Il meteo prevede oggi infatti una massima di +3 e una minima di -1. Ieri sera alcuni dirigenti della Roma, che è in ritiro in un hotel vicinissimo allo stadio, hanno visionato le condizioni dell’impianto nello stesso orario in cui si gioca stasera. Questa mattina proprio sul prato del Franchi il Siena ha effettuato la seduta di risveglio muscolare .

Collina: “Rigore e cartellino rosso punizione eccessiva”

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Pierluigi Collina, designatore arbitrale dell’Uefa, parla di una delle regole più discusse sui campi da calcio. L’espulsione e la concessione del rigore in caso di fallo da ultimo uomo è da molti ritenuti una punizione eccessiva per la squadra che subisce tale sanzione. Anche per Collina l’ideale sarebbe restituire l’occasione da gol permettendo il tiro di un calcio di rigore e ammonire solamente l’autore del fallo. Queste le parole del designatore a Radio Anch’io lo Sport su Radio Rai:
Credo sarebbe sufficiente dare un calcio di rigore restituendo la chiara occasione da rete, senza alterare, con l’espulsione, il resto della partita. C’è un movimento contro questo tipo di sanzione, e quest’anno potrebbe essere la volta buona. In occasione di chiara occasione da rete non ci sarebbe l’espulsione, ma l’ammonizione se il giocatore è intervenuto sul pallone, resta il rosso per i falli fuori area. Sia ben chiaro, nessuno dirà mai di ammonire o espellere di meno se questi provvedimenti sono per mancanza di rispetto degli avversari o del gioco“.

Dal prossimo campionato, inoltre, potrebbe avvenire la definitiva introduzione anche nei campionati nazionali degli arbitri di porta, la novità dell’ultima Champions League. Nella prossima riunione dell’Ifab (International Football Association Board) prevista il prossimo 3 marzo si parlerà anche di questo:
Probabilmente la decisione verrà presa il 2 luglio: l’applicabilità ai campionati nazionali può creare problemi di organico, perchè gli arbitri di porta devono avere qualità. In Champions ed Europa League siamo soddisfatti: a parte decisioni su gol fantasma, sono scomparse le trattenute in area perchè la presenza di arbitri di porta ha fatto controllare i giocatori“.

Collina parla anche della categoria arbitrale italiana:
Il movimento arbitrale italiano è importante e il lavoro fatto nei decenni ha dato e sta dando frutti importanti. L’Italia ha tre arbitri nella categoria Elite: Rizzoli, Rocchi e Tagliavento, per cui il livello di apprezzamento degli italiani in Europa è molto elevato“.

Infine il designatore, che oggi festeggia 52 anni, saluta Emiliano Mondonico. L’allenatore del Novara è tornato quest’anno in serie A a sette anni dall’esonero con la Fiorentina, dopo i problemi subiti l’anno passato, e ieri ha vinto a San Siro contro l’Inter:
Un saluto a Mondonico, mi fa tanto piacere averlo visto lì esultare e rammaricarsi in panchina“.

 

Siena-Roma: le probabili formazioni

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Nella sfida in programma lunedì 13, ore 20.45, sul campo del Siena il tecnico della Roma Luis Enrique dovrà fare a meno di De Rossi, squalificato, e dell’infortunato Gago. Nella lista dei convocati c’è il nome di Osvaldo, ma le temperature molto basse previste nella serata di domani sulla cittadina toscana ne sconsigliano l’utilizzo. Per l’attaccante italo-argentino è la prima convocazione dopo l’infortunio subito in allenamento il 4 gennaio scorso. I dubbi più grandi per l’allenatore spagnolo sono a centrocampo; Viviani, che ha recuperato dalla contusione rimediata a Trigoria giovedì scorso, è il maggiore indiziato per occupare la posizione davanti alla linea difensiva. Ai suoi lati Pjanic partirà dal primo minuto, con Simplicio, Perrotta e Greco che si contenderanno l’ultima maglia disponibile. In attacco spazio al tridente Totti-Borini-Lamela. Ecco le probabili formazioni di Siena-Roma, gara della 23a giornata di Serie A:

SIENA (4-4-2): Pegolo; Vitiello, Rossettini, Terzi, Del Grosso; Giorgi, Vergassola, Gazzi, Brienza; Destro, Calaiò.
A disposizione: Farelli, Contini, Grossi, Angelo, D’Agostino, Reginaldo, Gonzalez.
Allenatore: Giuseppe Sannino.
Squalificati: /
Diffidati: Calaiò, Rossi, Destro, Brienza, Del Grosso.
Indisponibili: Brkic, Bolzoni.

ROMA (4-3-3): Stekelenburg; Rosi, Juan, Heinze, Taddei; Simplicio, Viviani, Pjanic; Lamela, Totti, Borini.
A disposizione: Lobont, Kjaer, Josè Angel, Greco, Perrotta, Bojan, Osvaldo.
Allenatore: Luis Enrique.
Squalificati: De Rossi.
Diffidati: Juan, Kjaer, Gago.
Indisponibili: Burdisso, Gago.

Siena-Roma, Mezzaroma: “Luis Enrique impressionato dal campo”

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Massimo Mezzaroma parla della partita di questa sera tra Siena e Roma, il presidente della società toscana afferma che le polemiche di questi giorni sull’orario della partita non sono in realtà ingigantite e, addirittura, che ieri sera Luis Enrique, andato sul terreno di gioco dello stadio Artemi Franchi – Montepaschi Arena, si sarebbe detto piacevolmente impressionato dalla tenuta del manto. Queste le dichiarazioni di Massimo Mezzaroma a Radio Radio:

Non è stata una lite, come i giornali hanno riportato. Ho incontrato Fenucci a margine di una riunione in Lega e ho presentato quelle che erano le nostre informazioni meteo per stasera. Posso dire che ieri Luis Enrique e Tempestilli hanno fatto un sopralluogo sul campo e sono rimasti contenti. Ovviamente farà molto freddo, ma si potrà giocare. Anche a Parma, quando abbiamo giocato il 14 gennaio, faceva molto freddo, ma alla fine la partita c’è stata. E’ un’altra Roma rispetto a quella incontrata all’andata, i giocatori hanno avuto il tempo di assorbire tutti i dettami di Luis Enrique e in più anche gli attaccanti hanno iniziato a segnare. Sarà un’altra partita. Credo che non ci sia un’unica soluzione, ma una serie di diverse soluzioni che possano permettere un rilanco del calcio italiano, in primis gli stadi di proprietà“.

Amelia: “Vorrei tornare alla Roma da protagonista”

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Marco Amelia, portiere del Milan cresciuto nelle giovanili della Roma, è stato un grande protagonista della vittoria della sua squadra sul campo dell’Udinese, alla prima sconfitta in casa.

Ospite della trasmissione “Domenica Sportiva” sui canali Rai, il portiere ribadisce la sua volontà di tornare alla Roma, squadra di cui è da sempre tifoso. Queste le sue parole:
Il mio sogno è quello di vincere la Champions League, ma poi un giorno mi piacerebbe tornare a Roma ancora da protagonista anche se attualmente sto bene al Milan“.

Siena-Roma: tutte le dichiarazioni. Rosi: “Dovremo mettercela tutta”

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Le dichiarazioni dei protagonisti di Siena-Roma. Pre-partita:

Rosi a Roma Channel:

“Ho un bel ricordo della città e durante l’ultima partita ci è mancato poco per regalare lo scudetto alla Roma. Purtroppo siamo retrocessi. Sarà una partita dura, dovremo mettercela tutta”.

Il Romanista – Rosi, quella gara particolare

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Alzate, sennò t’ammazzo“. Chissà se Dejan Stankovic se le ricorda ancora quelle parole che Aleandro Rosi gli ha detto domenica 16 maggio 2010. Siena, stadio Artemio Franchi. I toscani, già retrocessi, affrontano l’Inter che si sta giocando lo scudetto con la Roma, impegnata a Verona contro il Chievo. Nel Siena ci sono due giocatori cresciuti a Trigoria, due ex romanisti che durante tutta la settimana erano stati invitati a dare qualcosa in più per battere l’Inter. Non che ce ne fosse bisogno. Perché Rosi e il suo compagno, di allora e di oggi, Gianluca Curci, ci tenevano eccome a contribuire, anche se a distanza, allo scudetto della Roma. Una partita esemplare, la loro: Curci para quasi tutto – fermare Milito quell’anno era cosa impossibile – Rosi gioca con una foga mai vista. Fa sfigurare Maicon. E si “avvelena” come poche volte quando Morganti, su un suo cross, non fischia il rigore ma solo un calcio d’angolo per un intervento in area di Thiago Motta col braccio. “Se il Siena fosse passato in vantaggio probabilmente non ce l’avremmo fatta“, l’ammissione di Moratti e persino del presuntuoso Mourinho al fischio finale. A rivedere oggi la faccia di Rosi in quel momento viene quasi da sorridere. Sembrava – era – un tifoso qualsiasi in quel momento. In settimana una quindicina di romanisti erano persino andati a Siena a spronare lui e Curci.

Aleandro, il giorno dopo (in cui festeggiava 23 anni), raccontava così quei momenti: “Se il Siena avesse fermato l’Inter saremmo diventati campioni d’Italia. Già. Tutto il Siena ci ha provato. Chiaramente, io e Gianluca abbiamo dato quel qualcosa in più. I nerazzurri si sarebbero aspettati una partita dal rendimento più basso, perché non avevamo nulla da chiedere. Però abbiamo giocato, anche perché era una partita importante che avrebbero visto ovunque, quindi tutto il nostro ambiente era concentrato“. Basta chiedere al Siena, ancora oggi, quante richieste di accredito sono arrivate quel giorno. Rosi aveva amici e parenti allo stadio: “Avevamo gli occhi puntati addosso, ce l’abbiamo messa tutta“. In settimana, oltre ai tifosi che si sono presentati direttamente a Siena, anche molti altri che sulla sua bacheca Facebook lo avevano invitato a battere l’Inter. Stefano, ad esempio, gli scriveva: “Se cercano di intimidirti, digli che sei nato e cresciuto alla Garbatella “; Sara, invece, recapitava un messaggio diretto anche a Curci: “Dai Ale pensaci tu. Domenica tu e Gianluca fateci vivere questo sogno. Fermate l’Inter, basta solo un pareggio“. Roberta, addirittura, si sbilanciava così: “Se fate l’impresa, ti veniamo a prendere e ti portiamo in braccio fino a Garbacity“.

Oltre a Rosi, altro protagonista di quella giornata è stato Gianluca Curci. Stasera Aleandro giocherà mentre, lui al massimo, guarderà la partita dalla panchina. Tutt’altra storia rispetto a due anni fa. A rileggere le sue parole si nota lo stesso rammarico del compagno: “Tutti noi ci tenevamo a fare bene. Volevamo dimostrare che, nonostante la retrocessione, non avremmo regalato nulla a nessuno. Purtroppo abbiamo incontrato una squadra forte che, a mio avviso, ha vinto meritatamente la partita nonostante anche il Siena sia riuscito a costruire importanti palle gol. Ce l’abbiamo messa tutta come abbiamo fatto nelle altre gare. Certo, domenica ci avrebbe fatto più piacere che lo scudetto fosse andato alla Roma, così anche noi avremmo dato il nostro contributo“. L’aver accarezzato l’impresa ha lasciato e lascia sempre un po’ d’amaro in bocca: “E’ un vero peccato. Con un nostro risultato positivo avremmo fatto felici tanti tifosi della Roma. Sono nato e cresciuto nella Capitale, avrei preferito che il tricolore finisse lì“. Lo avrebbero preferito tutti i romanisti, compreso Rodrigo Taddei, un altro degli ex della partita, un altro che quel giorno a Verona era in campo e che a Siena ha tanti ricordi: belli quelli sportivi (anche se l’addio a parametro zero non gli è stato perdonato dai tifosi), neri tutti gli altri.

Il Romanista – Chiara Zucchelli

Il Romanista – Verre, tripletta per riconquistare Luis Enrique

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L’esordio in prima squadra all’Olimpico, il ritiro con Luis Enrique a diciassette anni, due scudetti sotto età nelle giovanili, ma neanche un gol con la Primavera, categoria in cui ha debuttato appena sedicenne. Fino a qualche settimana fa c’era un che di paradossale nel pur ricco curriculum di Valerio Verre, da anni considerato uno dei migliori centrocampisti del ’94 in Italia. Gli ultimi venti giorni hanno cambiato tutto, quattro reti in cinque partite e tanti saluti alle statistiche. I primi minuti con la Primavera li ha giocati già nella gara d’esordio dello scorso campionato, chiuso con undici presenze e neanche un gol, nonostante nella finale scudetto contro il Varese – in cui era entrato nel finale – ci fosse andato vicinissimo. Quest’anno fra campionato e Coppa ha giocato 22 partite, tutte dal primo minuto, ma per festeggiare la prima rete nella categoria ha dovuto aspettare di compiere diciotto anni. Il gol – quello del 5-1 nella gloriosa sfida di Coppa Italia contro il Milan – è arrivato una settimana dopo il suo compleanno più atteso, anche se era nell’aria già da qualche giorno, visto che solo la sfortuna gli aveva impedito di andare a segno in campionato contro Juve Stabia e Palermo.

Sabato contro la Virtus Entella ne ha segnati addirittura tre in una volta sola, quanto basta per prendersi la rivincita su un digiuno durato un anno e mezzo (solo in Primavera, perché negli Allievi di cui era capitano di gol ne ha segnati undici) e mettere al sicuro una qualificazione agli ottavi per cui vincere poteva non bastare. “Non ci aspettavamo di avere vita così facile – ha detto il centrocampista -, ma eravamo consapevoli che il Club Nacional se la sarebbe giocata e che noi potevamo vincere“. I tre gol di Chiavari lo riportano indietro di qualche anno, lui che da ragazzino era abituato a far vincere le partite a colpi di triplette, e sono il viatico migliore in vista della delicata sfida con l’Atalanta in programma domani a Gavorrano: “Non è soltanto merito mio, ho finalizzato il lavoro della squadra che ha prodotto una grandissima mole di gioco. Non importa chi segni, l’importante è farlo per la squadra. Stavolta è toccato a me e ne sono davvero felice perché finora avevo segnato soltanto una volta in Primavera. Realizzare una tripletta ed ottenere una qualificazione in questo modo mi regalano una giornata che difficilmente dimenticherò“. La speranza in casa Roma è che non sia finita qui.

Il Romanista – Valeria Meta

Corriere dello Sport – Pullman, treno, pullman: Siena

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L’incertezza sulle condizioni meteo ha spinto la Roma a scegliere un viaggio articolato per arrivare a Siena: pullman fino alla stazione Termini, treno fino a Firenze, poi ancora pullman fino all’albergo scelto per il ritiro. Tempo di percorrenza: circa quattro ore. Una decisione bizzarra, ma utile a evitare il sospetto di neve e ghiaccio (poi rivelatosi infondato) e soprattutto il traffico dell’A1, che sei anni fa bloccò la squadra per molte ore in autostrada a causa di un grave incidente.

L’ALBERGO – Come molte altre squadre che giocano a Siena, la Roma ha scelto l’albergo che sovrasta lo stadio, a due passi dalle mura del centro storico […] In teoria, Luis Enrique e i giocatori potrebbero dunque spostarsi a piedi, dalla hall al campo, visto che l’ingresso alla curva Robur (quella dei tifosi del Siena) è a pochi metri, ma per ordine pubblico non sarà possibile: il trasporto verso gli spogliatoi avverrà con il solito autobus blu, griffato As Roma.

L’ARRIVO – La squadra è stata salutata a Termini da una trentina di tifosi che hanno invocato soprattutto Osvaldo, al rientro dopo il brutto infortunio muscolare. Dal treno, Simon Kjaer ha usato come sempre Twitter per caricare i compagni: “Siamo in viaggio, speriamo nei tre punti!” . L’atmosfera nel gruppo era molto allegra, scherzosa. All’arrivo nell’hotel di Siena, alle 19.20, la star è stata invece Rodrigo Taddei, un ex come Rosi e Curci: venti persone lo hanno festeggiato, ricambiati da foto e autografi. […]

IL RIENTRO – La Roma potrebbe rientrare direttamente stanotte, dopo la partita: stavolta con un pullman diretto da Siena a Trigoria. E’ la soluzione che preferirebbero sia Luis Enrique che i giocatori. Ma se le previsioni meteo suggerissero cautela, per la formazione di ghiaccio sulle strade, la squadra pernotterebbe in albergo e si muoverebbe domattina, sempre in pullman, con allenamento pomeridiano a Trigoria. Si deciderà in nottata.

Corriere dello Sport – Roberto Maida

Il Messaggero – Mezzaroma: “Viola è il mio modello”

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Massimo Mezzaroma, 40 anni, romano, presidente del Siena, ex dirigente della Roma.

Che ricordi ha di quell’esperienza a Trigoria?
Il primo giorno che entrai al Bernardini nelle vesti di responsabile del settore giovanile ero molto emozionato. Un po’ perché ero giovanissimo, avevo poco più di venti anni, e fino a quel momento avevo pensato alla Roma soltanto come tifoso, ma soprattutto perché sentivo fino in fondo la responsabilità di un incarico così prestigioso e delicato“.

Una avventura premonitrice
In quel periodo non avrei mai immaginato che un giorno sarei diventato il presidente di un club di serie A, però quell’esperienza, durata soltanto nove mesi, mi è servita per capire tante cose. Molte delle quali non mi sono affatto piaciute, tanto è vero che una volta lasciata la Roma sono stato due, tre anni senza andare allo stadio“.

Il motivo?
Ero disgustato da quello che avevo visto. Ragazzini che a quattordici anni si presentavano con il procuratore, genitori disposti a tutto pur di vedere il proprio figlio giocare in una grande società e via dicendo. Tutte cose lontanissime dal mio modo di vedere lo sport“.

Che dirigente è stato in quel periodo?
Molto partecipe, senza dubbio. Il mio primo collaboratore era Gildo Giannini, poi c’era Roberto Pruzzo che aveva la responsabilità tecnica del settore giovanile. Un bel gruppo, all’interno del quale riuscii a portare, con uno sforzo enorme, anche Bruno Conti“.

Una sua vittoria?
Lui faceva l’allenatore e non ci pensava minimamente a mettersi dietro una scrivania: io, invece, ero convinto che con un dirigente così prestigioso la Roma non avrebbe mai avuto la minima difficoltà a portare a Trigoria qualsiasi talento. Chi, del resto, avrebbe avuto il coraggio di dire no a un mito come Bruno? Alla fine lo convinsi e, a distanza di anni, mi sembra che la mia intuizione non fu sbagliata“.

E’ stato il presidente del giovanissimo Totti
Ricordo che per un errore di comunicazione tra la segreteria della Roma e la madre, la signora Fiorella, Francesco non si presentò al raduno della Primavera. «Sto al mare…», ci venne detto, e qualcuno pensò che quel ragazzino non aveva gran voglia di giocare o che s’era un po’ montato la testa. In realtà, c’era stata una comunicazione sbagliata e tutto rientrò in fretta. Adesso, ripensandoci, mi viene da ridere“.

Il suo ricordo più bello legato a quel periodo?
Carlo Mazzone. Io sono sicuro che se ogni generazione avesse avuto due, tre uomini come Mazzone il calcio non sarebbe finito com’è finito oggi. Ero, e lo sono ancora, affascinato dal suo modo pulito, sano, vero, divertente di raccontare e proporre calcio. Oggi, purtroppo, nel calcio non contano più le persone sincere, ma interessi di ogni genere. Ecco perché il mio sogno di presidente è far tornare il calcio nel mondo dello sport. Oggi, con amara sincerità, non ne fa più parte. Oggi il calcio è qualcosa di ibrido, non è nè spettacolo nè business“.

Può spiegarsi meglio?
Nelle aziende vere il business si fa in tutt’altra maniera. Faccio un esempio: un’azienda che deve produrre qualcosa, come prima mossa della sua attività costruisce una propria struttura, anche un solo capannone dove poter lavorare. In Italia, invece, si parla anni e anni prima di fare uno stadio, e questo lo trovo assolutamente negativo. Uno spettacolo non lo è perché il calcioscommesse ci sta dicendo che abbiano assistito a partite non vere, a rappresentazioni teatrali di cui non conoscevamo il copione“.

Un quadro desolante, in sintesi.
Il senso dello sport è sparito. A me piacerebbe recuperare alcuni valori, che sono basilari a tutti i livelli. Per un appassionato vincere il torneo dei bar o la coppa dei campioni significa incamerare ricordi che non saranno mai cancellabili. L’adrenalina da vittoria è l’essenza dello sport”.

Il suo rapporto oggi con la Roma?
Oggi sono un avversario, anche se un po’ particolare visto che non posso nè voglio dimenticare quando, insieme con mio padre, andavo allo stadio con il panino con la frittata a vedere il mio idolo, Bruno Conti. Per quelli della mia età, Bruno ha rappresentato il calcio. La sera che la Roma vinse lo scudetto, nel maggio del 1983, mio padre mi portò a far festa in giro per Roma: avevo undici anni e, ovviamente, indossavo la maglia giallorossa“.

Cosa vorrebbe portare da Roma a Siena?
Il legame che c’è tra alcuni giocatori e la maglia, cosa ormai rarissima nel mondo del calcio. Ecco perché a me a Siena piacere poter contare su uno come Totti, cioè un calciatore che per un’intera carriera ha onorato al meglio, senza mai tradirla, la propria società e i tifosi“.

Totti il più grande di tutti?
Noi adesso non ci rendiamo bene conto della grandezza di un ragazzo come Francesco: soltanto tra qualche anno, quando la cronaca lascerà spazio alla storia, la capiremo fino in fondo“.

Il suo modello di presidente?
Dino Viola. Per il suo stile, per le battaglie verbali contro la Juve, per le sue idee gestionali, per la sua abilità sul mercato anche non avendo grandi disponibilità economiche. Viola stava venti anni avanti a tutti, e uno come lui non c’è più stato“.

Il Messaggero – Mimmo Ferretti

Corriere dello Sport – Lamela, se ci sei batti un colpo

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Abituato a danzare sulle suole, a far passare il pallone dove nessuno oserebbe mai, forse ha perso un po’ di equilibrio. Si è sentito il più bravo, il più pronto, il più bello? Erik Lamela, come un robot dispensatore di talento inceppato nella fase topica, si è fermato a quei minuti esagerati contro il Cesena, con due assist regalati a Totti. Qualità fantastica ma un po’ sbiadita, qualche settimana dopo.

PAUSA – Da allora, Lamela ha svelato l’umana fragilità di un ragazzo di diciannove anni venuto da un altro mondo: non ha giocato più a livelli maxi , si è beccato un’espulsione di nervosismo contro la Juventus, ha stuzzicato Luis Enrique che non ha mai smesso di considerarlo un titolare.

LA DIFESA – Eppure proprio sull’altalena, con Borini in salita e Lamela in caduta, l’allenatore prende posizione a favore del giovane diamante della collana Roma. “Non si può fare questo tipo di valutazioni – ha detto Luis Enrique prima di partire per Siena -. I calciatori in una stagione vivono alti e bassi. Non è giusto dire dopo una partita che Lamela è un dio e adesso dipingerlo come il diavolo. Allora sapete come la penso? Lamela mi piace più di Borini in questo momento. Lamela è grandissimo, Borini deve ancora lavorare tanto“. Questa investitura, che mira a responsabilizzare il ragazzo in difficoltà, assomiglia a una conferma per la partita di Siena. […]

L’ATTESA – I numeri di campionato però vanno rinfrescati. Dal 23 ottobre, giorno dell’esordio con gol in serie A, Erik Lamela ha cominciato un autunno di grandi lampi e piccoli annebbiamenti – tipo la lite con Osvaldo a Udine – e non ha più segnato. Ha provocato l’autogol di De Sanctis al Napoli, ha fatto due reti in Coppa Italia alla Fiorentina, ma in campionato non ha saputo più esultare.

IL CAMPO – Stasera a Siena dovrà usare qualche accortezza in più. Non tanto per il gelo, da cui saprà difendersi, quanto dalle dimensioni del campo, che sono ridotte rispetto alla media della serie A. Gli spazi saranno strettissimi, gli servirà più agilità di pensiero e di palleggio del solito. E magari una maggiore partecipazione alla fase difensiva, che in questa prima stagione italiana si è vista soltanto a tratti. […]

Corriere dello Sport – Roberto Maida

Gazzetta dello Sport – Siena-Roma, è già futuro. C’è Destro-Borini

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Così vicini, così diversi. Sono nati a nove giorni e 350 km di distanza. Mattia Destro il 20 marzo 1991 ad Ascoli Piceno, Fabio Borini il 29 a Bentivoglio, provincia di Bologna. L’uno centravanti, l’altro punta esterna. Compagni di Under 21, perfettamente complementari. Due anni fa, all’Europeo Under 19 in cui l’Italia di Piscedda ebbe poca fortuna, erano il numero 9 e il 10. Oggi sono il presente felice di Siena e Roma, e soprattutto la speranza di vita del calcio italiano. Destro ha già segnato 5 gol in campionato e una rete in Coppa Italia che ha regalato al Siena uno storico approdo alle semifinali. Borini è il volto più sorprendente della Roma giovane di Luis Enrique: attaccante tuttofare, votato al sacrificio, a suon di gol e rientri ha tolto il posto ad un certo Bojan Krkic. Il club giallorosso ha già comprato dal Parma la metà del suo cartellino. I successi di questi ragazzi rappresentano una speranza per tutto il movimento azzurro. Sicuramente la prima decisa inversione di tendenza del calcio italiano. “Quest’anno le cose sono cambiate — riconosce Destro —, ci sono molti ragazzi che si stanno mettendo in mostra. Noi giovani, se sentiamo la fiducia, possiamo affrontare le cose con la testa giusta“.

Destini incrociati Oggi Mattia Destro veste la maglia del Siena, il suo cartellino appartiene al Genoa, si è fatto le ossa nelle giovanili dell’Inter, vincendo in ogni categoria: scudetto con Giovanissimi e Allievi, torneo di Viareggio e titolo di capocannoniere con la Primavera. Un talento che la Roma si è lasciata sfuggire. La storia è poco nota: nel 2005 papà Flavio, ex difensore con 142 presenze nell’Ascoli, lo portò a Trigoria. Mattia si era fatto notare nei Giovanissimi regionali dell’Ascoli. Provino superato, ma il padre chiedeva un posto da allenatore nelle giovanili giallorosse. La Roma non lo accontentò, così la famiglia Destro emigrò in Lombardia. Papà Flavio sulla panchina della Berretti del Montichiari, Mattia nei Giovanissimi dell’Inter. Dove sarebbe oggi Borini se le cose con Destro fossero andate diversamente? Magari sarebbero compagni di squadra e la Roma non avrebbe avuto bisogno di affidarsi a Bojan.

Duello a distanza Destro segna per il Siena e per il suo avvenire. Sogna una grande squadra, piace alla Juventus, da piccolo tifava per i bianconeri, è stato sedotto e abbandonato dall’Inter. Qualche giorno fa, ha rivelato proprio ad un sito juventino: “Voglio dimostrare a me stesso e a chi non ha creduto in me che posso raggiungere certi livelli“. Destro ha imparato il mestiere da Ibrahimovic all’Inter e da Toni al Genoa. Sannino a Siena è stata la svolta della sua carriera. “Mi sta cambiando, con lui sono migliorato soprattutto nella fase difensiva“. Borini è già in una grande squadra, “e sogno di restarci“. La Roma è una seconda chance dopo la prima fallita al Chelsea. Lui la sta sfruttando facendo il doppio lavoro: ha il senso del gol di Inzaghi e la duttilità di Marco Delvecchio. Il ricordo delle difficoltà londinesi è in quell’esultanza col coltello tra i denti. “Così mi ricordo che devo sempre lottare…”. Destro e Borini, stasera così vicini.

Gazzetta dello Sport – Catapano, Oddi

Il Romanista – Viviani o Greco: il dubbio di Luis

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Viviani o Greco. Molto probabilmente sarà uno di loro due a sostituire Daniele De Rossi davanti alla difesa. Fernando Gago, prima scelta di Luis Enrique, non è stato convocato per via di un problema muscolare. Il favorito sembra Federico Viviani anche se nemmeno lui si è allenato al meglio per colpa di una forte botta presa in allenamento da Cassetti in settimana. Il giovane centrocampista, che ormai si allena da tempo con la prima squadra, probabilmente avrà un’altra grande chance dopo quella avuta contro la Juventus nella gara di campionato allo stadio Olimpico, quando partì titolare.  L’alternativa è Leandro Greco che in settimana è stato provato davanti alla difesa quello che non è propriamente il suo ruolo.

A centrocampo l’unico sicuro del posto è Miralem Pjanic. Il bosniaco sta attraversando un grande periodo di forma. Un altro dubbio invece su chi affiancherà l’ex centrocampista del Lione nel ruolo di intermedio. Il ballottaggio qui è tra Simplicio e lo stesso Greco. Occhi, però, all’outsider Simone Perrotta, anche se Luis Enrique lo ha sempre preferito nel ruolo di terzino piuttosto che in quello di intermedio. Davanti sicuri del posto Francesco Totti ed Erik Lamela. La terza maglia se la giocano Fabio Borini e Bojan Krkic. Favorito il primo, anche se lo spagnolo è più “riposato” essendo stato escluso nel recupero contro il Catania. Osvaldo ha recuperato dall’infortunio muscolare e ormai si è allenato regolarmente con il gruppo ma secondo il tecnico asturiano “non è al 100%” quindi probabilmente andrà in panchina salvo poi poter fare qualche minuto nel finale di partita. La notizia che torna nelle convocazioni resta. La linea difensiva dovrebbe essere composta da Rosi a destra, Juan e Heinze al centro e Taddei a sinistra al posto di José Angel che dovrebbe sedere in panchina. Sicuro del posto invece è Stekelenburg, e su questo c’è poco da scrivere. Di sicuro contro il Siena non sarà una partita facile. All’andata la Roma fece una prestazione opaca e la partita finì 1-1 con gol di Osvaldo e Vitiello. I toscani stanno costruendo la loro salvezza in casa dove hanno raccolto 15 punti su 20 totali: 3 pareggi e 4 vittorie. Sannino da quando è in serie A studia minuziosamente gli allenamenti delle altre squadre. In particolare la Roma. L’allenatore bianconero dopo la partita di andata allo stadio Olimpico dichiarò: “Li ho studiati bene, seguendo gli allenamenti su Roma Channel. Considero Luis Enrique un ottimo tecnico e sicuramente sarà la rivelazione del campionato, ma bisogna dargli tempo“.

Il Romanista – Anton Filippo Ferrari

Il Messaggero – Appuntamento con il record

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Solo apparentemente è una questione di numeri. In realtà, è una storia intrisa di amore e fedeltà. E, manco a dirlo, l’ennesimo passo verso la Storia. A Siena, stasera, Francesco Totti gioca la partita numero 700 della sua carriera. Settecento partite non esclusivamente in giallorosso, ma tutte tinte di giallo e rosso. Perché Francesco era la Roma anche quando indossava la maglia della Nazionale.

Fare i conti è facile: 629 presenze con la Roma, 489 in Serie A, 88 nelle Coppe Europee (50 in Champions League e 38 in Europa League/Coppa Uefa), 47 in Coppa Italia e 5 nella Supercoppa italiana. Poi, 70 presenze in azzurro: 8 con l’Under 21, 4 con l’Under 23 e 58 con la Nazionale maggiore. La sua presenza al Franchi sembra a prova di Totoluis: a Catania, l’altra sera, il capitano non c’era perché era stato sostituito nel corso della prima frazione della sfida contro la squadra di Vincenzo Montella, quindi ha avuto modo di riposarsi e di prepararsi al meglio per l’impegno di stasera. Impensabile che Luis, già privo di De Rossi, pensi di privarsi anche di Totti, il regista offensivo della squadra.

Ha (ri)cominciato a segnare, è arrivato a quota 211 gol in serie A e non ha alcuna intenzione di fermarsi. A Siena ha già lasciato il segno, tre volte per l’esattezza: una rete in Coppa Italia, le altre due in campionato quella volta che diede spettacolo in tandem con Antonio Cassano. In totale, considerando anche le partite all’Olimpico, le reti realizzate da Francesco al Siena sono 6. Una in Coppa Italia e altre due in campionato: una nel 6-0 (stagione 2003-2004), l’altra nel 3-0 della stagione 2007-2008. Compresa la Coppa, il suo bilancio parla di 8 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte. Sei reti complessive, come detto, ma il gol, però, oggi non è più una sua priorità: nello scacchiere tattico di Luis, Totti si muove da regista della fase offensiva, quindi non sempre sta vicinissimo alla porta avversaria e questo spesso lo porta più all’assist che alla conclusione. Una sorta di ritorno al passato, al pre Spalletti, quando a Francesco piaceva più far segnare che segnare. Dall’inizio della stagione va dicendo che non è il caso, quest’anno, di guardare la classifica ma sa alla perfezione che una vittoria stasera nel gelo di Siena potrebbe spalancare alla Roma orizzonti insperati: il terzo posto, del resto, è lontano soltanto sette punti e la zona Champions League potrebbe da stasera non esser più solo un sogno ma un obiettivo reale. Oggi il Siena, domenica prossima il Parma all’Olimpico poi la trasferta di Bergamo, prima del derby contro la Lazio: la possibilità di recuperare punti sulle squadre che hanno perso, Inter e Udinese, è occasione troppo ghiotta per non fare di tutto per tornare a casa con una vittoria.

Se Totti è sicuro del posto, lì in attacco, va aggiunto che ci sono quattro ragazzi in corsa per le altre due maglie: Borini dovrebbe essere uno dei titolari, mentre la terza opportunità se la giocano Lamela, Bojan e anche Piscitella, titolare a sorpresa a Catania. Senza dimenticare che Luis si è portato dietro anche Osvaldo, assente dalla partita di Bologna di dicembre, ma l’italo-argentino appare destinato alla panchina. Pronto, se mai, a tornare in campo da titolare domenica prossima contro il Parma: conoscendo Luis, però, non è il caso di azzardare alcun tipo di pronostico.

Il Messaggero – Mimmo Ferretti

Il Messaggero – Sognando la Champions

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Come da calendario, Monday night sarà. Ovviamente sotto zero, nel gelo. La Roma scende dunque in campo di sera, perché così ha voluto il Siena per rispetto al suo pubblico visto che è un giorno lavorativo, per dar forza al suo obiettivo, l’unico rimasto in questa stagione di rinnovamento: avvicinare ulteriormente il terzo posto, da Champions, lontano ancora 7 punti. Meglio guardare avanti e non voltarsi indietro. Perché ormai è inutile pensare a quello che è stato, al peso in Lega della dirigenza che non è stata ascoltata, nonostante la proposta dell’anticipo fosse legittima e logica. Luis Enrique si rende conto che il calcio italiano è difficile da cambiare in campo quanto fuori. Non fa polemica, ma chiarisce che il suo club voleva solo tutelare i protagonisti dell’evento. “E’ strano che non si sia trovato un accordo veloce, perché la prima cosa che dobbiamo valutare è il rischio per i calciatori e dopo lo spettacolo. E’ andata così. E noi faremo la nostra partita“.

Se il freddo è garantito e non mancherà nel freezer del Franchi (ieri sera sopralluogo di Tempestilli per verificare lo stato del terreno di gioco: la Roma è arrivata a Siena prima di cena), assenti invece saranno De Rossi e Gago, titolari del centrocampo giallorosso. Spesso giocano insieme, ma senza nessuno dei due a disposizione, è scoperto il ruolo di regista. Luis Enrique non fa una piega. “Saremo comunque in undici al fischio di inizio. E giocheremo all’attacco, come sempre. Se manca un giocatore, ne metto un altro. Nessun problema: non è una situazione d’emergenza. Ho Simplicio, Greco e Viviani“.

A Catania, mercoledì sera, l’asturiano ha presentato un assetto molto spregiudicato: tridente puro, con il centravanti e due ali, più Pjanic che saliva, dietro i tre, da trequartista. E’ una delle tante opzioni, da usare in funzione della partita e dell’avversaria. E di chi gioca davanti: con Totti, ad esempio, la formula cambia per forza. “Ogni modello di gioco dipende da chi va in campo e può essere diverso: con una punta che ha più qualità sulla fascia e con un interno che ha più inserimento nella metà campo avversaria“. (…) “La squadra avrà sempre un’impostazione offensiva. Dopo esistono tante soluzioni, legate ai calciatori che ho in rosa e che a me piacciono. Dipende se voglio avere più profondità o il campo largo. È, però, importante per me la proposta, poi ci sono varianti che posso utilizzare. Si potrà rivedere il sistema di Catania. Ma quando, non lo so“.

Sarà una partita complicata contro una squadra che sta facendo bene e ha la sua qualità. In casa, all’andata, siamo stati molto fortunati: non meritavamo il pareggio finale. Calaiò, Destro, Brienza, D’Agostino sono giocatori che ti possono mettere in difficoltà. In più si vede il lavoro dell’allenatore: il Siena ha la capacità di fare un’ottima fase difensiva, essendo una squadra corta, e di usare le ripartenze“.

Il mio calcio è di Lamela, Borini, Osvaldo, Bojan, Piscitella, Viviani o di Francesco“. “Quando c’è una stagione lunga come questa i calciatori hanno alti e bassi. Dipende da tanti fattori. Adesso non penso che Borini sia un dio e tre settimane fa un disastro. Nè che ora Lamela sia un diavolo. Il mio discorso è lineare e giusto perché non segue gli alti e bassi”. E non si sente un marziano solo perché, di partita in partita, dà spazio a nuovi under 21. “La Roma ha un vivaio incredibile: sono i risultati a dirlo chiaramente. Ho sempre detto che mi piace contare sui giovani quando hanno qualità. Qui a Roma, da tempo, si lavora bene con gli Allievi e la Primavera. A me fa sempre piacere avere questa possibilità, quando penso che sia il momento di contare su di loro“.

Nella lista dei 20 convocati, conferma per Piscitella. Ma c’è anche Osvaldo: l’italoargentino, per la prima volta a disposizione nel 2012, non gioca dal 21 dicembre, dalla gara vinta a Bologna (lì l’ultimo dei suoi 7 gol). E’ stato portato a Siena, dopo l’okay dato dallo staff medico. Spiega Luis Enrique: “Io voglio sempre che, dopo un infortunio, il rischio sia piccolo. I calciatori puntano a rientrare il prima possibile ma quello lo decido io, quando vedo come fanno l’allenamento, quando parlo con i dottori, con i fisioterapisti e con i giocatori. E’ normale che non sia ancora al cento per cento. Ma ormai sta bene“. Non ce la fa, come previsto, Gago, per l’affaticamento all’adduttore. L’argentino rimane a Roma con lo squalificato De Rossi e con il brasiliano Marquinho che ancora non è pronto. Due possibili ballottaggi: Viviani-Greco a centrocampo, Lamela-Bojan davanti.

Il Messaggero – Ugo Trani

Corriere dello Sport – Luis Enrique: “Emergenza? No, siamo la Roma”

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Ecco il calcio totale, moderno, che non prevede allarmi. Lo presenta Luis Enrique, alla vigilia dell’impegno di Siena. La Roma arriva al Franchi priva di De Rossi (squalificato) e Gago (infortunato). In regia, ruolo delicato, agirà Viviani: “Ma non è emergenza, per noi non c’è mai emergenza. Abbiamo giocatori bravi e duttili, in grado di saper fare più cose con lo stesso rendimento. E comunque, se non sbaglio, partiremo sempre in undici, quindi dov’è l’emergenza?”. Beh, a vederla così in effetti ha ragione lo spagnolo. Che, come sempre, non cambia lo spartito: “Qualcosa può variare a seconda dei giocatori che si utilizzano, ma noi andiamo a Siena per fare la nostra solita proposta di gioco, un gioco d’attacco“. Qualcosa di diverso però, soprattutto nella mini-partita di mezz’ora giocata mercoledì scorso a Catania […]”Dipende dalla varietà dei giocatori. Qualche attaccante può avere più qualità sulla fascia, un intermedio maggiore facilità di inserimento, e così via. Le soluzioni sono tante, ma l’unica cosa che posso garantire è che la Roma giocherà all’attacco“. E subito la ripetizione, per ribadire il concetto: “All’attacco” dice ancor più convinto, “per vincere, come sempre“.
DIFFICOLTA’ – Altri tre punti molto importanti in palio. L’alta classifica è lì, il terzo posto valido per la Champions è occupato dalla Lazio, distante sette punti. Stasera potrebbero diventare quattro: “Ma non sarà affatto facile, perché quella di Sannino è una squadra che ha giocatori di qualità che possono crearci problemi. E poi già all’andata abbiamo rischiato di perdere, e siamo stati fortunati. Mi aspetto un incontro molto difficile, contro una squadra in forma che sa fare bene la fase difensiva ed è molto brava nelle ripartenze“. Per giorni si è parlato dell’orario di inizio della partita. Giocare di sera, dopo nevicate intense, con temperature che potranno arrivare fino a -5 gradi, non è il massimo. Luis Enrique si lamenta un po’: “Strano che per una partita come la nostra non ci sia stato un accordo rapido. Comunque la cosa più importante è la salvaguardia della salute dei giocatori in campo, loro rischiano tanto, gli infortuni con quel clima sono dietro l’angolo. Spettacolo? Difficile assicurarlo con un campo ghiacciato. Non possiamo farci nulla però, e andremo a Siena con la mentalità necessaria per fare una buona partita“.

RIENTROLuis Enrique ha convocato Osvaldo, ma il percorso per il rientro definitivo appare ancora lungo: “E’ pronto per venire con noi, anche se non è al cento per cento. So bene che i giocatori non vedono l’ora di rientrare in campo, ma dopo un infortunio che li ha tenuti a lungo fuori devo parlare con medici e fisioterapisti e poi decidere“. Poi un passaggio sui calci piazzati, dai quali la Roma sta traendo vantaggi: “Ci vuole massima concentrazione, sia in attacco che in difesa. Più le cose vengono bene e più aumenta la fiducia, mia e della squadra“.

LIBERO – Sabato pomeriggio Luis Enrique è andato all’Olimpico, a vedere l’Italia di rugby, impegnata contro l’Ighilterra nel Sei Nazioni: “E ho fatto il tifo per gli azzurri, ormai mi sto italianizzando. Il rugby? Sport bellissimo, affascinante, mi sono divertito. Ma io preferisco il calcio, la passione dei tifosi, della nostra Curva Sud“. Italianizzando? Anche un po’ romanizzando allora.

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci

Conferenza stampa Luis Enrique: “Strano non sapere quando si gioca. Gago e Osvaldo da valutare”

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Dal centro sportivo, Fulvio Bernardini, di Trigoria la conferenza stampa del tecnico della Roma, Luis Enrique, alla vigilia della trasferta dell’Artemio Franchi contro il Siena allenato da Giuseppe Sannino.

Il fatto di non sapere, avere l’incertezza sull’orario della partita di domani, potrebbe avere qualche effetto sulla squadra?  La sorprende che la situazione in Italia sia di così difficile interpretazione?

Si è un pò strano. La prima cosa a cui dobbiamo pensare è il rischio che corrono i calciatori. Questa giornata è stata così, ma noi andremo a Siena con la mentalità giusta, indipendentemente dalle condizione che andremo a trovare dobbiamo essere concentrati e attenti per fare una buona gara. Che poi ci sia sempre questa incertezza sul tempo sul terreno sull’orario in cui si gioca effettivamente è un pò strano“.

A Catania abbiamo visto una soluzione diversa per quanto riguarda la formazione, come si può interpetrare questa scelta?

Ogni modulo dipende dai calciatori che ho. La squadra comunque indipendentemente dai giocatori, giocherà sempre all’attacco, adattandoci ai giocatori che scendono in campo, ho comunque molte varianti che posso scegliere e questa è un’arma in più che abbiamo, non cambiamo la filosofia che è quella di offendere, ma i miei ragazzi mi permettono di farlo in modi diversi“.

Osvaldo è pronto per la trasferta di Siena? Lei comunque ha dimostrato sempre molta produnza nel recupero dei giocatori, crede sia pronto per partire titolare? Sulle condizioni di Viviani e Gago?

Credo di si. Viviani ieri ha fatto tutto l’allenamento, è in un buono stato. Per Gago vedremo oggi se sarà arruolabile, un qualsiasi calciatore che è fermo per un lungo tempo, bisogna vedere come recupera come si allena e io devo sentire prima i fisioterapisti per non rischiare di impegnarli troppo presto. Un calciatore che viene da un infortunio non è al cento per cento ma, anche se loro ti dicono di stare bene e di voler giocare ho bisogno prima del consiglio dello staff, delle volte la voglia di un calciatore li porta a voler giocare subito. Comunque Osvaldo sta meglio non so se da titolare ma può partire per Siena“.

Borini, incarna secondo lei, per grinta e determinazione il giocatore ideale per il suo stile di gioco? Lamela invece come lo vede in questo periodo è normale questo piccolo calo che sta avendo il giocatore?

Ora sono molto più contento di Lamela che di Borini, non sono d’accordo quando sento dire che uno è meglio e uno è peggio.  Il mio calcio è rappresentato da tutti i miei calciatori, non penso mai che i alcuni sono un disastro e altri sono ‘Dios’, tutti stanno lavorando per rendersi utili alla squadra, ogniuno ha la sua qualità e la sua caratteristica e sono contento di tutti. Lamela dà il massimo come gli altri e ripeto mi piacciono tutti allo stesso modo non c’è un meglio o un peggio“.

Il Siena in casa ha messo in dfficoltà molte squadra di un certo livello, quali sono i pericoli?

“In casa noi siamo stati molto fortunati, hanno giocatori di qualità, che ti possono mettere in difficoltà in qualsiasi momento, hanno una buona capacità in fase offensiva grazie anche al lavoro del loro mister. Mi aspetto una partita difficile scontro una squadra che sta facendo bene. Non è mai facile e ogni avversario ha la sua qualità.”.

La Roma ha segnato spesso sui calci piazzati, questo dipende da un allenamento specifico?

Noi li proviamo sempre durante la settimana, sono giocate che ti danno una possibilità in più per vincere la partita, l’importante è sapere controllare sia i calcia piazzati a favore e quelli che subiamo contro, è importante questo fattore perchè ora stiamo raccogliendo i frutti del nostro lavoro. Quando abbiamo tempo comunque li proviamo sempre, è un’arma in più che abbiamo”.

In Italia non si è abituati a puntare subito sui giovani, lei dimostra il contrario, come mai?

La Roma ha un vivaio di calciatori incredibili, e i risultati si vedono. Mi piace puntare sui giovani di qualità, si lavora benissimo con tutti i Settori Giovanili della società, e questa è una possibilità importante che abbiamo e che dobbiamo sfruttare“.

La situazione di emergenza che c’è a centrocampo, potrebbe farle cambiare qualcosa sul modo di giocare?

Io mi rifaccio all’attacco, non c’è nessuna situazione d’emergenza, chi ho giocherà, sia con Greco con Viviani con Simplicio, la squadra giocherà in attacco indipendentemente dai giocatori che ho”.

Ieri è andato a vedere la partita di rugby tra l’Italia e l’Inghilterra, c’è qualche valore di quello sport che vorrebbe riportare nel calcio?

Sono due sport molto diversi. E’ la prima volta che vedo una partita del sei nazioni, però sono sincero io preferisco il calcio la passione che c’è, la curva che abbiamo noi. E’ comunque stato bellissimo il rispetto di tutti i tifosi nei confronti delle due squadre, stata una bellisisma partita tifavo Italia, è stata una bellissima esperienza“.