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Corriere dello Sport – Osvaldo è tutto: gol, assist, liti

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Anche nella migliore giornata della sua vita di centravanti della Roma, è riuscito ad arrabbiarsi. Daniel Osvaldo è così: generoso, brillante, istintivo, a volte spigoloso.

Tira dritto, nel bene e nel male, “perché io sono fatto in una certa maniera, dico quello che penso” . Per questo nel secondo tempo, quando Lamela ha calciato in porta da lontano invece di passargli il pallone, ha urlato improperi verso il compagno e per un minuto ha sfogato la propria aggressività contro la propria maglietta, che ha morso voracemente. E’ stata una scena simile a quella di Udine, ma è finita meglio che a Udine. Perché per fortuna non c’è stata una coda di battibecchi e colpi proibiti, ma anzi un assist perfetto che Lamela ha convertito in gol (…).

DECANTARE – Ci ha messo un po’ a sbollire la rabbia, Osvaldo. Che non ha voluto abbracciare Lamela dopo il 5-2. E non ha voluto parlare ai microfoni di Sky, nonostante il premio destinato al migliore in campo, preferendo rimanere negli spogliatoi aspettando che tornasse il sorriso. Cosa puntualmente successa intorno alle 15.30, nel momento di lasciare lo stadio tra foto e autografi per i tifosi. Nessun problema, insomma.

CHE IMPATTO – Il buon umore, del resto, non poteva a lungo rimanere in fuorigioco dopo una partita perfetta. Con un cross preciso, Osvaldo ha creato l’1-1 di Marquinho. Con un colpo di testa delicato ha condotto in rete il gol del vantaggio della Roma. Con un’altra testata da centravanti vecchio stampo ha quasi spaccato la traversa sotto la curva Nord. E nel finale, con un tocco sotto, ha regalato a Lamela (ah, ingrato…) la gloria sotto la Sud.

PRESAGIO – Forse se la sentiva, la giornata da protagonista. Non a caso, Osvaldo aveva scelto personalmente la canzone da diffondere allo stadio durante il riscaldamento della squadra. Essendo un fan scatenato dei Rolling Stones, di cui indossa diversi gadget ogni giorno, ha chiesto “Start me up”. Che significa “accendimi”. L’altoparlante ha obbedito e Daniel ha mantenuto la promessa contenuta nei versi di Mick Jagger e Keith Richards: “Se tu mi accendi, non mi fermerò più” . Se ne è accorto il Novara, che già all’andata aveva sofferto la sua vena realizzativa.

COSTOSO – In effetti, un Osvaldo così produttivo non si era mai visto: con un gol, il terzo consecutivo dopo quelli contro Genoa e Milan, e due assist, è stato la vera differenza della partita. Con la decima rete in campionato, peraltro, ha superato Borini in testa alla classifica dei marcatori romanisti. Curiosità: raggiungendo la doppia cifra, costerà 250.000 euro alla Roma più i premi individuali. Nel contratto di acquisto dall’Espanyol, è previsto questo bonus che scatta ogni dieci gol segnati.

ESSENZIALE – Mattoni che pesano tantissimo nella stagione della Roma. E siccome sono tanti i modi di distribuire i gol, tra doppiette e triplette tipiche dei centravanti ingordi, Osvaldo ha preferito quello più funzionale per la squadra, visto che le sue dieci perle sono venute in dieci partite diverse. Non c’è bisogno di esagerare per essere decisivi. Basta non innervosirsi troppo.

Corriere dello Sport – Roberto Maida

La Gazzetta dello Sport – Simplicio: “Il pallonetto? Mai fatto un gol così” e Marquinho avverte: “Vogliamo la Champions”

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Ma l’hai mai fatto un gol così?” gli chiede in mixed zone Alberto Fontana, il portiere del Novara. “No, è il primo e sarà anche l’ultimo“, risponde lui ridendo. Fabio Simplicio lo sa che ieri ha fatto qualcosa di speciale e se ne è accorto dai boati che seguivano la sua percussione centrale, sul gol del 3-1, quello che ha scacciato via i fantasmi di un Novara che, in quel momento, aveva messo seriamente sotto la Roma.

Alla Totti Pallonetto alla Totti, anche se l’ultimo di Francesco, a Milano, non è andato poi così bene. “Ma io potevo calciare solo così e non forte — dice il centrocampista brasiliano — Sentivo un dolore dietro sulla coscia (piccolo stiramento, ndr), sono stato fortunato a fare un gol così“. Già, un gol che riavvicina la Roma al terzo posto. “Noi dobbiamo fare più punti possibile, pensare a noi e poi vedere cosa succederà — continua SimplicioSappiamo che non sarà facile, ma la strada è ancora molto lunga“. E ieri è arrivato anche il primo gol di un altro brasiliano, Marquinho. «Sono sulla strada giusta, ho messo altri 90′ nelle gambe — dice il centrocampista — E‘ un gol che dedico alla mia famiglia, che è a Roma. Ora vinciamo a Lecce, arrivare in Champions resta il nostro obiettivo principale“.
La Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese

Repubblica.it – Blitz nella notte, arrestato Masiello. Derby venduto per 300 mila euro

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E’ la nuova bufera del calcioscommesse. Altre prove su come lo scorso campionato di serie A sia stato falsato.

A partire da ieri notte la procura di Bari sta eseguendo alcune ordinanze di custodia cautelare con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Tra i destinatari Andrea Masiello, terzino ex Bari quest’anno all’Atalanta. L’accusa per lui è di aver truccato le ultime partite dello scorso anno del campionato di serie A, quando il Bari era ormai retrocesso, vendendo informazioni ad alcuni gruppi di scommettitori. Nel mirino è finito il derby con il Lecce, gara che permise ai salentini di guadagnare la salvezza sul campo del Bari con un turno di anticipo. Partita che Masiello avrebbe venduto per 300mila euro e nella quale segnò un clamoroso autogol.

Agli atti anche il coinvolgimento di alcuni esponenti della tifoseria organizzata che avrebbero fatto pressioni con i giocatori perché perdessero la gara con il Cesena, sulla quale scommisero. C’è poi la gara con il Palermo, gestita dagli Zingari, quella con il Bologna, Bari-Chievo e Bari-Samp. Secondo gli investigatori fu truccata dai giocatori del Bari anche Udinese-Bari ultima gara di campionato del maggio 2010: alcuni biancorossi, tra cui secondo Masiello anche l’attuale difensore bianconero e della nazionale Leonardo Bonucci, si organizzarono per un over (partita con più di tre gol, la gara finì 3-3).scritti nel registro degli indagati ci sono Daniele Portanova (difensore del Bologna), Alessandro Parisi (difensore del Torino), Simone Bentivoglio (Samp), Marco Rossi (Cesena), Abdelkader Ghezzal (Cesena), Marco Esposito, Antonio Bellavista e Nicola Belmonte (Siena). Nel registro degli indagati ci sono anche i nomi del factotum barese Angelo Iacovelli, tre ristoratori – Nico De Tullio, Onofrio De Benedictis e Francesco De Napoli – ritenuti complici dei calciatori, scommettitori e loro amici: Arianna Pinto, Giovanni Carella, Fabio Giacobbe, lo ‘zingaroVictor Kondic, Leonardo Picci e l’albanese Armand Caca.
Repubblica.it – Marco Mensurati

Il Messaggero – Osvaldo, 10 e lode

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Occhio ai numeri: terzo gol di fila, dopo quelli segnati a Genoa e Milan. Dieci le reti complessive confezionate in campionato. E, in riferimento alla partita contro il Novara, all’attivo pure una traversa colpita con un colpo di testa acrobatico (una specie di rovesciata…) e due assist-gol, uno per Marquinho e l’altro per Lamela. Un Osvaldo da 10 e lode, insomma.

Non v’è dubbio che l’italo-argentino sia stato il protagonista più protagonista della manita che la Roma, ieri all’ora di pranzo, ha rifilato in faccia al Novara. Cinque reti: non male, visto che la squadra piemontese per sei volte nelle ultime otto partite aveva mantenuto la difesa inviolata. Osvaldo prima si è presentato con un cross di sinistro su misura per la testa di Marquinho (gol del pareggio romanista) poi è stato lui stesso a portare avanti la Roma, girando di testa alle spalle di Ujkani un calcio d’angolo battuto da destra da Totti. Qualche minuto dopo, Dani ha sfiorato il bis ma il suo ennesimo colpo di testa, stavolta figlio di una torsione spalle alla porta su assist verticale di Josè Angel, è andato a sbattere sulla traversa della porta del malcapitato Ujkani.
Un Osvaldo da 10 e lode, anche se l’impressione è che possa fare ancora di più specie se/quando la condizione atletica migliorerà ulteriormente. L’infortunio patito all’inizio di gennaio, e che l’ha tenuto fuori squadra per parecchie settimane, sembra ormai definitivamente alle spalle, ma Osvaldo non è ancora al top.

Forse perché quando avrebbe avuto bisogno di giocare per mettere minuti nelle gambe, è stato costretto a fermarsi per due giornate per via dell’espulsione rimediata a Bergamo. Tornato a pieno servizio dalla partita casalinga contro il Genoa, Dani ha sempre lasciato il segno: prima il gol da tre punti contro i liguri, poi la rete del vantaggio giallorosso in casa del Milan quindi la sontuosa esibizione di ieri contro il Novara, con gol e assist a ripetizione. Dieci gol, primo attaccante di Luis in doppia cifra, e tutte reti su azione: come era già accaduto nella partita d’andata, ieri al Novara un altro gol di testa e ancora su azione di calcio d’angolo. Osvaldo ha segnato di testa (tre volte, contro il Novara e a Parma), di sinistro (a Lazio e Milan) e soprattutto con il destro (contro Siena, Atalanta, Napoli, Bologna e Genoa): un attaccante completo, implacabile nei sedici metri avversari. Dieci gol in 21 partite, non tutte giocate dall’inizio alla fine, anche per spedire un messaggio a Cesare Prandelli, il ct dell’Italia che lo aveva escluso per punizione (preferendogli il compagno di squadra Borini) in occasione della partita amichevole di Genova contro gli Usa. Tre gol di fila per non farsi dimenticare e per continuare a inseguire una maglia azzurra ai prossimi Europei. Osvaldo punta a partire con il gruppo di Prandelli, sa che la concorrenza è feroce ma vuole costringere il cittì a portarlo in Polonia-Ucraina: l’unico modo per assicurarsi un posto è segnare; anzi, continuare a segnare come ha fatto nell’ultimo mese, con il nuovo record di reti nella massima serie. Ne aveva firmate otto ai tempi del Lecce, che sarà avversario della Roma sabato prossimo al Via del Mare, ora è quota dieci, e non ha alcuna voglia di fermarsi.

Il Messaggero – Mimmo Ferretti

Corriere della Sera – Luis Enrique: “Ora per il terzo posto c’è anche la Roma”

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Lo aveva detto alla vigilia, Luis Enrique, che la gara col Novara non sarebbe stata una passeggiata. Così è stato, anche se il 5-2 finale potrebbe far pensare ad una partita senza troppe difficoltà. La Roma, in realtà, ha dovuto soffrire per conquistare i tre punti. “Era una gara difficilissima —dice il tecnico spagnolo— per l’orario, il caldo, l’avversario che stava facendo dei grandi risultati. Potevamo essere distratti e invece, dopo aver cominciato con qualche difficoltà, la squadra ha fatto tutto quello che doveva fare“. Conquistando una vittoria che rilancia le ambizioni europee dei giallorossi. Ora la distanza dal terzo posto è di soli 4 punti. “Dobbiamo essere fiduciosi e provarci fino alla fine, siamo in sei a giocarci il terzo posto“. Il calendario, da qui al termine, può essere un buon alleato. “Il fatto che non siamo stati regolari finora non significa che non potremo esserlo nelle gare che mancano. C’è l’opportunità di fare un filotto, abbiamo l’obbligo di crederci finché ci sarà la possibilità. Se siamo ancora in corsa è perché ce lo meritiamo“.

Ci va cauto, invece, Daniele De Rossi: “La classifica dice che siamo in corsa, però il discorso è sempre lo stesso: adesso siamo a meno 4, poi magari facciamo un altro passo falso. È un campionato difficile e il problema è che non c’è solo la Lazio, ci sono altre due squadre molto forti davanti. Sicuramente la corsa non è finita come sembrava dopo il derby, l’abbiamo riaperta e siamo contenti. Meglio il bel gioco o i risultati? Io mi diverto quando vinco. Di Luis Enrique ho parlato tante volte: è diverso come mentalità da Ranieri, che però ci ha portato ad un punto dallo scudetto. Bisogna arrivare a vincere strisce di partite consecutive , come abbiamo fatto con Spalletti e Ranieri, ma dobbiamo oliarci“.

Tra gli ottimisti c’è sicuramente Francesco Totti. “In questi momenti—ha dichiarato sul suo sito internet—si può valutare la maturità di una squadra dal modo in cui reagisce: noi siamo riusciti a ribaltare il risultato e questo per la Roma è un fondamentale segnale di crescita“.

Corriere della Sera – Gianluca Piacentini

Corrieredellosport.it – Calcio scommesse, venti indagati e tre arresti a Bari

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Sono una ventina le persone indagate a Bari nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. Tra loro nove ex calciatori biancorossi, coinvolti nella presunta combine di nove partite dello scorso campionato di serie A. Tra le partite truccate c’è anche il derby Bari-Lecce (finito 0-2) che permise ai giallorossi di centrare la salvezza proprio in casa dei biancorossi che erano già retrocessi in B. I provvedimenti restrittivi dovrebbero però riguardare – a quanto si sa per ora – un numero ridotto di indagati tra i quali Andrea Masiello, difensore dell’Atalanta. Le richieste di custodia cautelare sono state avanzate dal procuratore, Antonio Laudati, e dal sostituto Ciro Angelillis.

PORTANOVA, PARISI, GHEZZAL INDAGATI – Tra gli ex calciatori biancorossi indagati a Bari, oltre ad Andrea Masiello, ci sono Daniele Portanova (difensore del Bologna), Alessandro Parisi (difensore del Torino), Simone Bentivoglio, Marco Rossi, Abdelkader Ghezzal, Marco Esposito, Antonio Bellavista e Nicola Belmonte. Nel registro degli indagati ci sono anche i nomi del factotum barese Angelo Iacovelli, tre ristoratori – Nico De Tullio, Onofrio De Benedictis e Francesco De Napoli – ritenuti complici dei calciatori, scommettitori e loro amici: Arianna Pinto, Giovanni Carella, Fabio Giacobbe, lo “zingarò” Victor Kondic, Leonardo Picci e l’albanese Armand Caca. Le partite sotto la lente degli inquirenti sono le ultime nove del campionato di calcio 2010/2011, in particolare Bari-Lecce, Palermo-Bari, Bologna-Bari, Bari-Chievo e Bari-Sampdoria. C’é anche Udinese-Bari del maggio 2010, una delle ultime del campionato 2009/2010.

BARI, ARRESTI PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE – Arresti nell’ambito dell’indagine sul calcio scommesse condotta dalla procura della Repubblica di Bari. I carabinieri del comando provinciale del capoluogo pugliese stanno eseguendo provvedimenti restrittivi, tra i quali Andrea Masiello, ex difensore di Bari e Atalanta. È contestata l’associazione per delinquere finalizzata alla frode in competizioni sportive nei provvedimenti restrittivi che vengono eseguiti in queste ore dai Carabinieri del Comando provinciale di Bari, nell’ambito dell’inchiesta barese sul calcioscommesse. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip del tribunale di Bari, su richiesta della procura. Particolari sull’operazione saranno resi noti nel corso di un incontro con i giornalisti che si svolgerà a mezzogiorno nella sede del Comando provinciale dei Carabinieri. Interverrà il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Bari, Antonio Laudati. Oltre a Masiello – a quanto si è appreso finora – sono stati condotti in carcere due suoi amici e scommettitori, Giovanni Carella e Fabio Giacobbe, ritenuti complici delle combine di alcune partite disputate dal Bari nello scorso campionato di serie A. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva.

I FATTI E I VERBALI – I nomi di Andrea Masiello e dei suoi amici-scommettitori, Fabio Giacobbe e Giovanni Carella, arrestati dai Carabinieri nell’ambito dell’inchiesta barese sul calcioscommesse, compaiono in particolare in alcuni verbali di interrogatorio relativi alla presunta combine di Bologna-Bari del 22 maggio 2011, finita 0-4. A quanto si apprende, Giacobbe e Carella andarono in auto a Bologna per incontrare probabilmente il difensore della squadra emiliana, Daniele Portanova, per tentare con questi un accordo per truccare la partita. Questa circostanza sarebbe stata riferita da Masiello agli inquirenti baresi nell’interrogatorio del 24 febbraio scorso davanti al pm della Procura di Bari, Ciro Angelillis, e ai Carabinieri baresi del nucleo investigativo. Masiello – a quanto si seppe – aggiunse che Portanova oppose un netto rifiuto. Diversa la ricostruzione dei fatti del difensore dei due “Masiello boy’s“, avv.Mario Russo Frattasi, secondo il quale Giacobbe e Carella andarono sì a Bologna assieme al ristoratore indagato Onofrio De Benedictis, proprietario del ristorante “Il Pescatorè di Bari”, ma non certo per truccare la partita. Carella e De Benedictis – secondo il legale – perchè volevano trovare un locale per aprire una pizzeria; Giacobbe perchè ha i genitori che vivono a Bologna. In quella circostanza – è la ricostruzione della difesa – Masiello diede ai suoi due amici, Giacobbe e Carella, il numero di telefono di Portanova e disse loro che il difensore emiliano avrebbe dovuto dagli una risposta. I due incontrarono Portanova che – secondo l’avv.Russo Frattasi – disse di riferire a Masiello queste parole: “Non è possibile“. Inoltre, secondo il legale, in due anni Giacobbe e Carella hanno fatto complessivamente quattro scommesse. Tre le hanno perse ed una vinta: Udinese-Bari dopo un gol a grande distanza di Almiron.

Corrieredellosport.it

Il Tempo – La rivincita di “Acquistinho”

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L’ha guardato dall’alto, come sempre. Fumando, come sempre. Al 25’ un sussulto: ha segnato Acquistinho. Chi? Walter Sabatini chiama così Marquinho. In realtà, è un soprannome affibbiato al brasiliano da DiegoZoro” Bianchi dentro i suoi racconti delle partite della Roma, diventati un cult sulla pagina Kansas City 1927 di Facebook. Il ds romanista l’ha letto, insieme a un bel po’ di giudizi affrettati sul centrocampista brasiliano, e se l’è legata al dito: ditegli tutto ma non che ha sbagliato un acquisto. Da gennaio non si dà pace: “Mi prendono in giro perché ho preso Acquistinho” ripete borbottando nei corridoi di Trigoria.

Gli altri dirigenti, invece di consolarlo, hanno deciso di infilare il dito nella piaga e hanno fatto stampare una maglia numero 7 con il nome “Aquistinho”, senza “c”, chissà perché. Sabatini ha accettato lo scherzo e se l’è appesa nella stanza. Ora tocca a lui ridere: quattro dei cinque gol di ieri sono stati segnati da acqusiti dell’ultimo mercato. Inutile dire quale gli abbia riempito il cuore. Marquinho non è più Acquistinho. Migliora di partita in partita e probabilmente verrà confermato: Sabatini non ha dubbi, Luis Enrique ha dato il suo assenso. “Non mi siedo sugli allori – racconta l’umile brasiliano – e voglio crescere ancora. Ho imboccato la strada giusta”. Il gol di ieri è l’accelerazione che gli serviva. “Non mi capita spesso di segnare di testa. Ho “rischiato” anche di fare il secondo. La dedica? Alla mia famiglia che oggi era qui e alla mia fidanzata”. Magari l’anno prossimo lo seguiranno in giro per l’Europa. “Per la Champions possiamo farcela”. Parola di Marquinho, un ex Acquistinho. Con la “c”.
Il Tempo – Alessandro Austini

 

Il Tempo – De Rossi: “Mi diverto solo quando vinco”

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Vinciamo le prossime tre partite e vediamo che succede”. Daniele De Rossi sorride, conscio che dopo la vittoria con il Novara la sua Roma avrà la possibilità di tirare la volata finale per conquistare l’ultimo posto per l’Europa che conta. Tocca a lui parlare come “migliore in campo Sky” al posto di Osvaldo: l’argentino ha lasciato lo stadio senza aprire bocca, nervoso per un mancato passaggio di Lamela nell’azione in cui Fontana ha combinato un pasticcio. “Se battiamo Lecce, Udinese e Fiorentina – dice convinto De Rossisuperiamo una o due squadre che ci sono avanti. Continuiamo con questa determinazione, uniti”. Uno sguardo alle altre è d’obbligo, considerando anche i cali di tensione che hanno veicolato l’altalenante stagione giallorossa: “Andiamo a meno quattro dalle nostre concorrenti, ma poi magari risbagliamo la prossima domenica. Per il momento la Lazio ha meritato di più rispetto alle altre di essere terza, ma la classifica parla chiaro: siamo ancora in corsa, il campionato finisce a maggio”.

Con un gomito dolorante e in piena emergenza difesa, il biondo di Ostia è arretrato sulla linea difensiva. “Non è facile prendere le misure, soprattutto nelle ripartenze. Caracciolo mi ha anticipato e ha fatto un gran gol. Se il resto della gara è stato gestito bene lo devo a Kjaer: un vero leader della difesa, è stato strepitoso”. Intanto lì davanti ne rifilano cinque agli avversari, anche se solo a tratti la squadra ha girato secondo i dettami di Luis Enrique. Il centrocampista lo sa, e come sua consuetudine non si nasconde: “Io mi diverto soltanto quando vinco. Sapete cosa penso del mio allenatore, non devo ripetermi. Ranieri aveva una mentalità diversa, ma mi ha quasi fatto vincere uno scudetto: se l’avessi vinto gli avrei fatto un busto dentro casa. Dopo un anno non è facile, ma oggi possiamo fare meglio che in passato”. Parola a Simplicio: nei suoi occhi c’è ancora quel pallonetto che ha deliziato tutto l’Olimpico: “Un gol importante che ci avvicina alla Champions. Possiamo ancora farcela”. Un cucchiaio alla Totti, che attraverso il suo blog esalta a fine gara il carattere della Roma: “In questi momenti si può valutare la maturità di una squadra. Reagire al colpo senza cambiare approccio: un fondamentale segnale di crescita”.

Il Tempo – Adriano Serafini

Il Romanista – Osvaldo, gol e bonus da 250mila euro all’Espanyol

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Non solo Luis Enrique, non solo i compagni, non solo i tifosi della Roma. Ad essere contenti per il gol di Osvaldo ci sono anche i dirigenti dell’Espanyol. Con la decima rete messa a segno ieri dall’italo-argentino la Roma infatti, come previsto da contratto, dovrà pagare alla società spagnola il primo bonus dell’accordo che ammonta a 250mila euro. A breve ce ne dovranno essere altri 250mila, previsti al raggiungimento delle 25 presenze ufficiali, essendo Osvaldo arrivato a quota 21. Una sicurezza. Un giocatore che dopo l’infortunio di gennaio ha avuto bisogno di tempo, visto anche il fisico, per ritornare in forma ma adesso è ritornato il bomber implacabile di inizio stagione. Terzo gol consecutivo dopo quelli contro Genoa e Milan a San Siro, terza prestazione da incorniciare. Il migliore, forse, della Roma.

L’uomo che si è messo la Roma sulle spalle prendendo a spallate tutti i difensori del Novara, segnando di testa e poi trovando, sempre di testa, una traversa. Non solo: svaria su tutto il fronte d’attacco, s’inventa uomo assist per Marquinho, non molla di un centimetro mai e incita i compagni dopo il vantaggio di Caracciolo. Unico tra gli attaccanti a restare in campo 90 minuti, cerca la doppietta e si manda anche a quel paese con Lamela entrato da poco.

Caratteri egoisti e forti in campo e generosi fuori, a volte si amano e altre si adorano. E spesso, Udine a parte, finisce tutto al fischio finale. Ieri pare non ci siano stati strascichi: Lamela ha lasciato lo stadio quasi per primo a testa bassa, come fa sempre, Osvaldo è andato via più tardi con un sorriso grande così. Per il gol e per la vittoria della Roma, lui che quando stava fuori chiedeva praticamente tutti i giorni ai dottori: “Sono a posto? Quando posso rientrare?”. Ci ha messo venti giorni prima del previsto: doveva restare fuori due mesi, dopo quaranta giorni era già in campo. Non al meglio, a Bergamo l’espulsione per un fallo di reazione su Cigarini, la doppia giornata di squalifica, la delusione e l’amarezza. Anche per la mancata convocazione in Nazionale: sogna l’Europeo, se da qui a fine stagione dovesse mantenere questa regolarità Prandelli gli troverà un posto sull’aereo per Polonia e Ucraina. Se la gioca con il compagno Borini, con cui condivide il trono di bomber romanista: dieci gol per entrambi, tutti in serie A per Osvaldo, nove in campionato e uno in Coppa Italia per l’ex attaccante del Chelsea, tra i primi in tribuna a battere le mani al compagno al momento del gol.

Il Romanista – Chiara Zucchelli

Corriere dello Sport – Sembrava Totti, era Simplicio: “Grazie Luis ti devo la Roma”

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Non è stato un sogno e nemmeno un pesce d’aprile. Sul diario delle imprese indelebili, quelle evidenziate da video e ritagli all’interno di una carriera da onesto professionista, Fabio Simplicio ha inserito anche questa: dopo un’azione rabbiosa, affamata, in un’area che sembrava una pista da autoscontro, ha scelto il cucchiaio per scavalcare Fontana e segnare il gol del 3-1. (…) Per Totti, che è andato ad abbracciarlo con un sorriso otto giorni dopo l’errore di San Siro. E per lo stesso Fontana, che negli spogliatoi ha incrociato Simplicio e gli ha chiesto: “Ma l’avevi mai fatto un gol così?”. Simplicio ha sorriso e ha risposto: “Nooo, è stato il primo e sarà anche l’ultimo”.

SPIEGAZIONE – Quel pallonetto magico è nato perché non poteva essere altrimenti. Simplicio era già pronto a uscire per un problema ai muscoli flessori che dovrà essere valutato nelle prossime ore. “Non dovrebbe essere niente di grave – spiega lui – ma in partita sentivo dolore. E allora ho preferito calciare in quel modo”. Come Totti contro Abbiati, ma con risultati diversi: “Figurarsi. Da Francesco c’è solo da imparare. Diciamo piuttosto che sono stato fortunato a trovare il gol. Mi fa piacere perché è servito a vincere questa partita che per noi era importantissima”.

RINGRAZIAMENTI – Era sparito da un mese, nascosto in panchina da Luis Enrique. E contro il Novara non avrebbe giocato, se non fosse capitato l’infortunio di Pjanic. Ci si aspetterebbe una frase orgogliosa, una frecciata all’allenatore che lo considera ormai una riserva delle riserve. Invece Simplicio sorprende anche con le parole: “Io posso solo ringraziare Luis Enrique. E’ stato lui a volermi trattenere a Roma”. Dopo il ritiro estivo di Riscone, a cui non era stato invitato, Simplicio è rientrato in organico. “Era quello che volevo – continua il giocatore – e ora devo solo lavorare per farmi trovare pronto quando ci sarà bisogno di me”. In questo campionato è successo spesso: contro il Novara ha segnato il suo terzo gol stagionale in soli 845 minuti di campo. E non è nemmeno una novità: Simplicio è già arrivato a quota 42 reti in serie A in soli otto campionati tra Parma, Palermo e Roma. Numeri da trequartista, più che da mediano. Ma lui non alza la voce quando viene dimenticato e rimane fuori. Gioca nella Roma, che bisogno c’è di fare casino?

Corriere dello Sport – Roberto Maida

Il Tempo – Pjanic-Simplicio sempre flessore. E’ maledizione

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La maledizione dei flessori ha fatto sedici. Il sortilegio continua e gli ultimi a farne spese sono stati Pjanic e Simplicio: flessore sinistro per il primo e destro per il secondo. La resa definitiva del bosniaco, già in allarme da un po’ di giorni, è suonata ieri mattina a Trigoria sentendo che la gamba sinistra non dava le stesse sensazioni della destra: meglio non rischiare. Il brasiliano, invece, ha rimediato una contrattura poco prima di siglare il gol del 3-1. Per Lecce potrebbero farcela entrambi.

Il Tempo – Matteo De Santis

Il Messaggero – Totti: “Prova di maturità”

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Memore forse delle delusioni già vissute in stagione, è l’unico a frenare sull’entusiasmo di giornata. Anche dopo i 5 gol rifilati al Novara, De Rossi preferisce tenere un profilo basso: “Se siamo ancora in corsa per il terzo posto? La classifica dice questo, però è sempre lo stesso discorso: adesso siamo di nuovo a -4 poi magari facciamo un passo falso sabato prossimo e torniamo al punto di partenza. È un campionato difficile e il problema è che non c’è solo la Lazio, che sta meritano per ora questa posizione, ci sono altre due squadre molto forti davanti come Udinese e Napoli. Sicuramente la corsa non è finita come sembrava dopo la sconfitta nel derby, l’abbiamo riaperta e siamo contenti. Ma limitiamoci a questo, non ha senso parlare ora di terzo posto visto che mancano ancora 8 partite”.

Realista e pragmatico anche quando replica a chi gli chiede se il calcio proposto da Luis Enrique lo diverta: “Io mi diverto quando vinco. Del nostro tecnico ne ho già parlato e conoscete il mio pensiero. E’ completamente diverso come mentalità da Ranieri, ad esempio, anche se poi il mister ci portò ad un punto dallo scudetto. Bisogna arrivare a vincere come abbiamo fatto con Spalletti e Ranieri, ma dobbiamo oliarci”. Il discorso riguarda anche lui, soprattutto quando viene impiegato nel ruolo di difensore centrale: “Sulla prima rete del Novara mi sono fatto anticipare ma Caracciolo ha fatto un gran gol. Poi direi che l’abbiamo gestita abbastanza bene. Devo ringraziare Simon Kjaer che ha fatto una grande partita. Giocare come difensore è diverso. Una cosa, poi, è stato farlo con la Juventus dove ci difendevamo tutti insieme. Con il Novara, invece, loro partivano tutti in contropiede e per me era difficile prendere le distanze. Non abbiamo fatto errori clamorosi e abbiamo centrato i tre punti, quello che conta”.
Torna a parlare anche Totti, non direttamente, ma attraverso il suo sito ufficiale: “Abbiamo vinto con una bella cinquina. In attacco abbiamo prodotto tanto e nonostante il primo caldo ci siamo mossi bene. C’è comunque da dire che in Serie A non esistono mai partite facili, tutte le squadre che s’incontrano nel nostro campionato sono ordinate e ben messe in campo. Il Novara poi veniva da risultati positivi e ha mostrato d’essere in salute segnando abbastanza presto. E’ in questi momenti che si valuta la maturità di una squadra, dal modo in cui reagisce al colpo subito senza cambiare approccio: noi siamo riusciti a ribaltare il risultato e poi abbiamo assunto il controllo della partita… e questo per la Roma è un fondamentale segnale di crescita”. Per Simplicio un problema ai flessori della gamba destra.

Il Messaggero – Stefano Carina

 

La Gazzetta dello Sport – De Rossi: “Vinciamone tre. Questa Roma è da terzo posto”

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Senti parlare De Rossi e capisci tante cose. Parole sincere, serie, attente. Di uno che guarda già avanti. Certo, la Roma supera nettamente il Novara, ma lui, che ha giocato pure una partita neanche troppo bella, ringrazia: “Se oggi è andata bene, devo ringraziare il mio compagno di reparto, Kjaer, è stato strepitoso, un vero leader della difesa”. Ha giocato difensore centrale, come quel Roma-Juventus finita 1-1 (e lì aveva pure segnato una gol): “Ma in quella partita difendevamo tutti, in questa è stato più difficile perché c’erano più spazi e non trovavo la posizione giusta”. Ha giocato in un ruolo non suo, per necessità, non per scelta tecnica (“È stata dura, perché come il Novara prendeva la palla, faceva verticalizzazioni in profondità e io ho i riflessi da centrocampista”). Ha giocato. E se la Roma è ancora lassù, in corsa per il 3° posto lo deve anche a lui. A De Rossi, uno che sa cosa vuol dire affondare e poi rialzare la testa, senza ingoiare più acqua.

L’analisi – Si prende pure la colpa, sul primo gol dei torinesi (“Mi sono fatto anticipare”), e in campo mostra solo una faccia, quella che fa le scuse. Poi, però, rilancia: “Questa Roma è da terzo posto, basta infilare tre vittorie consecutive: col Lecce, e poi le due in casa. Ma il campionato finisce a maggio. E nemmeno con le parole. E lì davanti, se proprio devo dire la verità, la squadra più importante che sta davanti a noi è la Lazio. È quella più meritevole, anche se ora ha un calo, ma è stata al terzo posto dall’inizio. Poi, certo, c’è anche il Napoli in forma”.

Ancora a caldo – Sul gioco della Roma, invece, va oltre. “Su Luis Enrique sapete già tutti come la penso, e io mi diverto solo quando la Roma vince, non per un determinato tipo di gioco. Con Ranieri era diverso, lui ha una mentalità diversa. Ma ci ha portato a un punto dallo scudetto. E se Ranieri ce lo avesse fatto vincere, beh, gli avrei costruito un busto e me lo sarei tenuto in casa. Ma dopo solo un anno, non è facile tirare le somme, c’è bisogno di tempo. E sicuramente posso dire che in questa maniera si può arrivare a vincere, proprio come abbiamo fatto con Ranieri e Spalletti: dobbiamo tornare a quei livelli, ma c’è ancora da lavorare”. Poi, torna sulla partita contro il Novara: “Siamo stati bravi a reagire ed a tirare fuori il carattere. Una cosa che mi piace, di questa Roma, è che ci sono giocatori che giocano poco, ma poi quando vengono chiamati in causa fanno partite importanti, e si fanno sempre trovare pronti, come Bojan e come Marquinho”.

Chiusura di stile – Infine, la città, i tifosi, il tifo. “Dobbiamo lavorare, e i mugugni cittadini, o altre cose che sono successe quest’anno, li sentiamo, ma li mandiamo giù tutti. Dentro lo stadio la gente è in festa con te, questo è quello che conta. Naturalmente la contestazione con i cori ci può sempre stare, ma non si può parlare di una città intera, e devo dire che quest’anno allo stadio abbiamo trovato un’atmosfera unica. Spero che questa maturità non svanisca dopo il primo anno di questo, tra virgolette, progetto”. E parla uno che proprio su questo argomento poco tempo fa ha fatto uscire un po’ di dolore. Ma poco. Perché lui l’anima non se la fa mai calpestare.

La Gazzetta dello Sport – Gabriella Greison

Il Messaggero – Roma, manita da Champions

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La seconda manita di Luis Enrique si alza, all’Olimpico, davanti alle tre rivali nella corsa Champions: la Roma sale in classifica e torna a quattro punti dal terzo posto, mentre chi la precede si ferma. Il 5 a 2 contro il Novara produce l’effetto desiderato: serve per rivedere il podio che potrebbe dare un senso a una stagione fin qui anonima. Non contano, nella circostanza, le gaffe dei singoli, nè la prestazione del gruppo: i giallorossi devono solo guardare l’utilità del risultato, rotondo e per questo meritato, a otto giornate dal traguardo.
La Roma non si arrende. Nonostante le assenze pesanti, Luis Enrique si gode la prima rimonta (l’ultima contro la Sampdoria già retrocessa, sempre all’Olimpico, nella giornata conclusiva del torneo scorso). I giallorossi restano in testa per i punti fatti nei primi quarantacinque minuti, ma contro il Novara crescono nella ripresa, cosa mai accaduta nelle ultime tre partite. Sta a significare che il gruppo non ha la lingua di fuori.
In difesa mancano Heinze, Burdisso e Juan e, proprio nel giorno in cui De Rossi deve per forza arretrare da centrale vicino a Kjaer, pure Pjanic non è disponibile e a centrocampo Luis Enrique vara un trio mai collaudato: Gago in mezzo, ai suoi fianchi Simplicio e Marquinho. La Roma è diversa più per l’emergenza che per scelta. La differenza contro il Novara non la fa il coro, ma i solisti. Osvaldo su tutti. L’italoargentino realizza la terza rete consecutiva in tre gare, la decima di questo torneo che gli permette di entrare in doppia cifra (unico tra i giallorossi), produce gli assist per i gol di Marquinho e Lamela, prende una traversa e fa in assoluto respirare i compagni nei momenti più duri del match. Accanto a Osvaldo, mancando Borini, si rivede titolare Bojan: è la migliore intuizione di Luis Enrique. Lo spagnolo sta più in forma di Lamela, inizialmente in panchina. La sua freschezza è preziosa e manda in tilt la difesa del Novara che non aveva subito nemmeno un gol in sei delle ultime otto gare. Anche Marquinho è decisivo e non solo per la sua prima rete con la nuova maglia. Il brasiliano, tra i centrocampisti, è in questa partita il più affidabile nella corsa e come qualità. E nei movimenti.
La Roma, cosa da mettere in preventivo, sbanda dietro. Caracciolo si presenta con un gran gol: di nuca e spalle alla porta, su lancio di Gemiti, anticipa De Rossi e supera Stekelenburg al diciassettesimo per il vantaggio del Novara, dopo le occasioni sprecate da Jeda e Osvaldo. Il reparto arretrato soffre sui lati, dove Taddei sembra stanco e Josè Angel chiude male. Caracciolo, diagonale sballato, fallisce il raddoppio e Osvaldo, cross da destra di sinistro, pesca Marquinho: il brasiliano sovrasta Paci e firma il pari al venticinquesimo. Di testa. Come Osvaldo, su corner di Totti, per il sorpasso al trentaquattresimo. Il portiere Ujkani, infortunatosi ad una mano in un precedente scontro con l’italoargentino, è dolorante. Non rientrerà nella ripresa: dentro Fontana. Osvaldo, su cross di Josè Angel, prende subito dopo la traversa, splendida la girata, ancora di testa.
Nel finale di tempo brividi per la Roma: su un corner velenoso di Jensen e su un colpo di testa di Lisuzzo. Al quarantaquattresimo protesta il Novara: Jeda atterrato in area da Kjaer su tocco in profondità di Caracciolo. Sarebbe rigore e rosso, ma l’assistente Giachero chiama un fuorigioco che non c’è. Jeda, nuova dormita di Kjaer su lancione (tipo Muntari per Ibrahimovic a San Siro) di Garcia, si pappa la chance del 2 a 2 ad inizio ripresa. I giallorossi, finalmente concreti, non perdonano e abbattono il 5-3-2 di Tesser: Simplicio usa il cucchiaino per il 3 a 1 al decimo e lascia il posto, per un fastidio muscolare alla coscia, a Perrotta; Bojan, in contropiede su verticalizzazione di Marquinho, segna la sua quinta rete in giallorosso per il 4 a 1 al diciassettesimo, dedicandola all’amico Abidal, e va in panchina per dar spazio a Lamela. Al minuto 33, sbaglia anche l’altro assistente di Romeo, il signor Comito: Morimoto, su sponda di Caracciolo, è in fuorigioco quando realizza la seconda rete del Novara. Entra Viviani per Totti: il capitano resta a digiuno, ma più che per se stesso gioca per la squadra. Marquinho chiude da trequartista. Lamela, a fine recupero, sigla il gol del 5 a 2, il suo secondo in A: sinistro garbato su invenzione di Osvaldo. All’ora di pranzo, il pubblico dell’Olimpico si gusta l’abbuffata.

Il Messaggero – Ugo Trani

Lazio, morto Giorgio Chinaglia. Il 65enne è stato colpito da un infarto

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Il mondo del calcio è in lutto: è morto Giorgio Chinaglia. L’ex attaccante della Lazio, che quest’anno aveva compiuto 65 anni, è stato colpito da un infarto venerdì scorso, ma era stato rimandato nella sua casa in Florida dove è deceduto questa mattina.

Arshad: “A breve due sorprese digitali per i tifosi della Roma”

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Shergul Arshad, direttore del Digital Business dell’As Roma, annuncia che durante la prossima settimana ci saranno due sorprese per i tifosi del club giallorosso. Queste le parole di Arshad dal suo profilo su Twitter:
2 sorprese digitali per i tifosi AS Roma questa settimana…”

Kjaer: “Che bella domenica. Europa, arriviamo”

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Simon Kjaer torna a sorridere per una prestazione positiva. Il difensore danese, al termine della gara vinta 5-2 contro il Novara, ha commentato la giornata dalle pagine del profilo personale di Twitter. Ecco il messaggio pubblicato dal centrale della Roma: “5 gol + 3 punti + 1 vittoria = che bella domenica! Stiamo risalendo verso l’ Europa!”. Attraverso il social network Kjaer ha voluto incoraggiare il portiere dei piemontesi Ujkani, uscito anzitempo dal campo dopo uno scontro con Osvaldo: “Auguro un veloce recupero al mio amico ed ex compagno nel Palermo Samir Ujkani. Rimettiti presto!”.

Problema al flessore della gamba destra per Simplicio

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Fabio Simplicio è stato sostituito al 57esimo minuto di Roma-Novara da Simone Perrotta, subito dopo aver siglato il gol del 3-1, per un problema fisico. Per il centrocampista si tratta di un problema al flessore della gamba destra, l’entità del suo infortunio verrà valutata nelle prossime ore.

Totti: “Contro il Novara dimostrazione di maturità”

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Il capitano giallorosso Francesco Totti ha voluto commentare il largo successo della Roma ai danni del Novara. Dalle pagine del blog personale, francescototti.com, il numero 10 ha espresso così la soddisfazione per il 5-2 finale contro i piemontesi:

“Oggi abbiamo vinto con una bella cinquina, in attacco abbiamo prodotto tanto e nonostante il primo caldo ci siamo mossi bene. C’è comunque da dire che in Serie A non esistono mai partite facili, tutte le squadre che s’incontrano nel nostro campionato sono ordinate e ben messe in campo. Il Novara poi veniva da risultati positivi e ha mostrato d’essere in salute segnando abbastanza presto. E’ in questi momenti che si puo’ valutare la maturita’ di una squadra, dal modo in cui reagisce al colpo subito senza cambiare approccio: noi siamo riusciti a ribaltare il risultato e poi abbiamo assunto il controllo della partita…e questo per la Roma e’ un fondamentale segnale di crescita”.

Roma-Novara, Fontana a Simplicio: “L’avevi mai fatto un gol così?”

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Divertente siparietto andato in scena in mixed zone, al termine della partita, tra Fabio Simplicio ed il secondo portiere del Novara Fontana. L’estremo difensore, beffato da un pallonetto morbido del centrocampista brasiliano in occasione del momentaneo 3-1, si è rivolto così al calciatore della Roma: “Ma l’hai mai fatto un gol così?”. Pronta la replica di Simplicio, sotto lo sguardo divertito dei presenti: “No, sarà il primo e l’ultimo”.