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Il Romanista – Il ritorno di Kjaer, 4 mesi dopo

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Titolare. Dopo quattro mesi. Il ritorno di Kjaer all’Olimpico vale quasi quanto le 25 presenze stagionali di Heinze, traguardo che per l’argentino significa il rinnovo automatico del contratto. Dalle statistiche alla cronaca, ieri Pjanic si è allenato con il resto della squadra. Improbabile che però Luis Enrique lo getti nella mischia stasera. Meglio farlo tra cinque giorni alla Scala del calcio. Kjaer, innanzitutto. Innanzitutto, perché per il danese è una specie di esame di maturità. Fuori Juan, è una scelta obbligata. L’alternativa sarebbe De Rossi al centro della difesa, soluzione valida in caso di necessità. E quindi non in questo caso. Già, perché al Barbera Simon se l’è cavata. Nessuna sbavatura, nessuna distrazione, non certo una prestazione sontuosa – alla Juan, per intenderci, che una lesione di secondo grado terrà fuori quasi fino al termine della stagione – ma sicuramente un difensore solido, efficace, quello che serve alla Roma. Sarà titolare all’Olimpico. Non accadeva da Roma-Lecce, era il 20 novembre.

Accanto avrà Heinze, che i galloni di leader se li è conquistati sul campo. Sguardo arcigno, poche simpatie per la stampa come per gli attaccanti avversari, oggi sarà la sua venticinquesima volta con la maglia della Roma. Roma che sarà sua anche la prossima stagione, se lo vorrà. In porta al 99% ritornerà Stekelenburg. Sulle fasce: Rosi a destra, mentre ballottaggio tra Taddei e José Angel a sinistra. Appena in tempo, ma probabilmente non abbastanza in tempo.

Pjanic è tornato in gruppo 24 ore prima della partita col Genoa. Un giorno di lavoro assieme ai compagni non dovrebbe però bastare a Luis Enrique. Anche perché sabato c’è il Milan, partita che vale 3 punti come quella di stasera, ma che presenta difficoltà leggermente superiori. Ma proprio leggermente. Oggi Miralem potrebbe comunque finire in panchina, sperando di non doverne avere bisogno.

Marquinho e Greco si candidano per sostituirlo. Se dovesse far fede la trasferta vittoriosa di Palermo, nessun dubbio: dovrebbe giocare Leandro, che al Barbera se l’è cavata egregiamente. Altro che compitino, il centrocampista ha manovrato con discreta personalità. Ma anche il brasiliano potrebbe meritarsi un’altra chance. Non sarà Garrincha, ma fino ad ora non si segnalano errori particolari. Al contrario, Marquinho ha dato l’impressione di avere anche un buon tiro. Quando può, batte a rete senza pensarci due volte. Ha doti offensive spiccatamente superiori a Greco e questo potrebbe far pendere l’ago della bilancia dalla sua parte.

Il resto è consuetudine: De Rossi davanti alla difesa, Gago intermedio. In attacco, Totti salterà il turno ma sarà pronto per il Milan. Senza Pjanic, Lamela agirà sulla trequarti. Ma alle spalle di chi? Ci sono tre nomi per due maglie. Borini va che è un favola, è il capocannoniere della Roma. Difficile che resti fuori Osvaldo. Bojan dovrebbe fare quindi ancora panchina. Salvo sorprese. Che con Luis sono sempre possibili.

Il Romanista – Daniele Galli

Il Romanista – Osvaldo, benedetta primavera

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L’ultima volta che ha segnato mancavano quattro giorni a Natale. Adesso tra due giorni sarà Primavera e la speranza è che per Dani Osvaldo sia benedetta. Se chiedi a Trigoria come sta l’attaccante la risposta è unanime: “Incazzato”. E non per qualche screzio con l’allenatore o con qualche compagno ma perché ha voglia di tornare al gol, ha voglia di tornare ad essere quel valore aggiunto che è stato per la Roma nel girone d’andata. Sette reti ma soprattutto un gioco e un’importanza per la squadra che in pochi al suo arrivo in estate avrebbero pronosticato: si è preso ribalta e applausi Osvaldo, passato in poche settimane da “bidone” a idolo della gente. I tifosi stravedevano e stravedono per lui, i compagni idem tanto da non comprendere e condividere la decisione di Luis Enrique di lasciarlo fuori a Firenze dopo lo schiaffo con Lamela.

L’infortunio di inizio anno al bicipite femorale (con conseguente stop di 40 giorni) e la doppia giornata di squalifica in seguito all’espulsione di Bergamo hanno reso questo inizio 2012 un incubo (sportivo, s’intende) e per questo Osvaldo non vede l’ora di buttarsi tutto alle spalle. A partire da stasera quando dovrebbe riprendere il suo posto da titolare. Un’espulsione, quella per il fallo su Cigarini, che non gli è mai andata giù: le immagini televisive non hanno mostrato la sua reazione, lui l’ha ammessa, ma ha anche spiegato le continue provocazioni dell’avversario e i suoi falli che invece non sono stati sanzionati. Acqua passata, ormai. Almeno così dovrebbe essere perché in questa settimana Osvaldo, a parte una piccola botta quattro giorni fa, si è allenato tanto e anche bene. Per riprendersi la Roma e per far vedere a Prandelli che lui l’Europeo lo vuole eccome: il cartellino di Bergamo gli ha fatto perdere anche la convocazione azzurra per l’amichevole disputata a Genova contro gli Stati Uniti e al suo posto è stato chiamato Borini.

Osvaldo si è complimentato col compagno per la prima presenza in Nazionale ma, anche lì, l’arrabbiatura c’è stata ed è stata anche tanta. 156 minuti in campo da Bologna a oggi: pochi, anzi pochissimi, per uno che quando è stato bene è sempre stato uno degli intoccabili di Luis Enrique. Uno che ad agosto quando ha lasciato l’Espanyol ha salutato gli amici di Barcellona dicendo: “Vado a far cambiare idea a un po’ di gente su di me”. C’è riuscito, ma si sente soltanto a metà dell’opera. L’obiettivo è chiudere, quantomeno, la stagione in doppia cifra e per farlo ci sono 11 partite a disposizione. Una vita, due mesi ancora di campionato da vivere al massimo. Trasformando l’incazzatura in rabbia agonistica e la voglia di rivalsa in gol, tanti gol, per se stesso, per la Roma e anche per l’Italia.

Il Romanista – Chiara Zucchelli

Corriere dello Sport – Roma, notte da Champions

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Soltanto quindici giorni fa, dopo il secondo derby perso, Luis Enrique aveva pronunciato una frase che sembrava una visione: “Penso che la Roma possa vincere le prossime dodici partite e inseguire il terzo posto, anche se è diventato tutto più difficile” . (…). Oggi, dopo i risultati di un campionato che continua ad essere generoso con i sognatori, la Roma comincia davvero a fare i conti: se batte il Genoa, torna ad annusare la zona Champions League. Montella ha fermato la Lazio, vincendo il suo secondo derby personale da allenatore, l’Inter è quasi uscita di scena con il pareggio con l’Atalanta, Udinese e Napoli hanno pareggiato. In due giornate la Roma potrebbe quindi risalire da -10 a -4, con 30 punti ancora disponibili.

SPERANZE – Se ne è parlato ieri a Trigoria. Eccome. Sussurrando quella parola, Champions , che non aveva portato fortuna nelle scorse settimane: da quando i dirigenti avevano dichiarato lobiettivo, in precedenza nascosto sotto al tavolo come nel vecchio Risiko , la Roma aveva perso due partite su due. Una volta liberata la squadra dall’obbligo di essere grande, sono arrivati la reazione di Palermo e i risultati favorevoli delle dirette concorrenti. Stavolta nessuno uscirà allo scoperto, parlando di grande rimonta. Tantomeno Luis Enrique che sabato, nell’antivigilia del monday night , ha calmato lambiente con il solito anatema: “Voglio solo battere il Genoa” . Ma un languorino nello stomaco dei giocatori si è sentito.

MOTIVAZIONI – Non è facile rincorrere. Perché anche in caso di vittoria con il Genoa, rimangono comunque tre le squadre da superare (una delle quali, la Lazio, ha i confronti diretti a favore), con un calendario complicato: ci sono le trasferte contro Milan e Juventus, le pretendenti allo scudetto. Ma ci sono anche le sfide all’Olimpico contro Udinese e Napoli a legittimare un pizzico di ottimismo. E poi, guardare in alto può essere utile per dare un senso allultima parte di una stagione tribolata. Impostare una mentalità da Champions League è un buon metodo per garantirsi l’Europa di riserva, sicura con il quarto o quinto posto e promessa anche dal sesto se il Napoli agganciasse mercoledì la finale di Coppa Italia. L’Europa League non ha né l’appeal né i ricavi del torneo più importante ma è sempre meglio di niente per una società che punta a internazionalizzare il marchio e raggranellare tifosi in giro per il mondo.

IL TABU – La prima tappa in ogni caso è Roma-Genoa, ritardata di un giorno per consentire al campo dello stadio Olimpico di respirare dopo la battaglia del Sei Nazioni di rugby tra Italia e Scozia. In questo senso, i precedenti non sono incoraggianti: di lunedì la Roma ha già perso a Siena quest’anno e a Firenze nel 2001. Prima di ragionare sui traguardi più eccitanti, va cancellato questo strano sortilegio. A proposito di Olimpico, però, cè una seconda curiosità: il Genoa non ci ha mai vinto in campionato. Nel 1990, quando per l’ultima volta festeggiò a Roma, si giocò allo stadio Flaminio (1-0, rete di Aguilera) a causa dei lavori di ristrutturazione per i Mondiali. E nell’occasione precedente, nel 1951 in serie B (2-1), l’Olimpico non era ancora nato. Non solo: dal ritorno in A (2007/08), il Genoa è sempre stato battuto a Roma. (…)

Corriere dello Sport – Roberto Maida

Serie A, i risultati: vincono Cagliari, Novara e Catania. Solo un pari per l’Inter, Udinese-Napoli 2-2

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Sono terminate le gare della domenica nel programma della 28a giornata di serie A. Nell’anticipo delle 12.30 larga vittoria del Cagliari in casa sul Cesena (3-0). Nei match delle 15 la sorpresa arriva da Milano, dove l’Inter non è riuscita ad andare oltre lo 0-0 contro l’Atalanta. Pareggi anche in Bologna-Chievo (2-2) e Lecce-Palermo (1-1). Altro passo falso della Lazio: dopo la sconfitta interna della settimana scorsa col Bologna, i biancocelesti cadono anche in casa del Catania (1-0). In chiave salvezza da registrare l’importante successo del Novara all’Artemio Franchi di Siena (0-2). Finisce in parità il posticipo delle 20.45 tra Udinese e Napoli, con i partenopei bravi a recuperare il doppio svantaggio. Roma-Genoa (lunedì, ore 20.45, stadio “Olimpico”) chiuderà il programma del 28° turno. Ecco tutti i risultati:

Parma-Milan 0-2 (sabato, 18.00)

Fiorentina-Juventus 0-5 (sabato, 20.45)

Cagliari-Cesena 3-0 (domenica, ore 12.30)

Bologna-Chievo 2-2 (domenica, ore 15.00)

Catania-Lazio 1-0

Inter-Atalanta 0-0

Lecce-Palermo 1-1

Siena-Novara 0-2

Udinese-Napoli 2-2

Roma-Genoa (lunedì, 20.45)

 

Ag. Tabanou: “Vuole partire. La Roma? Difficile rimanere insensibili”

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Franck Tabanau, centrocampista del Tolosa, è stato accostato alla Roma in vista della riapertura del calciomercato estivo. Il suo agente, Philippe Lamboley, ha lasciato aperto qualche spiraglio al club giallorosso manifestando gradimento per un eventuale approdo nella Capitale del suo assistito. Ecco le parole del procuratore:

“E’ arrivato per lui, dopo 7 anni al Tolosa, il momento di guardare altrove. La Roma? E’ un grande club, non si potrebbe rimanere insensibili ad una proposta del genere. C’è l’interesse di alcuni club italiani – spiega Lamboley a laroma24.it – ma ancora molto leggero. Ha un contratto fino al 2015″.

Montella: “Via dalla Roma perché ero radicato al passato”

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Quarantuno punti fin’ora conquistati alla guida del Catania. Vincenzo Montella, ex calciatore ed allenatore della Roma, da giugno sulla panchina degli etnei, grazie alla vittoria maturata con la Lazio ha raggiunto in classifica proprio i giallorossi. Al termine della gara contro i biancocelesti l’ex aeroplanino è tornato sul suo divorzio dalla Roma. Ecco uno stralcio di quanto dichiarato da Montella nel post-partita:

“Non faccio la mia corsa guardando la classifica della Roma. Perché me ne sono andato dalla Capitale? I nuovi dirigenti volevano dare un taglio con il passato, preferivano un tecnico esterno, io ero troppo radicato. Sin da subito ho condiviso la loro scelta, poi che sia giusto o meno è un altro discorso”.

Panucci nuovo responsabile dell’area tecnica del Palermo

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Christian Panucci è il nuovo responsabile dell’area tecnica del Palermo. La notizia giunge direttamente dallo stesso ex calciatore attraverso l’emittente satellitare Sky Sport. Con il club rosanero, l’ex difensore della Roma ha siglato un contratto di 3 anni e sarà operativo da martedì. A giugno anche Giorgio Perinetti entrerà a far parte dell’organigramma societario dei siciliani con la carica di vicepresidente.

Roma-Genoa, i convocati di Marino

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L’allenatore del Genoa Pasquale Marino ha reso noti i convocati per la gara in programma lunedì sera allo stadio Olimpico contro la Roma. Ecco la lista:

18 Alhassan

10 Birsa

25 Belluschi

88 Biondini

3 Carvalho

1 Frey

82 Gilardino

11 Jankovic

19 Jorquera

13 Kaladze

22 Lupatelli

20 Mesto

24 Moretti

8 Palacio

7 Rossi

31 Sampirisi

93 Sturaro

73 Scarpi

81 Sculli

4 Veloso

9 Zè Eduardo

Roma-Genoa: le probabili formazioni

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Ecco le probabili formazioni di Roma-Genoa, gara della 28a giornata di serie A, in programma lunedì sera, ore 20.45, allo stadio “Olimpico”.

ROMA (4-3-1-2): Stekelenburg; Rosi, Heinze, Kjaer, Josè Angel; Gago, De Rossi, Greco; Lamela; Borini, Osvaldo.
A disposizione: Lobont, Taddei, Viviani, Simplicio, Marquinho, Bojan, Piscitella.
Allenatore: Luis Enrique.
Indisponibili: Juan, Burdisso, Cassetti, Pjanic, Totti.
Squalificati: /
Diffidati: Cassetti, Juan, Heinze.

GENOA (4-3-1-2): Frey; Rossi, Carvalho, Kaladze, Moretti; Mesto, Veloso, Biondini; Belluschi; Gilardino, Palacio.
A disposizione: Lupatelli, Alhassan, Sampirisi, Jorquera, Birsa, Jankovic, Ze Eduardo.
Allenatore: Pasquale Marino.
Indisponibili: Kucka, Antonelli, Bovo, Granqvist, Constant, Sculli.
Squalificati: /
Diffidati: Grankvist, Rossi, Jankovic, Kucka.

La Repubblica – Come un terremoto tra i tifosi: “Una roba da fantascienza”

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Su internet e sulle radio pareri contrastanti ma tutti sono disorientati. Un terremoto per la tifoseria romanista la notizia della tentata truffa e diffamazione ai danni di due dei massimi dirigenti del club, il ds Franco Baldini e l’avvocato del cda, Mauro Baldissoni.

I fan giallorossi si dividono sul fatto che, tra gli indagati, ci sia anche il romanista di lungo corso Mario Corsi, per tutti “Marione”, lo speaker della radio giallorossa più seguita. C’è chi si erge a strenuo difensore di Corsi, una voce legata alle gioie delle vittorie come alla ricerca di consolazioni quando le cose non vanno bene. E allora le prove di quanto “spifferato” da Marione sarebbero nelle «assurde cessioni» dell’ultimo mercato estivo, nell’aver regalato calciatori di livello ai concorrenti per pochi soldi, o anche solo nel non aver mai visto chi davvero si nasconde dietro alla cordata che fa capo a Thomas Di Benedetto. Dall’altra parte del ring chi, anche rivangando le vecchie grane giudiziarie di Corsi, giudica lo speaker «da sempre un pallonaro, buono solo a prendere in giro i tifosi veri». Come Luciano, che si sfoga sul web: «Qualcuno non aveva ancora capito che la nuova dirigenza non avrebbe regalato prosciutti a Natale, e che i fortissimi interessi personali di Renga e Corsi nella Roma adesso sono da mettere da parte per la prima volta?».

Una posizione condivisa sulle frequenze delle radio sportive capitoline, da chi per esempio sostiene che questa sia l’occasione per fare piazza pulita di «speaker che alzano troppo la voce». O c’è infine chi pensa che alla fine tutta lavicenda è «semplicemente una bolla di sapone». Il calcio è fatto anche di questo, di opinioni contrastanti su una vicenda sulla quale a far luce sarà la magistratura e non la curva Sud. Nel frattempo il diretto interessato, Mario Corsi, annuncia in diretta la decisione di autosospendersi dalla conduzione del programma “Te la do io Tokyo”: «È la cosa più incredibile che è successa nella mia vita».Poi si difende e, nel botta e risposta con Giuseppe Lomonaco, suo compagno di trasmissione, ricorda un episodio risalente «ai primi annidi Franco Sensi, l’arrivo della Digos mentre noi criticavamo la Roma in modo feroce. Ora stiamo criticando la Roma nella stessa maniera e mi arriva questa cosa incredibile. Più che ridere non posso fare». Poi spiega incredulo che «Capaldo è una delle persone più importanti della procura di Roma», che la Digos «è l’antiterrorismo», che lui stesso, secondo le ricostruzioni di stampa, sarebbe «coinvolto nell’attività ai danni della squadra: rimango veramente allibito, l’unica difesa che posso fare è dire laverità su quello che è successo, però al giudice. Per il resto sono rimasto come un coglionazzo». A sorprendersi per tutta la vicenda è anche il tifoso giallorosso Maurizio Costanzo: «Roba da fantascienza, forse sarebbe meglio tornare a parlare solo di calcio. Mi sembra tutto abbastanza incredibile».

La Repubblica – M. Ciaffone G. Scarpa

Allenamenti Roma – Totti ancora differenziato, Pjanic lavora con il gruppo.

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Da Trigoria – Marco Calò

Allenamento di rifinitura della Roma in vista della sfida di domani sera, ore 20.45 allo stadio Olimpico, contro il Genoa. Rientra a disposizione Osvaldo dopo la squalifica. Luis Enrique dovrà valutare le condizioni di Totti e Pjanic.

11.05 – La squadra entra sul campo B. Assenti Juan, Burdisso e Cassetti. Pjanic regolarmente in gruppo, mentre Totti lavora a parte. Il capitano corre sul campo C assieme al preparatore Vito Scala.

11.10 – Inizia il riscaldamento con il classico torello

11.25 – Dopo il riscaldamento con il consueto torello il gruppo ha iniziato un lavoro sugli schemi offensivi

11.40 – Proseguono gli esercizi tattici; provate le azioni con gli inserimenti sulle fasce.

12.00 – Il tecnico asturiano sta spiegando il prossimo esercizio. Distribuisce i fratini. Per il gruppo esercitazioni tattiche sulle palle inattive.

12.15 –  Termina la seduta di rifinitura

FINE

SERIE A ROMA-GENOA: (Stadio Olimpico – 19 marzo 2012 – ore 20.45)
INDISPONIBILI: N. Burdisso, Juan, Cassetti
IN DUBBIO: Totti e Pjanic
SQUALIFICATI: /
PROBABILE FORMAZIONE (4-3-3): Stekelenburg; Rosi, Heinze, Kjaer, J. Angel; Gago, De Rossi, Marquinho; Lamela, Borini, Osvaldo

Gago: “Tutto il mio sostegno a Muamba e alla sua famiglia”

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Tutto il mio sostegno a Muamba e alla sua famiglia …“. Fernando Gago, attraverso il suo profilo Twitter, ha voluto esprimere il suo sostegno per il povero Fabrice Muamba, calciatore del Bolton colpito ieri da infarto proprio mentre era in campo a difendere i colori della sua squadra.

Muamba lotta per la vita. Coyle: “La situazione è molto seria”

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Fabrice Muamba, calciatore 23enne del Bolton, si è accasciato a terra al 42′ del primo tempo del match tra Tottenham e Bolton, senza che nessuno lo colpisse. Il calciatore inglese, nato in Zaire, è stato rianimato in campo col defibrillatore per 6 lunghissimi minuti e successivamente portato d’urgenza in ospedale. La gara è stata giustamente sospesa dal signor Howard Webb.

Fabrice Muamba è stato ricoverato al Chest Hospital di Londra dove si trova in condizioni critiche ed in terapia intensiva. Il club e l’ospedale chiedono ai media ed ai tifosi di rispettare la privacy della famiglia.

L’allenatore dei Wanderers, Owen Coyle, ha dichiarato: “La situazione è molto seria, non se ne può scappare, speriamo che se la cavi. Ovviamente siamo inondati da messaggi di solidarietà e speriamo che ognuno preghi fortemente affinché Fabrice recuperi. Gli siamo tutti vicini e speriamo che torni al meglio“.

Corriere della Sera – Roma, Luis Enrique si fida

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«Io sono convinto di poter vincere con il Genoa. Quello è il mio pensiero, il resto non mi interessa». Non ci casca Luis Enrique, nemmeno dopo una bella vittoria come quella di Palermo e con un calendario, da qui alla fine del campionato, meno in salita rispetto alle altre pretendenti per un posto in Europa. Non ci casca e non si lascia andare a previsioni nemmeno dopo che il giocatore insieme a Totti più rappresentativo della squadra, Daniele De Rossi, ha dichiarato di volerle vincere tutte fino alla fine: 11 partite che saranno 11 finali. «Se inizio a pensare a cosa farò, lascio da fare quel che c’è da fare oggi. E oggi è l’importante. È bellissimo avere questa mentalità, questa voglia. Mi piace, ma non voglio essere distratto. La partita col Genoa è la più importante, non ce n’è un’altra».

La squadra vista a Palermo, però, ha lasciato intravedere un miglioramento, soprattutto dal punto di vista della personalità ed è riuscita a vincere soffrendo. «Io il miglioramento della squadra lo vedo da mesi, non saranno un po’ di partite perse a cambiare il mio modo di pensare. So che i risultati nel calcio sono fondamentali e sono abituato. Ma continuo a vedere miglioramenti, qualche volta sul piano tattico o tecnico, ma è normale in certe partite soffrire perché di fronte ci troviamo sempre avversari con qualità».

A Palermo la squadra è riuscita a mantenere la porta inviolata, frutto di un intenso lavoro sulla fase difensiva che Luis Enrique ha svolto dopo il derby ma anche di qualche accorgimento tattico, con una maggiore copertura soprattutto sugli esterni. «L’idea è sempre la stessa, e cioè di avere il pallone anche per 90 minuti, se possibile, e recuperarlo velocemente. E per fare questo tipo di lavoro devi avere una struttura e delle situazioni di gioco che noi facciamo ogni settimana. È normale che dopo un po’ di tempo i calciatori sappiano vedere e, cosa più importante, identificare questa situazione in campo».

Il dubbio che solo domani sera sarà sciolto è se contro il Genoa scenderà in campo la Roma determinata e attenta che ha vinto in Sicilia o quella che ha concesso 4 gol e altrettante occasioni all’Atalanta. «Non lo so – la sua ammissione – che partita sarà. Il perché del rendimento diverso dipende sempre dall’avversario».
Domani sera all’Olimpico non ci saranno Totti e Pjanic, che stanno lavorando per tornare a disposizione con il Milan sabato prossimo, oltre a Burdisso e Juan la cui stagione è già finita da un po’. Luis Enrique, però, non vuol sentir parlare di emergenza. «Col Genoa saremo comunque in undici in campo, e questo solo conta. È così che si fa una squadra, è così che si va avanti quando ci sono degli infortuni o delle espulsioni. Questo succede e non deve essere un problema, per una squadra come la Roma».

Corriere della Sera – G. Piacentini 

Gazzetta dello Sport – Nel complotto sulla Roma l’inchiesta si allargherà

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Questa storiaccia della macchina del fango all’amatriciana allestita contro Franco Baldini, Walter Sabatini, Mauro Baldissoni e la Roma, stanata da un’indagine della Digos prima che potesse riscuotere successo in una città solitamente assai credulona, probabilmente riuscirà a fare un po’ di pulizia in un ambiente diventato tossico e, forse, pure pericoloso. Ci vorranno mesi, ma può essere la volta buona.Quanto ci vorrà, invece, perché la Procura di Roma raccolga tutti gli elementi di questa storia di cui, probabilmente, il vero protagonista è ancora ignoto? C’è un mandante? Chi voleva il male della Roma, in particolare di Baldini? Chi ha «armato» i diffamatori? Chi ha fornito loro presunte intercettazioni con riferimenti alla massoneria che avrebbero dovuto «sputtanare» Baldini e compagni?

Domande al vaglio della Procura, che spera di capirne qualcosa di più la prossima settimana, quando scatteranno i primi interrogatori. Non è escluso che l’indagine si allarghi ad altri membri della stessa «cricca» romana né che ai reati di diffamazione e truffa si aggiunga quello di estorsione. Le indagini della Digos hanno inchiodato i maldestri tentativi dei protagonisti, ma non chi li ha messi insieme, anche perché qualcuno mentre si indagava ha mangiato la foglia e ha preso le contromisure.

Al momento, risultano indagati il giornalista Roberto Renga, storica firma de Il Messaggero oggi in pensione, il figlio Francesco, lo speaker radiofonico Mario Corsi e il suo collaboratore Giuseppe Lomonaco. Quantomeno curioso il percorso del Corsi: ex militante dei Nar con numerosi precedenti penali, ex capo del gruppo ultrà Boys, da anni popolare voce radiofonica, un tempo punto di riferimento della famiglia Sensi e di numerosi calciatori. Cosa pensa oggi chi per anni gli ha dato tanta legittimità? Ieri il personaggio in questione si è autosospeso, mentre Roberto Renga si è dichiarato vittima di un complotto che lo fa «temere per me e la mia famiglia».

E dire che questa storiaccia non sarebbe uscita fuori senza il ruolo dell’inviato delle «Iene» Paolo Calabresi. È lui, romanista e buon amico di Mario Corsi, che viene contattato dalla cricca che vuole «vendergli» la storia, è lui che sente subito puzza di bruciato, è sempre lui che si rivolge a Franco Baldini avvisandolo, e di fatto avviando le indagini della Digos. Le riprese di Renga e Corsi fatte da Calabresi con la telecamera nascosta sono diventate materiale d’indagine. Vederle, probabilmente, farebbe più piangere che ridere. Buon per Franco Baldini che sia lontano da tutto questo. Oggi, a Orlando, in Florida, chiuderà l’accordo con la Disney. Per fortuna la Roma esiste anche fuori dal raccordo anulare.

Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano 

Corriere dello Sport – Topolino a braccetto con la Roma

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Oggi pomeriggio, alle quattro, mentre gli arbitri dei cinque campi di serie A in cui si inizierà alle 15 fischieranno l’inizio dei secondi tempi, la Roma sarà impegnata su ben altri campi. L’appuntamento è fissato in Florida, ad Orlando, dove il socio forte della cordata americana proprietaria della Roma James Pallotta, è arrivato ieri.

Con lui, il direttore generale giallorosso Franco Baldini e l’uomo di fiducia, l’amministratore delegato (in coppia con Claudio Fenucci) Mark Pannes. In programma, alle 10 di mattina, ora locale, la conferenza stampa di presentazione dell’accordo di partnership strategica, raggiunto tra Roma e Disney. Dove? Nome lunghissimo: Walt Disney World Resort & Espn Wide World of Sport Complex. Franco Baldini è da giorni negli States. Prima Austin, in Texas, dove è stato ospite per quattro giorni della Raptor di Pallotta. Ora, come detto, Florida. (…)

E così la Disney diventerà un nuovo partner della Roma. Mossa commerciale, di alto livello, volta soprattutto all’internazionalizzazione del marchio. Il merito è soprattutto di Pannes, manager di rilievo della Raptor, che da sempre si occupa del marketing legato al mondo dello sport. In questo caso al mondo del calcio. Giorni importanti quindi, per il futuro del club. (…)

Dalla prossima estate, quando a fine luglio la tournèe che vedrà impegnata la squadra di Luis Enrique tra Boston e New York sarà legata proprio al marchio che ha ideato Topolino. A fine anno poi, quando durante la sosta invernale del campionato la Roma tornerà ad Orlando per svolgere un richiamo della preparazione atletica (in Florida il clima è comunque sempre ideale). E in quell’occasione la squadra giallorossa metterà il proprio marchio sul Disney Soccer Showcase, uno dei più grandi tornei giovanili tra Academy statunitensi, che si svolge proprio ad Orlando. (…)

La Roma quindi, nonostante diversi problemi, non si ferma. Entro la fine di giugno, oltre alla lista delle aree indicate per la costruzione delo stadio di proprietà, arriverà anche l’aumento di capitale: 50 milioni che serviranno a risanare parte di un bilancio che è ancora profondamente in passivo. E proprio in quell’occasione, ci potrebbero essere delle novità a livello di organigramma. Perché dopo sette mesi dall’inizio della nuova avventura, serviti soprattutto per “prendere le misure”, Pallotta e soci hanno in mente di entrare ancor più nella direzione della Roma. In tutti i campi. E oggi si parte dal marchio.

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci 

Il Tempo – Roma sotto attacco: l’inchiesta si allarga

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L’inchiesta si allarga e nel calderone del Procuratore capo reggente di Roma Giancarlo Capaldo finiscono altri nomi: e non tutti legati «solo» al mondo dei media romani. Il dossier che i «soliti noti» stavano preparando per screditare il direttore generale della Roma Franco Baldini e il Consigliere di Amministrazione giallorosso avvocato Mauro Baldissoni, è risultato totalmente falso e dopo le perquisizioni dei giorni scorsi (irruzione in casa di uno dei giornalisti coinvolti e nella sede della radio nella quale uno degli indagati conduce un programma), nella prossima settimana gli inquirenti dovrebbero iniziare ad ascoltare i diretti interessati e anche i due dirigenti giallorossi come «parti offese».

Al momento, secondo quanto risulta all’agenzia Ansa, sarebbero quattro i nomi iscritti nel registro degli indagati: Roberto Renga (che si dice «tranquillo e pronto a querelare tutti coloro che lo stanno screditando») giornalista in pensione con una lunga carriera partita a Paese Sera e conclusa al Messaggero, il figlio Francesco (avvocato), il conduttore radiofonico Mario Corsi (negli ambienti del tifo romanista conosciuto meglio come «Marione», che su Centro Suono Sport conduce il programma «Te la do io Tokyo») e il giornalista, a lui riconducibile, Giuseppe Lomonaco. Gli inquirenti sospettano che nella vicenda possano essere coinvolti altri soggetti un tempo legati alla gestione della famiglia Sensi ed ora «esclusi» dai nuovi proprietari. E anche queste posizioni saranno esaminate nei prossimi giorni. Oltre all’accusa per diffamazione e truffa, ora si starebbe indagando anche su un presunto tentativo di estorsione.

Non ci sarebbero però filmati tra gli elementi raccolti dagli inquirenti, ma molto materiale scritto, che mostrerebbe come gli indagati cercavano di screditare Baldini & Co.. In particolare, secondo quanto risulta agli inquirenti, Roberto Renga avrebbe avvicinato la «iena» Paolo Calabresi sostenendo di possedere documenti, in particolare trascrizione di sms compilati a mano, dai quali emergerebbe che i due dirigenti giallorossi sono massoni e che ci sarebbe una sorta di «cresta» sulle operazioni di calcio mercato. Materiale ritenuto infondato e sequestrato dalla Digos che nelle prossime ore potrebbe far partire altre perquisizioni. Ovvio come, con l’inchiesta ancora in corso, la Roma «ufficialmente» non parli, così come i suoi dirigenti (Baldini è di ritorno dagli States dove ha chiuso l’accordo con Disney, annuncio atteso oggi) che si sono messi a completa disposizione degli inquirenti. La domanda che rimbalza nell’ambiente giallorosso è: perché? Probabilmente perché la Roma, ora «ripulita» da debiti e in via di ristrutturazione totale, è tornata a far gola. O forse riemergono vecchie ruggini dal passato di qualche personaggio che già ha avuto a che fare con Baldini in un’aula di tribunale e che non si è dato ancora per vinto. Incredulo il tecnico giallorosso Luis Enrique sulla vicenda: «È brutto – ha detto – mi dispiace che coinvolga persone con cui lavoro ma non voglio parlarne. In Spagna non è mai successo».

Il Tempo – Tiziano Carmellini 

Gazzetta dello Sport: Riecco Osvaldo a caccia di un gol. Ti ricordi l’ultimo?

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A fine 2011 Osvaldo aveva segnato più di tutti gli altri attaccanti della Roma messi insieme. Sette centri lui, tre Bojan, uno ciascuno Borini e Lamela, mentre Totti, a quota zero, stava ancora aspettando di scusarsi per il ritardo. Adesso in ritardo è lui, acquisto più costoso della nuova proprietà. A Bologna, nel giorno in cui l’utopia di Luis Enrique sembrava realizzata, l’argentino che in Argentina non conoscono aveva segnato un gol da campione, facendo passare in secondo piano il coro di polemiche che aveva accompagnato il suo arrivo dall’Espanyol.

Voleva essere il Re Leone, era diventato Er Cipolla, poi era tornato apprendista re.
Senza di lui, il diluvio Quattro centri di fila tra settembre e ottobre, l’unico inutile nel derby di andata, quando omaggiò Totti con la maglietta «Vi ho purgato anch’io», senza rendersi conto di quanto potesse essere pericoloso esporla al 5′ del primo tempo. A Firenze quella che doveva essere una punizione si trasformò in un trionfo: la società lo lasciò a casa per punizione, dopo lo schiaffo a Lamela, la squadra si schierò dalla parte sua, la tifoseria neanche a dirlo, gli addetti ai lavori tirarono fuori il paragone dell’uomo che ricorre alle forbici per fare un dispetto alla moglie. E la Roma crollò di schianto, evidenziando l’importanza per il gioco di Luis Enrique del centravanti che tornava a saltare sui calci d’angolo in difesa, e andava in pressione sui difensori avversari.
La caduta Il 4 gennaio, il crack.

Partitella, aggira Lobont, prova a segnare di tacco e crolla. Lesione di secondo grado ai flessori della coscia destra: gli avevano pronosticato due mesi di stop, sarebbero scaduti il 4 marzo, il giorno del derby. Che salterà comunque: aveva fatto in tempo a giocare contro Siena e Parma, e a scalciare Cigarini a Bergamo, a palla lontana, due giornate di squalifica, con tanto di ricorso rigettato. Domani tornerà titolare, l’ultimo gol resta quello del 21 dicembre a Bologna. Una vita fa: l’oriundo Osvaldo era appena entrato nel giro azzurro, riannodando un filo sciolto ai tempi dell’Under 21, Borini aveva fatto un solo gol, pregava ogni sera che la Roma lo riscattasse, e che Destro e Gabbiadini non gli togliessero il posto nella Nazionale di Ferrara. Ora il non ancora 21enne cresciuto tra Bologna e Londra è arrivato a 10 gol tra campionato e Coppa, ha Roma ai suoi piedi e il biglietto per gli Europei quasi in tasca. Proprio quello che aveva in mano Osvaldo, prima di farsi cacciare il giorno in cui il c.t. stava compilando le convocazioni per l’ultima amichevole. Adesso il centravanti che non è mai rimasto più di un anno e mezzo nella stessa squadra non può più sbagliare. E se ricominciasse anche a segnare, tanto meglio.

Gazzetta dello Sport – F. Oddi 

Il Romanista – finale con brivido, ma Ascoli ko

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Sembrava dovesse fermarsi a otto la serie di vittorie consecutive, invece per prendersi anche la nona la Roma ha dilatato il tempo e battuto un Ascoli più che dignitoso grazie a un calcio di rigore fischiato all’ultimo dei cinque minuti di recupero. A quattro giorni dalla finale di Coppa Italia contro la Juve, il successo contro i bianconeri di Baldoni serve a mantenere i due punti di vantaggio sulla Lazio (2-0 al Gubbio) e a restituire a De Rossi qualche certezza in più: Cittadino innanzitutto, ma anche Spadari, all’esordio stagionale e decisivo nell’azione che ha portato al rigore del 2-1.

Contro l’Ascoli del figlio d’arte Gianluca Oddi, il tecnico deve fare a meno di Nego (squalificato) oltre a Tallo, Ciciretti e Matteo Ricci, sostituiti da Ceccarelli, Federico Ricci e Cittadino. L’avvio è un monologo della Roma, che passa i primi venti minuti nella metà campo dell’Ascoli e sfiora il vantaggio con Cittadino, Verre e Sabelli prima di incassare la beffa dello 0-1 la prima volta che i bianconeri si affacciano in avanti: cross di Grilli, sinistro al volo di Ruzzier e palla sul secondo palo. La reazione romanista non si fa aspettare e prima dell’intervallo arriva il pareggio con Frediani, caparbio nel trovare la rete dopo una conclusione di Lopez respinta sulla linea dal portiere. Lo stesso numero sette sfiora il raddoppio allo scadere, stavolta Tubaro è attento in uscita. Si ricomincia da due buone conclusioni dalla distanza di Cittadino, prima che un fallo di mano al limite dell’area di Grilli venga punito con il rigore: sul dischetto va Verre, Tubaro è bravo a restare in piedi fino all’ultimo e a respingere il tiro del centrocampista. De Rossi mescola la carte inserendo Politano e poi anche Terriaca e Spadari e la Roma riprende ad attaccare, ma i minuti passano e le speranze di successo sembrano svanire con gli errori clamorosi di Leonardi e Terriaca. Invece al quinto di recupero Spadari mette in area un pallone che Scognamillo tocca con la mano: stavolta sul dischetto va Politano e il suo sinistro non perdona.

Il Romanista – V. Meta 

Il Romanista – Domani una chance per Marquinho

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Un’ora e mezzo di allenamento, le carte mischiate, il buon umore e il problema alla caviglia di Stekelenburg superato, il differenziato di Pjanic e Totti. Penultimo allenamento prima della partita col Genoa ieri mattina a Trigoria. La squadra è scesa in campo alle 11 e Luis Enrique ha provato varie ipotesi di formazione: tra queste, quella con Marquinho a centrocampo e Bojan in attacco. Dei due, il brasiliano è quello con più possibilità di partire dall’inizio. Pjanic è ancora alle prese con la lesione muscolare – ieri ancora differenziato per lui, l’obiettivo è quello di tornare sabato prossimo a San Siro contro il Milan – e l’acquisto di gennaio della Roma si candida come suo sostituto al posto di Greco. Per lui sarebbe l’occasione di mettersi in mostra e di convincere la Roma a riscattarlo in estate.

Più difficile che giochi Bojan dall’inizio: lo spagnolo non parte titolare da oltre due mesi ma nonostante l’assenza di Totti (anche lui alle prese col differenziato e anche lui intenzionato a tornare contro i rossoneri) dovrebbe di nuovo accomodarsi in panchina. Luis Enrique infatti sembra orientato a far giocare Lamela come trequartista, il ruolo che l’argentino preferisce, mettendogli accanto Borini, 9 gol in campionato, e Osvaldo, al rientro dopo il doppio turno di squalifica. Ieri l’attaccante italo-argentino non è stato provato insieme a Borini ma questo è poco indicativo visto che il tecnico spagnolo coi fatti ha sempre dimostrato di considerarlo un titolare. In difesa sicuri del posto sono ovviamente Heinze (presenza numero 25 per lui, scatterà il rinnovo di contratto automatico) e Kjaer.

Il danese, che a Palermo è sembrato in netta ripresa rispetto alle ultime apparizioni, dovrà essere bravo a non subire la pressione dell’Olimpico e per questo nei giorni scorsi sia i dirigenti sia il mental coach Llorente ci hanno parlato a lungo per motivarlo e, al tempo stesso, aiutarlo a stare tranquillo.
Ieri in campo è stato il turno di Luis Enrique che per buona parte dell’allenamento lo ha spronato e gli ha spiegato e rispiegato i movimenti da fare. Molto attenti alla lezione di Lucho anche i tre esterni Rosi, Taddei e José Angel. Sono stati provati i primi due rispettivamente a destra e a sinistra ma anche in questo caso la cosa potrebbe essere poco indicativa perché togliere adesso lo spagnolo, che ha dato qualche cenno di ripresa, potrebbe significare buttarlo troppo giù dal punto di vista del morale. Meglio farlo giocare col Genoa e, magari, rimettere Taddei a Milano.

Infine il portiere: Stekelenburg ha recuperato da problema alla caviglia sinistra e domani sarà regolarmente al suo posto. Anche oggi la squadra scenderà il campo alle 11 poi i giocatori saranno lasciati liberi e si rivedranno domattina alle 9 a Trigoria. Solo in quel momento, come al solito, conosceranno la lista dei convocati.

Il Romanista – E. Masetti