Corriere dello Sport – Osvaldo: “Adesso lasciatemi in pace”

Vicini in campo, vicini fuori. Osvaldo non si è accontentato di giocare con Totti. Ha scelto di vivere accanto a Totti. Abita nella stessa silenziosa strada del Torrino, «nei palazzi nuovi»  come li chiamano gli abitanti del quartiere, cento metri dopo il suo capitano e un ingresso prima di Gago. Cantieri che si trasformano improvvisamente in oasi.«Ecco, il portone è quello» indica l’edicolante che lo ha incrociato tante volte. E’ ora di pranzo, Osvaldo sta per allenarsi dopo aver saputo che la Roma lo ha squalificato per una giornata. In giro, ad eccezione delle auto che fanno scuola guida e di qualche appassionato di jogging, non c’è praticamente nessuno. (…)

Costruzioni di ultima generazione, venute su dal nulla su iniziativa dell’uomo che «non vende sogni ma solide realtà» (e non è Lotito). Il palazzo non ha un aspetto lussuoso, anzi. Se fosse stato costruito nella periferia popolare invece che al Torrino, sarebbe inquadrabile con un aggettivo: bruttino. Lo sfarzo è nel citofono a combinazione, alla parigina, nell’androne disegnato da un architetto molto creativo e nei prezzi: nel condominio del giocatore, un bilocale al terzo piano di 58 metri quadri costa 495.000 euro per la vendita e 1.150 euro al mese in affitto. Non poco, visto che il Colosseo è a dieci chilometri, mica lo vedi dalla finestra. Nella sua giornata più difficile Osvaldo rientra alle 17.10, quando il buio è già calato, un’ora dopo Gago. Arriva a guida lenta, a bordo del suo Suv nero dell’Audi. Tuta, giubbottino leggero da pomeriggio tiepido, sguardo provato più che cattivo. «Che ci fai qui? Non hai di meglio da fare? Lasciami stare» dice, sorpreso e innervosito da una visita che non desiderava. Reazione comprensibile di un ragazzo in difficoltà. Parcheggia velocemente, anzi un po’ bruscamente, compila il codice che gli consente di chiudersi in casa, (non) saluta e se ne va. Solo con i suoi pensieri.

A raccontare il suo stato d’animo tormentato sono i gestori del bar che frequenta, a due passi dal suo portone. «E’ una persona molto carina – spiegano – viene spesso per la colazione e anche per l’aperitivo. Sapete con chi? Con Lamela» . Anche se Lamela abita all’Axa, a duecento metri dalla villa di Cassano:  «Erik e Daniel sono molto amici, il resto è un insieme di chiacchiere (beh, non solo, ndr) . Anche Lamela passa di qua perché tutti gli argentini, come Osvaldo, Gago e Heinze, si servono di un assicuratore che lavora al Torrino. Argentino anche lui. Si vedono spesso tra loro, organizzano cene» . Una, a base di carne, l’ha ospitata qualche settimana fa Gago con la moglie tennista Gisela Dulko, per festeggiare il ritorno agli allenamenti di Lamela.
Tutti al Torrino, quindi. Per motivi di tranquillità e comodità. Molti calciatori della Roma scelgono di stare qui non tanto per la bellezza dei panorami, fatti di cemento, quanto per i condomini moderni e curati e, soprattutto, per la vicinanza di Trigoria. (…) Ma c’è anche una questione di status. Negli ultimi dieci anni il Torrino da zona periferica è diventato zona esclusiva, grazie ai costruttori che l’hanno qualificata e ai vip che l’hanno apprezzata. Le sky towers , i grattacieli per ricchi che presto saranno inaugurati a ridosso della via Pontina, sono a vista, accompagnate dalle loro gru giganti. E i cartelli «Vendesi» o «Affittasi» sono appesi dappertutto, in certi punti grandi come uno striscione della curva Sud, perché questo agglomerato incastrato a sud della città (oltre l’Eur) cerca sempre adepti: aumentano i terreni edificabili, aumenta l’offerta di abitazioni di lusso. «Osvaldo si è trasferito qui da qualche settimana – continuano al bar – lo vediamo spesso. Anche stamattina (ieri ndr) è passato a trovarci. Era molto amareggiato per quanto successo a Udine. Ma poi siamo sicuri che sia uscita tutta la verità sul suo litigio?». Bisogna sperare di sì.
Corriere dello Sport – Roberto Maida

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