Onestà Dzeko: “Niente scuse. Se non segno è colpa mia”

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La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Avete presente quegli attaccanti che dicono: «Non segno perché non mi arrivano palloni giocabili?». Ebbene – detto che ogni riferimento a persone reali non è puramente casuale – Edin Dzeko non fa parte di questa categoria. Anzi, proprio come il Benjamin Malaussene dei romanzi di Daniel Pennac, non ha paura neppure di rivestire il ruolo di capro espiatorio. Alla vigilia della sfida col Bate Borisov, la sua autocritica per le aspettative un po’ deluse è fin troppo spietata e a dimostrarlo ci sono i numeri. Se nelle sue prime 17 partite in giallorosso ha segnato 5 reti, prendendo lo stesso riferimento nei suoi avvii di avventura con Wolfsburg (2007-08) e Manchester City (2011), si vede che il bosniaco aveva sempre fatto registrare queste medie, realizzando rispettivamente 6 e 5 gol. Quindi, nessun flop. Semmai un andamento lento. Eppure Dzeko non cerca alibi, anche se non ne dà neppure alla Roma. «Se non segno è colpa mia, non degli altri. Questo è il mio lavoro, so che avrei potuto fare meglio in alcune situazioni, per esempio nell’ultima partita: Dopo l’1-0 avrei dovuto realizzare il 2-0 per mettere fine al match, ma non l’ho fatto e abbiamo concesso il rigore. Ho giocato in tanti modi nelle altre squadre in cui sono stato, anche qui non è diverso rispetto agli altri club. Se sei un buon giocatore lo sei sempre, devi segnare a prescindere dal modulo di gioco. Ho avuto diverse chance di andare in gol ma non l’ho fatto. La prima critica me la faccio da solo. Ma sono ottimista per il futuro, sono sicuro che i miei gol arriveranno e la squadra migliorerà ancora di più. Questa può essere la partita della svolta».

COSI’ NON VA – Il centravanti bosniaco non cade nella depressione da cannoniere un po’ in panne. «La stagione è lunga e noi siamo ancora là. Ora siamo vicini al nostro primo obiettivo stagionale, cioè il passaggio del turno in Champions. Certo, se vogliamo vincere qualcosa abbiamo bisogno di tutti i nostri tifosi dietro di noi, lo abbiamo visto contro Juventus e Barcellona, quando lo stadio era pieno di tifosi. È triste invece vedere l’Olimpico vuoto». Triste però lo sembra anche per le sue prestazioni. «A me non piace perdere, e questo mi rende triste. So che questa squadra è abbastanza forte da poter vincere tutte le partite e in questo momento non lo stiamo facendo, quindi ovviamente non sono felice né per me stesso né per la squadra perché meritiamo di più. Le critiche bisogna accettarle. Di sicuro però, se giochiamo come nelle le ultime due partite non siamo da scudetto, ma siamo meglio di quello che abbiamo fatto negli ultimi match. Comunque nessuno vincerà il titolo a dicembre. La cosa più importante da fare è pensare partita dopo partita e tra qualche mese vedremo dove saremo. Siamo forti abbastanza per fare grandi cose. Di periodi così ne ho avuti anche in passato, per tutti gli attaccanti è difficile quando non si segna. Ci penso anche quando torno a casa dopo le partite e penso alle situazioni, a cosa avrei potuto fare meglio. Proverò a crescere nelle prossime partite. Ovviamente sarebbe meglio se segnassi in ogni partita, se ne gioverebbe l’autostima, però non voglio neanche pensarci troppo, non servirebbe». Proprio vero. Il futuro, forse, potrebbe cominciare già oggi.

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