Caro papà,

già so che odieresti questo inizio e mi diresti che oggi vai ricordato per rispetto, ma che il ricordo è solo un simbolo, è quello che provoca tutti i giorni che fa la differenza.

E ce ne sono stati di giorni in questi quattro anni. Perché sì, è successo quello che ci faceva più paura: abbiamo continuato a vivere senza di te. Accompagnati, ognuno a modo suo, dalla tua ingombrante presenza nell’assenza.

Noi sì, ma non La Signora in Giallorosso perché quella eri tu.

Non potrei essere retorica, non me lo perdoneresti. Allo stesso modo mi hai insegnato che pubblico e privato sono due rette che possono incontrarsi in un sorriso, ma non devono in un pianto.

La tua genialità, mai amica della normalità, ha mantenuto la passione per te immutata, la mia, la nostra, la vostra, perché quando si tratta di te non sarà mai “proprio tutto ciao ciao ciao”.

Anna Giulia Ruggeri