Nuovo stadio, se ne parla a primavera

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La Gazzetta dello Sport (A.Catapano) – De Gregori li ha scritti e cantati: viaggi e miraggi, dal titolo di una delle sue canzoni più belle, stabiliscono i confini entro i quali oggi si muove lo stadio della Roma che verrà (forse). I viaggi, anzi il viaggio c’è stato la scorsa settimana: Luca Parnasi e Mauro Baldissoni convocati a Miami, nella residenza estiva di Pallotta and friends, per trovare una via d’uscita dal labirinto in cui si è perso, da mesi, il faraonico progetto di Tor di Valle. L’uscita non è stata trovata, ma una cosa il meeting l’ha stabilita: mai più dare in pasto alla stampa date o previsioni di date. I miraggi, anzi il miraggio ogni giorno di più avvolge nella nebbia del non detto e non presentato quello stesso progetto approvato, nella sua versione di studio, dal Consiglio comunale targato Marino. In un tempo record che forse sorprese anche Pallotta. Di sicuro, il presidente della Roma restò spiazzato dalla qualità e quantità di opere pubbliche richieste per conferire all’opera la pubblica utilità. È in quel preciso istante, quando gli investimenti destinati alle infrastrutture per la comunità sono passati dai 50 dell’offerta ai 300 della richiesta, che il dossier Tor di Valle si è arenato.

A PRIMAVERA – Niente altro, del resto, può spiegare perché un lavoro che l’estate scorsa aveva bisogno giusto di qualche aggiustamento per arrivare alla sua versione definitiva e volare in Regione per l’ultimo tratto del percorso burocratico, sia improvvisamente diventato un progetto enorme, complicatissimo, da rivedere: «Perché — come ad un certo punto è filtrato — abbiamo sbagliato il business plan». Possibile? Sì, se anche l’ultima data consegnata alla Regione verrà disattesa. Un mese fa, Baldissoni e Mark Pannes si impegnarono a presentare il dossier definitivo entro questa settimana, giorno più giorno meno. Siamo a martedì e corse contro il tempo per inviare il pacchetto venerdì non risultano, anzi vengono definite «improbabili». Molto più probabile che passi pure l’inverno. Tra un mese e mezzo o due, con l’ingresso della primavera, il nuovo stadio troverà un clima più mite. Forse.

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