Nodi irrisolti, Roma spiegaci

Corriere dello Sport (R.Maida) – In silenzio. Lontana. Impercettibile. Parlano tutti, non la Roma. Se fosse in corso una cospirazione in vista di un colpo di stato, la strategia sarebbe inquietante ma non priva di senso. Invece così il senso sfugge: da giorni i dirigenti sono chiusi nell’eremo virtuale di Boston, tra ristoranti di famiglia e cerimonie, tra riunioni a casa Pallotta e aperitivi vista oceano a Seaport. Ma non comunicano. Leggono tutti i giorni la rassegna stampa preparata dall’apposita struttura allestita a Trigoria, che possono consultare direttamente sugli smartphone, ma insistono nella strategia della discrezione. Pallotta alle radio americane di riferimento in realtà parla. Di Totti, di stadio, di massimi sistemi. Ma sui piani nell’immediato ancora non è entrato nel dettaglio.

DUBBI – Pazienza se i tifosi sono in ansia per il fatto che niente sia stato ancora annunciato a parte l’addio di Spalletti. Che però aveva preceduto la trasvolata del tridente Gandini-Baldissoni-Monchi negli Stati Uniti, raggiunti dal consulente Baldini sbarcato da Londra. La Roma ritiene che questo workshop, che tocca tutte le questioni della società, debba essere secretato, nella logica di un’industria che non ha alcuna intenzione di curarsi del piacere della condivisione. Informalmente, i dirigenti lasciano solo trapelare un messaggio benaugurante per il popolo che ama la Roma: «Anche quest’anno saremo competitivi, basta aspettare». Ricordano anche che Rudi Garcia, dopo un anno di sfascio, venne nominato allenatore il 12 giugno eppure motivò la squadra a tal punto da vincere le prime dieci partite del campionato. Il senso, chiaro, è che la Roma non è in ritardo neppure sull’annuncio dell’allenatore, che avverrà a breve.

CALENDARIO – Certo, quella appena cominciata non sarà una settimana ordinaria. Stasera la comitiva, almeno la maggioranza che lavora a Trigoria, partirà da Boston in business class per essere in Italia stamattina. Nemmeno il tempo di smaltire il jet lag e la Roma, dividendo i compiti tra i suoi vari rappresentanti, dovrà risolvere una serie di questioni aperte. L’allenatore, appunto, ma non solo. Va sistemato anche il bilancio, uno degli argomenti pregnanti del summit bostoniano, attraverso una serie di operazioni in uscita; va pianificato nel dettaglio, anche con il contributo di Eusebio Di Francesco; va chiarito il futuro di Francesco Totti, che ha passato il weekend in Costa Azzurra (ieri era a Saint Tropez) ma torna con l’idea nemmeno tanto nascosta di incontrare i futuri compagni di lavoro; va infine messa a punto la strategia definitiva per evitare ulteriori ritardi sullo stadio, ricordando che Pallotta ha posto come condizione per restare presidente della Roma la realizzazione del complesso di Tor di Valle entro il 2020. Un obiettivo temporale che, allo stato attuale, appare francamente difficile da realizzare.

VOLATA – Aspettiamo i prossimi giorni, dunque, per scoprire gli effetti degli stati generali americani. La Roma peraltro tornerà a Boston con tutta la squadra al seguito il 20 luglio, dopo l’amichevole di Detroit contro il Psg (di Emery?), e lì si tratterrà per dieci giorni a parte la trasferta mordi e fuggi a due passi da New York per la sfida contro il Tottenham. La tournée si concluderà con un intrigante Roma-Juventus a Foxboro, circa un’ora d’auto da Boston.

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