Nati il 7 giugno – Un punto guadagnato, ma che confusione con Dzeko

Pagine Romaniste (Nati il 7 giugno) – Rieccomi. Non sono vittima di un attacco di megalomania o di arteriosclerosi galoppante. Non vorrei che qualcuno tra i miei, pochi, lettori equivocasse. Non è mia intenzione accostarmi al soprannome che negli anno 60 venne dato ad uno dei padri costituenti, un politico sopraffino del quale molti ignorano il ruolo fondamentale che ebbe, nell’ottobre del 1962, per scongiurare il rischio di un temuto conflitto nucleare. Rieccomi perché questa rubrica riprende dopo tre anni, traslocando da un giornale nel quale era mal sopportata dal direttore di allora, per riprendere sul sito creato dal grandissimo Massimo Ruggeri (partito per un viaggio in terre australi in piena pandemia, non sopportando, da anima libera, i vincoli e le costrizioni). Si riparte col vecchio nome. Non c’è polemica, ma che la Roma sia nata il 7 giugno del 1927 è dimostrato dai documenti e venne certificato, definitivamente, dalla Presidentessa Rosella Sensi. Si riparte con lo stesso punto di vista: quello di un tifoso che capisce poco di calcio, ma da oltre sessant’anni ci lascia il fegato ogni settimana. Non mancherà la polemica con quelli contro a prescindere; con quelli che capiscono tutto; con i potenti innanzi ai quali molti (troppi) si inchinano. Dopo questo inutile memorandum di presentazione, ci sarebbe da disquisire su una partita, nonostante il desiderio di sorvolare. Ad oggi la Roma è senza un centravanti (l’unico sarebbe il giovane Tall, cui auguro ogni fortuna, visto che la vita con lui è stata matrigna fino ad ora), priva di un centrale difensivo, di un terzino (cosa sia un esterno basso lo lascio a quelli che capiscono), con un portiere (la scelta di Mirante pare definitiva) preso due anni or sono per fare la riserva ad Olsen.

Con queste premesse, il pareggio è un punto guadagnato. Se, infatti, sono vere le numerose occasioni create, la traversa di un sorprendente Spinazzola e la discreta forma dimostrata da Pedro, sono altrettanto vere le occasioni create dall’Hellas, che di pali ne ha colpiti tre (due con lo stesso tiro). Per ora, giustifichiamo il tutto con un con una provvisorietà ineluttabile, vista la situazione. Però, leggo che Dzeko si sarebbe sottratto alla riunione tecnica, chiedendo espressamente di non essere utilizzato. Ad averlo scritto è un amico e, come tale, degno di fede. Qualche anno fa, per un ritardo, quell’incapace di Luis Enrique, scelto da un minus habens, fece accomodare Daniele De Rossi, non uno qualsiasi, in Tribuna, non accanto a sé. La presenza di Edin in panchina, infatti, è servita solo ad aumentare confusione nella testa dei tifosi/telespettatori. Telespettatori. Si tratta di quei tali che tengono in piedi tutta la baracca e meriterebbero una narrazione più attenta dell’evento. Grazie, invece, alle ragazze della Primavera femminile, che si sono aggiudicate il titolo di campionesse d’Italia al secondo anno di attività, dopo averlo perso ai rigori nella scorsa staglione. Al solito, le speranze di miglioramento vengono dall’universo femminile.

P.S. Ricominciano anche i numeri in calce alla rubrica ed i primi li ricavo dagli amici de Il Romanista: 2.227 a 1.746. Di David Silva parleremo in seguito.

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