Nainggolan: “Tifosi sosteneteci sempre”

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Corriere dello Sport (R.Maida) Il paradosso è che di lì a poco, dai marciapiedi di Via del Corso, avrebbe ascoltato i cori personalizzati, quelli che lo incitano in campo. Lui non poteva saperlo prima, mentre parlava seduto a un tavolo del nuovo negozio della Roma inaugurato in pieno centro, tra Piazza del Popolo e Piazza Venezia. Radja Nainggolan, uno degli idoli dei tifosi della Roma, prende una posizione dura nei confronti dei tifosi della Roma. Con la solita franchezza, con toni garbati, ma con contenuti inequivocabili. Il senso: perché ci trascinate soltanto quando gioca Totti?

LE PAROLE – Gli era stato semplicemente chiesto se si sentisse un leader, dopo le parole infuocate (private e pubbliche) pronunciate da Spalletti alla fine della partita contro la SampdoriaIo devo creare altri Totti. Me ne servirebbero cinque di calciatori che hanno personalità e non giocano con il “piedino”, per paura di sbagliare. E’ ora che quelli che dicono di avere tante offerte di mercato dimostrino sul campo di valere quel livello»). Nainggolan invece ha sfiorato la risposta portando la questione su un altro piano: «Io mi sento un leader. Del resto il mio modo di giocare, di stare in campo, mi spinge a esserlo: basta osservare gli episodi delle partite. Purtroppo domenica si è vista una Roma nel primo tempo e una nel secondo. Quando è entrato Checco (Totti, ndr) i tifosi si sono entusiasmati ed è cambiato tutto. Però dico: anche nel primo tempo potevano farlo, stavamo perdendo 2-1 e sono arrivati i fischi. Così non è facile giocare. La partita l’abbiamo vinta con Totti ma anche con la spinta del pubblico, che è stata due o tre volte superiore».

ASSIST – Queste dichiarazioni sorprendenti involontariamente confermano la teoria di Spalletti, che non aveva Nainggolan come unico bersaglio ma considerava un gruppo di elementi della squadra (tra cui Nainggolan): se un calciatore non riesce a contrastare l’effetto ambientale, se non sa esprimersi a buoni livelli in un clima poco favorevole, pecca davvero di carattere e di personalità. Ma probabilmente il pensiero di Nainggolan, condiviso da altri membri dello spogliatoio, rappresenta un malessere diffuso che si deve a un anno intero vissuto senza il tradizionale apporto della Curva Sud. La Curva Sud, quella dei gruppi organizzati, non c’era nemmeno domenica nel secondo tempo, ma il problema più generale è che la squadra non si sente supportata adeguatamente nel proprio stadio.

MINUS – Del resto non più tardi di sabato, vigilia di Roma-Sampdoria, Spalletti aveva parlato dell’effetto Olimpico in maniera molto critica: «Non è uno stadio che aggiunge. Semmai toglie. E’ penalizzante per la squadra». Il riferimento era però alla scarsa affluenza di pubblico in rapporto alla capienza, non alla partecipazione e all’umore degli spettatori. Nainggolan apre un fronte diverso, che non sottolinea un problema oggettivo (lo stadio semivuoto) ma rischia di trasformarsi in un alibi per gli eventuali insuccessi della squadra.

CONTRATTO – Nel corso della giornata intanto Nainggolan ha avuto modo di chiacchierare in inglese con il presidente Pallotta, che era arrivato al Roma Store per presentare la nuova partnership con un’azienda internazionale che si occupa di mercato in borsa (EzTrader). Sull’argomento del rinnovo contrattuale, atteso ormai a giorni, la situazione appare molto fluida: «Ho già deciso da tempo di restare, non ci saranno problemi per l’accordo. Sono felice qui alla Roma e una soluzione si troverà sicuramente».

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