Mourinho non si alza mai. Pellegrini esce dopo 45′

Il Messaggero (G. Lengua) – Guarda la premiazione di Paulo Dybala in panchina in silenzio e ci rimane per quasi tutto il resto della partita. José Mourinho non sembra più lui. Dà l’impressione di aver perso l’entusiasmo che lo ha mosso nel suo primo anno e mezzo di Roma. Il suo sguardo fiero nel vedere la Joya ricevere la targa regalata dal club giallorosso perché diventato campione del mondo, parla più di mille conferenze stampa. Lui ne vorrebbe 11 di giocatori così, di campioni, di calciatori che vanno oltre i loro limiti solo per amore del calcio.

E, invece, si è reso conto che in giallorosso per ora non può essere così. La multa della Uefa di 35 milioni e i paletti del Fair play finanziario, impongono a Tiago Pinto di fare un mercato a risparmio. E così José si è spento. anche se è ritornato in panchina dopo due giornate di squalifica. Era da Roma-Torino del 13 novembre che non viveva un match all’Olimpico e quando finalmente si è ripresentato e rimasto seduto per tutto il primo tempo.

Si è alzato una volta e lo ha fatto per dire a Zaniolo di entrare in area durante un calcio d’angolo. Per tutti primi 45 minuti lo spazio davanti alla panchina della Roma è stato vuoto, oppure, occupato dal suo collaboratore Rapetti. E come se non bastasse, nell’intervallo ha dovuto sostituire Pellegrini per infortunio muscolare e inserire Dybala al suo posto.

La strategia era un’altra, far riposare Paulo in vista della Fiorentina e spremere gli altri quanto possibile. L’ingresso dell’argentino ha però ridato entusiasmo ai 60 mila dell’Olimpico e anche José che ha cominciato a partecipare con più trasporto: si è lamentato per un giallo a Zaniolo, si è alzato per dare indicazioni su un calcio di punizione battuto da Zalewski e ha esultato per la rete di Paulo. I campioni fanno la differenza e il gol di Dybala ne è l’ennesima dimostrazione.

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