La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Diciamo la verità, se sulla panchina della Roma stasera non sedesse José Mourinho, la partita con lo Sheriff sarebbe da rubricare solo come la “Spoon River” dei rimpianti per le occasioni mancate. Vincere il girone di Europa League, che consente di proiettarsi già agli ottavi, sarebbe stato un traguardo alla portata, mentre adesso occorre solo sperare che lo Slavia Praga faccia harakiri in casa contro il Servette, già sicuro di continuare il cammino in Conference. Eppure c’è lui, lo Special One, che nel calcio ha visto quasi tutto e per questo rende lecito anche sperare l’insperabile.

Perciò, fatti i complimenti a un Olimpico che sarà al solito pieno, José recita il mantra delle missioni impossibili. “Dobbiamo vincere per i tifosi, per noi e per il calcio. Il calcio va rispettato, anche se nessuno pensa che lo Slavia non vinca la partita. Ma il calcio è il calcio: noi dobbiamo pensare che loro possono anche perdere”. Analizzata l’emergenza, rimpianto Dybala e spiegato come il match contro la squadra moldava sarà l’occasione per fare un parziale turnover, la vigilia è anche l’occasione per un graffio al Palazzo. “Fare dei gol dopo venti passaggi è una qualità che per alcuni merita post e reels della Lega Calcio mentre per noi no. Sono qui da due anni e mezzo e leggevo le dichiarazioni del presidente Viola: trent’anni fa era uguale“.

Il discorso poi vira sul futuro: immediato e a medio termine. L’orizzonte che si ferma alla sfida di domenica contro il Bologna, strappa ottimismo per Mancini, anche se si parla di problemi in zona inguinale. Ma Mourinho ne approfitta per metterlo in contrapposizione con altri. “Mancini ha un problema importante, però non ha due gambe rotte e giocherà col Bologna. È diverso da altri che con un problema al mignolo non giocano“. Il pensiero di tutti, ovviamente, è corso a Smalling, su cui Mou dice che non tornerà neppure a gennaio.