Mourinho: “Non è la mia Roma, è la Roma dei romanisti. Tra tre anni? Festeggiamo. I titoli arriveranno” – VIDEO

Pagine Romaniste (da Terrazza Caffarelli D.Moresco) – E’ il giorno tanto atteso, quello della conferenza stampa di presentazione. Location suggestiva e José Mourinho pronto a rispondere alle domande dei giornalisti presenti. Dopo il suo arrivo, la quarantena a Trigoria, è tutto pronto per l’avvio dell’avventura dello Special One alla Roma. Queste le sue parole:

Voglio e devo ringraziare i tifosi perché la reazione alla mia contrattazione per la Roma è stata eccezionale. Ho avuto subito la sensazione di non aver ancora fatto nulla e mi sono sentito in debito per l’accoglienza emozionante che ho avuto. E’ la prima cosa che devo fare è ringraziarli. Ringrazio anche la proprietà, la famiglia Friedkin. Il modo in cui i tifosi mi hanno ricevuto a Roma è stato fantastico, mi ha colpito veramente. C’è una domanda che arriverà sicuramente, ma lo dico prima: perché sono qui? Perché sono vicino alla statua di Marco Aurelio. Nulla ritorna nel nulla. Ha un significato molto simile a quello che ho sentito quando ho parlato con la Roma e con Dan e Ryan. Quello che loro vogliono per questo club, il modo in cui hanno parlato con me: molto diretto e chiaro. Non dimenticare il passato fantastico di questo club, costruire il futuro. La parola tempo nel calcio non esiste, ma in questo caso esiste ed in modo fondamentale. La proprietà non vuole il successo oggi, ma domani, creando un sistema sostenibile per il futuro. Questa è la ragione principale per cui sono qui. Adesso è tempo di lavorare insieme ai miei. Il concetto dei miei è cambiato subito appena arrivato a Trigoria, ora sono tutti quelli che vogliono lavorare con noi, con la mentalità di lavoro. Questa città non è una delle ragioni per cui sono qui, non sono in vacanza. Il legame della Roma con la città è ovvio, il simbolo, i colori, il nome, sono legami incredibili. Si confonde con il club ed è una responsabilità che sento, ma non sono per turismo. Sono qui per lavorare. Allenamento alle 16 e arrivederci (Ride alzandosi dalla sedia, ndr)”.

In Italia parliamo sempre di calcio. Qui ci sono almeno cinque radio che parlano tutto il giorno di Roma. Questa pressione e l’ambiente è stata decisiva per questa scelta? La eccita questa pressione?

Ho dovuto cambiare telefono tre volte, perché trovano sempre il mio telefono (ride, ndr). È fantastico e incredibile. Per chi ha già lavorato in Italia, quando non sei qui ti manca. Se lavori nel calcio e non lo fai, ti manca. C’è un lavoro da fare internamente. Noi dobbiamo concentrarci nel lavoro che abbiamo, voi avete il vostro. Non sono una persona simpatica quando lavoro, magari sarà un piacere lavorare con voi perché difendo il mio club. Quello che succede internamente rimane internamente. All’interno di Trigoria dobbiamo pensare così: c’è un lavoro da fare.

Sia lei che Tiago Pinto avete parlato di mentalità. Credo che sia stato chiamato per cambiare il DNA dell’ambiente Trigoria. Lei è famoso per grandi capacità motivazionali. Come proverà a cambiare il DNA del gruppo?

Conoscere un gruppo. Non cambiamo delle cose quando non siamo ancora consapevoli di quello che c’è all’interno del gruppo. E’ molto importante conoscerli. Ci sono principi non negoziabili, fondamentali. Oggi è il primo giorno di allenamento e capiranno subito il nostro modo di lavorare. Tutto ciò che non è al 100% non va bene ed è solamente allenamento. Io preferisco andare nella direzione di tutti noi, non solamente nei calciatori. La quarantena mi ha permesso di parlare e capire nelle persone dentro Trigoria ed ho visto una gioia incredibile di lavorare insieme e mettersi nelle condizioni di lavorare. Arrivare e capire subito che c’è gente di voler lavorare insieme è buono.

Pensa che il suo carisma sia importante per attrarre giocatori sul mercato?

Non ho parlato con nessuno, puoi pensare che non è vero ma ti dico la verità. Non ho parlato con nessuno. Parlo con Tiago, con la proprietà e con il club ma di giocatori non ho parlato con nessuno.

Il suo carisma è importante per attirare i calciatori?

Io non ho parlato con nessuno. Potete pensare che non è vero, ma ti dico la verità. Io parlo con Tiago, con la proprietà, con le persone del club, ma di calciatori non parlo con nessuno.

E’ venuto in Italia nel 2008, adesso abbiamo perso terreno rispetto agli altri tornei. Può essere la sfida più importante della sua carriera?

E’ una sfida importante, ma il calcio in generale. Se non è visto dall’estero come campionato principale è una nostra responsabilità. Io lavoro per la Roma e mi interessa questo, ma in modo indiretto anche per il calcio italiano e insieme dobbiamo fare qualcosa in più.

Lei ha avuto a che fare con grandi attaccanti. Ha parlato con Dzeko? Darà la fascia a lui o resta a Pellegrini?

Non ti rispondo, non ti devo dire quello che faccio, con chi parlo e quando. Scusami. Sono antipatico, ma non voglio condividere quello che faccio all’interno. La società, sul capitano, lo dovrà sapere sempre prima di voi.

Il suo percorso è stato sempre “Veni, vidi, vici”. Il suo percorso sarà questo?

È un contratto triennale, spetterà alla società decidere il futuro ma in principio sono tre anni. Non possiamo sfuggire al fatto che non si vince da tanto, e che è arrivata a 16 punti dal quarto posto. Sono domande che devo farmi e trovare delle risposte. Il club e la proprietà conoscono le risposte meglio di me, sanno benissimo che c’è tanto lavoro da fare. Vogliamo arrivare a dei titoli. Vincere immediatamente non dico che non succederà mai, ma normalmente non accade.

Durante l’Europeo ha esaltato Spinazzola e Cristante. Ha qualcosa in mente per loro?

Siamo felici di avere i calciatori in nazionale, che stanno facendo molto bene ed hanno il 50% di possibilità di tornare a casa come campioni d’Europa. Io non ho mai lavorato con loro e loro sono i miei calciatori. Cristante dimostra che è una nazionale piena di calciatori di talento. Mancini ne può mettere solamente undici e non può far miracoli, ma ha rispetto per lui perché in ogni momento di difficoltà delle partite Cristante è lì per aiutare. Lo aspetto a braccia aperte. Spinazzola è una triste situazione per tutti noi, ma lui è incredibile per la sua voglia di fare, di vivere, di stare. È arrivato positivo al centro d’allenamento ed aveva voglia di fare. Non lo avremo per tanto tempo, sarà dura per lui e per noi. Abbiamo Calafiori, che dovrà lavorare tanto ma abbiamo fiducia in lui, perché sarà in prima squadra. Mi scusi direttore, ma abbiamo bisogno di un terzino sinistro.

Undici anni dopo, con quali sentimenti torni in Italia? Di dare battaglia ed essere l’uomo del contropotere?

Sono solamente l’allenatore della Roma, niente di più. Mi devo concentrare perché ci sarà molto da fare. Io lo sarò per 24 ore, tranne quando devo mangiare e dormire. Io se poi come club possiamo dare di più al calcio italiano, fantastico. Per difendere i miei farò di tutto. Per cercare io dei problemi, ovviamente no. Mi voglio divertire, ci possiamo divertire tutti. Non ho tempo per cercarli io. Per difendere la mia società ed i miei calciatori sono qui.

Lei diceva di essere ossessionato dalla vittoria. Un trofeo a Roma manca da molto tempo…

Io sono una vittima per quello che ho fatto. Se non vincevo era la fine del mondo per gli altri. Al Manchester ho vinto tre titoli ed è stato un disastro. Quello che per me è fantastico per gli altri è un disastro. In modo pragmatico, abbiamo un solo obiettivo: vincere la prima partita ufficiale. Finita la prima, pensiamo a quella dopo. La prima sarà in Conference League, vogliamo vincere. In modo generale questa società e questa squadra deve essere migliore ogni giorno. A Trigoria la struttura oggi è diversa rispetto al giorno prima. E’ più bella. Ogni giorno è meglio.

Dicono che lei è arrivato in una fase della sua carriera non più al top. Vuole rispondere?

No. I miei ultimi tre club hanno vinto uno scudetto con il Chelsea, tre coppe con il Manchester United, una finale con il Tottenham. Quello che per me è un disastro, altri non lo hanno mai fatto nella vita. È così, è colpa mia.

Sulla panchina della Roma che rumore sente dei nemici?

Non voglio la Roma di Mourinho, ma dei romanisti. Io non sono nessuno, uno in più insieme a loro del Club e tifosi del mondo. Io sono solamente uno in più. Se vuoi parlare della Juventus di Allegri o degli altri, puoi farlo, La Roma di Mourinho non mi piace.

La Roma nel 2008 zero titoli. La Roma è già abbastanza forte per vincere?

Non è un’ossessione per me pensare questo. Non possiamo scappare da certe cose però. Quest’anno 29 punti dietro lo scudetto e 16 dopo il quarto posto. Non possiamo scappare da questo. Prima di tutto dobbiamo capire perché, in che modo possiamo fare il progetto. Fino ad arrivare dove vogliamo. Stiamo parlando di tempo. E’ stata una parola chiave quando ci siamo incontrati per la prima volta con la proprietà. Se possiamo accelerare il progetto, meglio. E’ la mia natura e voglio che tutto il club abbia questa mentalità.

Come può conciliare il tempo e la voglia di vincere? E’ positiva una stagione senza titoli?

Parlate sempre di titoli. Io parlo di tempo, di progetto, di lavoro. Titolo non è una parola, è troppo facile. E’ una promessa troppo facile, la realtà è un’altra cosa. Tu parli di titoli ed io di progetto, di lavoro. I titoli arriveranno. La proprietà capisce perché non vuole un successo isolato. Vogliono arrivare lì e rimanerci. Isolato è più facile. E’ più facile se vinci e poi non hai soldi per gli stipendi. Noi vogliamo essere sostenibili. Lavoriamo che poi arriverà.

Come ha trovato Zaniolo? E’ pronto a tornare protagonista in quale ruolo?

Dobbiamo capire. Ho una squadra tecnica, che mi piace tanto. Con molto talento e passione. Abbiamo persone che hanno lasciato per lavorare con noi e per noi. Dobbiamo lavorare tanto. Zaniolo è un talento fantastico. Sapevo cos’era successo per gli infortuni, dobbiamo trovare un ruolo nelle dinamiche di gioco. Non solamente per lui, per tutti è necessario l’habitat naturale. E’ importante un’idea di gioco dove il calciatore sia felice.

Volevo capire qualcosa di più del Mourinho umano. Ha già un’idea tattica per iniziare?

La abbiamo, ma deve essere lavorata ogni giorno e dobbiamo capire come possiamo far esprimere i calciatori al massimo in una situazione di confort. Non voglio che giochino dove non gli piace. Il miglior modo per andare al massimo è quello di metterli nella loro posizione. E’ difficile definire un modulo di gioco. Puoi giocare in un modo quando hai il pallone e in un altro quando non lo hai. Il documentario All or Nothing è reale. Le telecamere erano nascoste, all’inizio ci pensi, dopo non fai altro. Ti stai allenando, hai un microfono, ma per favore non dare idee a Friedkin per un altro documentario.

Le dispiacerà non incontrare Conte? L’hanno paragonata a lei…

Ci sono allenatori con cui non devi mai fare paragoni. Liedhom e Capello non puoi paragonarli qui. All’Inter nessuno si può paragonare a me e ad Herrera.

Ronaldo deve preoccuparsi del suo ritorno?

No, perché non gioco difensore centrale. Sono troppo scarso e troppo vecchio.

Come vede la Roma tra tre anni?

Festeggiando, non so che cosa ma festeggiando.

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Giuseppe (ride, ndr).

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