Mou, un tesoretto preso in prestito

Il Messaggero – La pandemia ha ormai stravolto i principi originari del Fair Play Finanziario. E ora, aspettando regole definitive, la sensazione all’interno delle società è che l’orientamento si stia spostando ad una più vaga richiesta di investimenti senza sprechi, alla quale potrebbero aggiungersi clausole come il salary cap e una luxury tax da condividere con il sistema. E questo in ottica Roma agevola il compito di Pinto che non avrà come i suoi predecessori l’obbligo di rientrare di decine di milioni entro il 30 giugno. Il piano di Pinto è chiaro: cedere quanto prima questi calciatori (ai quali aggiungere i vari Fazio, Perez, Pastore…) per avere poi più margine di manovra sul mercato. Rispetto agli scorsi anni, quando la quantità degli acquisti prevaleva sulla qualità, in estate accadrà il contrario. Tradotto: la volontà è quella di dirottare il budget a disposizione, verso quei 2-3 colpi che possano realmente alzare la competitività della squadra. Va poi risolta la questione prestiti: i 6 calciatori più rappresentativi pronti a tornare, pesano sulle casse circa 30 milioni lordi di stipendi. L’unico affare delineato è quello di Florenzi, per il quale il Psg vanta un diritto di riscatto a 9 milioni. Per gli altri bisogna ancora trovare una soluzione (Olsen, Nzonzi, Under, Kluivert, Coric, Bianda)

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