Mou, fatti non parole

Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Contano di più le parole o sono più importanti i fatti? Nella tempesta che ha investito la Roma, da marzo in poi, molti hanno criticato Dan e Ryan Friedkin perché avevano mantenuto il silenzio che li contraddistingue da quando sono arrivati nella Capitale.

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Dovevano spiegare ai tifosi, secondo i capopopolo dell’etere e del web, quale era il futuro del club. Non erano capaci di comunicare. La risposta è arrivata con i fatti: la firma di José Mourinho fino al 2024, un allenatore che in carriera ha conquistato 25 trofei, tra i quali due Champions League e gli scudetti di Portogallo, Inghilterra, Italia e Spagna.

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Una mossa che ha già dato alla Roma una visibilità mondiale e un balzo in alto in Borsa. L’arrivo di Mourinho non è garanzia di acquisti mirabolanti: la situazione economica della Roma e di tutto il calcio mondiale è stata fortemente provata dalla pandemia. 

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Ma di una cosa i tifosi giallorossi possono essere sicuri: Mourinho è l’uomo giusto per costruire una nuova mentalità dentro Trigoria. Le sue migliori squadre, dal Porto dei miracoli all’Inter del Triplete, sono sempre state gruppi coesi, con giocatori pronti a buttarsi nel fuoco per il loro allenatore. I Friedkin hanno legato Mourinho alla Roma con un contratto triennale perché, parole loro, “è perfetto per il nostro progetto“. 

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