Montella-Difra, gli amici-nemici

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Amici e non solo. Un feeling che parte da lontano. Vincenzo Montella ed Eusebio Di Francesco, meno di cinque anni di differenza, arrivarono a Empoli da ragazzini. Vincenzo da Castelcisterna, padre falegname, famiglia unitissima e origini umili. Eusebio da Sambuceto, padre ristoratore prima e albergatore poi. Anche lui con una famiglia alle spalle che è all’origine dei suoi successi. Domani si ritrovano da avversari, è accaduto tante volte, ma tante volte in passato le loro strade si sono incrociate. Per tre anni a Empoli, due a Roma, nel periodo migliore della loro carriera da calciatori. Hanno vinto lo scudetto insieme e si sono ritrovati anche in Nazionale. E poi nel 2005-2006, ancora nella Roma, con ruoli diversi. Nel 2005-2006 con Di Francesco team manager e Montella alle sue ultime partite in maglia giallorossa, in una stagione trascorsa soprattutto in panchina.

UNITI DALLA MODAA entrambi piace vestire bene. Sin da quando erano ragazzini, da quando diventarono amici inseparabili. Una passione che li unisce ancora oggi e che nel 2006 ha dato vita a una avventura commerciale che ancora è in piedi. Nel cuore di Empoli, in piazza della Vittoria, tra uno storico panificio e un negozio di scarpe c’è Four Sides, una boutique che è un punto di riferimento per chi ama vestire alla moda. Ancora dura, è sopravvissuta alla crisi del settore ed è stato Montella a coinvolgere Eusebio e Nicola Caccia, ancora oggi collaboratore di Vincenzo al Milan. Un tempo i due amici riuscivano anche a frequentarsi in qualche rimpatriata a Empoli, oggi gli impegni non lo permettono più. Un caffè da Guarino, altro ex giocatore della squadra toscana cresciuto con loro. Poi a cena tutti insieme, con il socio dei tre ex calciatori, Massimo Cioni. Da lui i giovani calciatori andavano a comprare i primi capi di abbigliamento fashion, mentre dal presidente Corsi prendevano i capi in pelle. Caccia e Di Francesco sono un po’ più grandi di Montella e all’inizio a Empoli frequentavano Mazzarri. Con l’arrivo di Montella hanno cambiato giro. Da ragazzini il loro inserimento a Empoli è stato traumatico. Vincenzo aveva dodici anni e un paio di volte ha provato a scappare dalla casa della signora Ernestina alle porte di Empoli che lo ospitava per tornare dai suoi genitori. Non c’erano le foresterie, i ragazzi crescevano nelle famiglie che quasi li adottavano. Qualche volta è andato a riprenderlo Caccia. Anche Eusebio, giunto a Empoli a quindici anni, faticava a prendere sonno la sera per la nostalgia della famiglia. Ma la passione per il calcio è prevalsa. Così sono cresciuti insieme. Qualche puntatina in discoteca a Montecatini o Firenze, ma spesso a cena a casa con mogli e fidanzate. Legame consolidato anche ai tempi di Roma, quando Di Francesco organizzava nel suo albergo alle porte di Pescara il veglione di Capodanno, con famiglie al completo e bambini piccoli. Entrambi non hanno avuto un rapporto facile con Capello, Eusebio quando Vincenzo giocava poco lo prendeva in giro e nacque il soprannome “Piangerelli”. Hanno sempre curato l’abbigliamento. Oggi amano vestire entrambi con la giacca informale, fino a qualche anno fa Eusebio preferiva i pantaloni stretti e il maglione di cachemire, Vincenzo invece ha la passione per le camicie molto fit.

RADICI A EMPOLI – In passato si ritrovavano a Empoli anche per qualche partita a calcetto con i vecchi amici. Oggi non è più possibile. Si fa fatica anche a passare qualche giorno consecutivo in famiglia, a causa delle tante partite ravvicinate. Molti calciatori che sono passati per Empoli sono diventati grandi allenatori: Mazzarri e Spalletti, Di Francesco e Montella. Il presidente dell’Empoli, Fabrizio Corsi, ha una grande stima dei suoi ex calciatori. A Vincenzo regalò il primo cellulare, quando aveva sedici anni. Erano i primi in circolazione, costavano una fortuna. Corsi andava sempre a Firenze a vedere la Viola allenata da Montella. Prima di quel cellulare andava sempre alla cabina telefonica al Pontormo, per telefonare a casa. Sono passati quasi trent’anni da quando si sono conosciuti. Vincenzo aveva i capelli con la riga in mezzo, Eusebio una chioma bionda che ha perso nel corso degli anni. Adesso si avvicinano ai cinquanta anni, ma quella amicizia è rimasta, non sarà scalfita dalle frequentazioni sempre più rare. Domani si giocano tanto. Ma un giorno si ritroveranno in piazza della Vittoria a Empoli a raccontarsi la vita. Montella ha passato una settimana tormentata dopo la sconfitta contro la Sampdoria. Cerca il riscatto contro la Roma, la squadra che ha allenato e almeno due volte è stato vicinissimo al ritorno. Vincenzo ieri ha confessato che nella partita di Europa League la testa era già alla sfida di domani: «Sul 2-0 il risultato era in controllo totale, probabilmente abbiamo tutti pensato alla Roma e abbiamo abbassato l’attenzione. E a questi livelli non te lo puoi permettere. Domenica (domani, n.d.r.) a San Siro mi aspetto una prova di temperamento, più coraggio, più tranquillità e più gioia nel giocare. Mi piacerebbe che i ragazzi ci arrivassero con la voglia di giocare con serenità».

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