Mkhitaryan pilastro di Mourinho

Il Tempo (E. Zotti) – Una colonna portante che la Roma non vuole perdere. Da inizio stagione Henrikh Mkhitaryan rappresenta una delle pedine più preziose sullo scacchiere di José Mourinho, che grazie alla disponibilità dell’armeno è riuscito a colmare il buco rimasto a centrocampo dopo la fine del mercato estivo.

Considerata l’incompatibilità del gioco dello Special One con elementi come Diawara, Darboe (oltre a Villar) e l’involuzione di Veretout, l’ex Arsenal si è rivelato la soluzione ai problemi tattici di Mourinho adattandosi come mezzala. In più, nonostante non sia il regista che il tecnico invoca dalla scorsa estate spesso, è lui a dettare i ritmi di gioco e i cambi di velocità della squadra giallorossa.

Doti preziose a cui si aggiunge quella di aprire le difese avversarie con un passaggio: non è un caso se nella gara pareggiata in extremis a Udine quindici giorni fa – senza Mkhitaryan in campo – la Roma abbia chiuso il match con due conclusioni verso la porta bianconera. A 33 anni il numero 77 è il giocatore di movimento più “anziano” della rosa – secondo solo a Rui Patricio – ma la carta di identità non sta influendo sul suo rendimento: è il quinto romanista per minuti giocati in Serie A (2.188), con 36 presenze totalizzate tra campionato e coppe e un bottino di 3 gol e 7 assist.

A giugno il suo contratto con la Roma scadrà ma da tempo l’intenzione del club è quella di trovare un nuovo accordo almeno per un altro anno, per questo nelle prossime settimane Tiago Pinto e l’entourage del giocatore si aggiorneranno per cercare un punto d’incontro sul rinnovo che al momento rappresenta una priorità.

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