Match point

La Stampa (G.Oddenino) – Il rischio non lo corre: la Juve va a Roma e il Papa lo vedrà. Sicuramente martedì mattina, quando Francesco riceverà bianconeri e laziali per l’udienza speciale prima della finale di Coppa Italia, ma i campioni d’Italia sperano di completare il loro lungo viaggio questa sera. L’appuntamento è all’Olimpico, contro la Roma eterna rivale, per conquistare lo scudetto della leggenda. Il match point è nelle mani degli juventini: basterà solo un punto per arpionare il sesto campionato consecutivo e così fissare il tassello numero uno per dare l’assalto al sogno del Triplete. «È la prima volta che possiamo chiudere il discorso senza dipendere dagli altri – analizza Allegri -, ma servirà una partita giusta e tosta».

MERCOLEDI’ LA COPPA ITALIA – La Roma vorrebbe evitarsi una festa scudetto bianconera in casa propria, ma non ha i gol di Dzeko (fuori per infortunio) e la forza di Strootman (squalificato) a cui affidarsi. In più i giallorossi sembrano più alle prese con il futuro (nuovo allenatore, l’addio di Totti e un mercato da varare) che con la stretta attualità. «La Juve ha disinnescato qualsiasi tipo di avvicinamento», si complimenta Luciano Spalletti che potrebbe ripartire dall’Inter e dopo la sconfitta dell’andata ha fatto 43 punti come i bianconeri. Allegri ricambia gli elogi («La Roma e il Napoli hanno fatto cose straordinarie») e non carica la sfida, anche se la sua squadra arriva da due pareggi di fila. «Ci può stare nell’arco di una stagione – minimizza il tecnico bianconero – e non è importante il quando, ma solo vincere lo scudetto. Se saremo bravi chiuderemo il campionato ora, altrimenti non ci spaccheremo più di tanto la testa e penseremo alla partita di Coppa Italia. In questo momento bisogna fare un passo alla volta, con molta calma».

EMERGENZA A CENTROCAMPO – La Juve si sente in una posizione di forza a Roma. Anche se molto dipenderà dal risultato di Torino-Napoli del pomeriggio, la lotta per il secondo posto è l’unico vero duello di questa Serie A, ma anche dall’atteggiamento che avrà la squadra di Allegri. Involontariamente la testa può già essere alla Champions («Dobbiamo avere convinzione e consapevolezza che possiamo vincerla», sottolinea), mentre il corpo può pensare alla Coppa Italia. Per questo ci sarà turnover tra i bianconeri, che dopo la partita resteranno nella Capitale. In difesa ci sarà Benatia titolare fresco di riscatto con Lichtsteiner a sbuffare sulla fascia, mentre la coperta è corta a centrocampo e in attacco non ci sono molte alternative. «Khedira salta Roma, Lazio e Crotone – spiega l’allenatore livornese -, mentre Marchisio servirà per la Coppa Italia con Pjanic squalificato». L’unico dubbio sembra essere lì davanti, dove Mandzukic potrebbe riposare (al suo posto Sturaro o Alex Sandro) nel 4-2-3-1 variabile. Con tutta probabilità toccherà a Higuain e Dybala trovare i gol per la certezza matematica dello scudetto, dopo aver contributo con 24 e 9 reti a questo percorso senza ostacoli.

UNO STADIO PORTAFORTUNA – All’Olimpico la Juve ha dolci ricordi dal 1996 (finale di Champions), mentre Allegri ci ha già vinto uno scudetto con il Milan e due Coppe Italia con la Juve. Poteva essere la sua casa dopo l’esonero in rossonero, ma si è trasformato in un palcoscenico di trofei e nel giro di tre giorni può fare una doppia festa Capitale. Lo champagne è già in ghiaccio, le magliette celebrative nella borsa.

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