Mariani, il prof del miracolo Strootman: «Peccato per il tempo perso»

Mariani

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Vi piace questa formazione? Cudicini; De Silvestri, Nesta, Aldair, Chivu; Kucka, Emerson, Strootman; Vucinic, Totti, Insigne. In panchina, tanto per gradire, Mexes, Ranocchia, Di Francesco, Ferrari, Maggio, Tommasi, Mesto, Kharja, Aquilani, Lucarelli, Amauri, Maxi Lopez, Quagliarella. Più ovviamente altri circa 1.200 calciatori professionisti di tutto il mondo. Tutto questo grazie ad una sola persona: il professor Pierpaolo Mariani, il chirurgo che ha rimesso in piedi questi campioni (e un’infinita di onesti professionisti), avendo come base la clinica Villa Stuart, a Roma, centro medico Fifa. È stato lui, a settembre, a intervenire di nuovo e a restituire al calcio giocato uno Strootman che pareva al capolinea.

Professore, in sala operatoria ha ascoltato il solito Presley?
«Può essere, ma sinceramente non ricordo, anche perché è stato un intervento con un grande dispendio di energie nervose. Per fortuna è andata bene, anche se io non potrei mai permettermi il lusso del pessimismo».

Dopo i primi due sfortunati interventi in Olanda, è stata la dimostrazione della bontà della scuola italiana…
«L’équipe di Niek van Dijk è ottima, ma la perfezione non esiste. Il nostro è Paese di grandi eccellenze. Lo stesso Kevin all’inizio forse era un po’ scettico, ma poi mi ha scritto un sms in cui mi diceva: “Scusi se all’inizio sono stato antipatico”».

È vero che si è cercata un’assicurazione speciale per un «capitale» calcistico del genere?
«No, perché nessuno coprirebbe questo genere di rischi. Pensi a Totti: operandolo, sapevo di avere in mano un tesoro, ma ero convinto di ciò che facevo».

Da appassionato di calcio, le dispiace per il tempo perduto con Strootman?
«Be’ sì. Dopo il suo primo ritorno in campo, anche solo vedendolo in tv, si capiva subito che qualcosa non andava. Lui pentito? Non saprei. A volte ci sono calciatori che non dicono neppure grazie. In fondo, visto che siamo chirurghi, possono giustamente pensare che tutto ciò che facciamo sia dovuto».

Col dovuto rodaggio, dopo tre interventi chirurgici in 18 mesi, è certo che Strootman tornerà quello di prima?
«Sì, dovrà solo liberarsi di certe paure inconsce. Nella prossima stagione si sarà lasciato tutto alle spalle. Un po’ come facciamo noi chirurghi. Lo sa che ho operato Kharja, l’ex romanista, al crociato anteriore del ginocchio ed è tornato in campo in 93 giorni? Se non è record mondiale, ci può andare vicino…».

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