Manichini giallorossi impiccati. La Lazio: «Goliardata da derby»

Corriere della Sera (R.Frignani) – Più che il messaggio, anche quello da brividi, a fare impressione sono state soprattutto due cose: le bambole gonfiabili con la maglia della Roma impiccate a un ponte pedonale fra i più frequentati dai turisti e il fatto che 30 persone abbiano agito indisturbate per 20 minuti a due passi dal super vigilato Colosseo, il principale obiettivo sensibile della Capitale insieme con San Pietro. Eppure il blitz di giovedì notte di un nutrito gruppo di ultrà laziali è andato proprio così. Hanno avuto perfino il tempo di filmarsi mentre esponevano sopra via degli Annibaldi lo striscione «Un consiglio, senza offesa… dormite con la luce accesa!» e lasciavano cadere i manichini che simulavano Daniele De Rossi, Radja Nainggolan e Mohamed Salah con le corde al collo. Una scena da faida messicana.

All’arrivo delle forze dell’ordine gli ultrà erano spariti, e con loro anche bambole e striscione. Per ore si è ipotizzato che la macabra azione fosse collegata ai malumori della curva romanista per la sconfitta giallorossa nel derby di domenica scorsa, l’eliminazione dalla Coppa Italia sempre per mano della Lazio e gli ultimi deludenti risultati. Si era anche pensato di aumentare la scorta ai giocatori presi di mira. Poi, su Facebook, sulla pagina di «Élite romana», il colpo di scena: la rivendicazione degli Irriducibili, gruppo egemone nella curva nord laziale nell’era Cragnotti, poi in rotta con il patron Claudio Lotito, ma ora tornato alla ribalta, tanto che la Lazio, pur stigmatizzando «ogni forma di violenza», ha subito ricordato che «da sempre dopo ogni derby si verificano anche episodi goliardici e di sfottò». «L’invito alla luce accesa — spiegano proprio gli Irriducibiliè per evitare che di notte gli incubi possano disturbare i sonni dei romanisti, come accade dal 26 maggio 2013 (giorno della vittoria laziale nella finale-derby di Coppa Italia). Nessuna minaccia ai giocatori della Roma, le bambole sono una metafora che vuole rimarcare lo stato depressivo in cui versano i tifosi e i giocatori dell’altra sponda del Tevere. Non riteniamo di doverci scusare».

Spiegazione che tuttavia non potrà evitare agli ultrà una denuncia per procurato allarme e minacce aggravate, oltre a un pesante daspo. Su queste ipotesi di reato stanno infatti lavorando polizia e carabinieri che avrebbero già identificato alcuni dei tifosi, analizzando sia le immagini sui social sia quelle delle telecamere di vigilanza. Non si esclude che del blitz — seguito a quello di notti fa a Trigoria, davanti al centro sportivo della Roma, con sagome di cadaveri e lumini da morto, e all’altro, sempre su quel ponte, la notte prima del derby del 30 aprile con insulti ai giallorossi — si discuta nel prossimo Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura. Le foto dei manichini impiccati davanti al Colosseo hanno fatto il giro del mondo. L’Équipe , Marca e il Sun hanno dedicato articoli e servizi all’episodio. «Cose che fanno paura», ammette Sinisa Mihajlovic, ex di Roma e Lazio, tecnico del Torino alle prese con gli insulti ai morti di Superga alla vigilia del derby con la Juve, che si chiede: «Ma come hanno fatto a metterli lì, a pochi metri dal monumento più famoso del mondo?».

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