Ma la Roma riuscirà a costruire lo stadio di proprietà?

La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Dal 30 dicembre 2012, giorno in cui il presidente della Roma, James Pallotta, e l’imprenditore Luca Parnasi firmarono l’accordo per la costruzione del nuovo stadio nell’area di Tor di Valle, sono accaduti talmente tanti fatti che hanno più volte ribaltato la risposta alla domanda: ma lo Stadio della Roma si farà? Allo stato attuale delle cose sì, anche se è ancora da definire al meglio la tempistica. Una tempistica inaspettata all’inizio dell’avventura, basti pensare che la proprietà romanista d’allora – un’altra rispetto ad esso come per quel che riguarda la Capitale che ha cambiato ben tre sindaci nel frattempo – credeva di poter giocare nel nuovo impianto nel 2016, 4 anni fa. Dopo anni di inchieste, delibere e pareri più vari, ora entrano in gioco i Friedkin. Dan e Ryan sono stati avvicinati da politici e imprenditori romani che hanno riproposto tre aree a suo tempo scartate per scegliere Tor di Valle: Fiumicino, Tor Vergata e Flaminio. Al di là delle suggestioni però, i Friedkin sanno bene che cambiare area vorrebbe ripartire da zero. Tornando alla famosa domanda; da parte del club, incassate tutte le autorizzazioni principali, c’è la convinzione che costruire l’impianto ormai sia un diritto acquisito, altrimenti non si è mai esclusa l’ipotesi di una causa milionaria al Comune.

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