La Gazzetta dello Sport – Luis Enrique: “Ok, ma vinciamo la prossima”

Sembrava di stare al Camp Nou. Vero Ranieri? “Travolti da un piccolo Barcellona”, racconta nel post-partita l’allenatore dell’Inter, appena incassata una batosta che fa tornare d’attualità il soprannome con cui girava a Roma: er fettina. Luis Enrique, che qui chiamiamo scucchietta e lì, in Catalogna, ha vissuto fino all’altro ieri, sa che sono ancora due mondi completamente diversi. “Non siamo un piccolo Barcellona, siamo la Roma. Con i nostri difetti, ma pure ampi margini di miglioramento”.

Ferro o piuma? Sono partite come Roma-Inter che rafforzano le certezze della società italoamericana. “Abbiamo cominciato un percorso nuovo, nel quale crediamo, con l’allenatore più giusto che c’era in giro – ribadisce Franco Baldini -. Col tempo troveremo anche continuità”. Perché – gli fa eco Luis Enrique – “se non aggiungeremo subito un’altra grande prestazione, questa vittoria non sarà servita a nulla. La differenza tra perdere o vincere è piccolissima, questione di dettagli”. La Roma può essere ferro, direbbe il poeta, o piuma. “Ci manca regolarità, e senza non si vincono i campionati. La nostra proposta è rischiosa, facciamo belle partite o rimediamo grandi figuracce”, certifica il tecnico asturiano. A Cagliari la Roma fu piuma (“Tante occasioni da gol create e tantissimi errori commessi”, ricorda Luis), ieri è stata ferro (“Siamo entrati in campo con tanta cattiveria e voglia di vincere. Una vittoria che rinforza noi e i tifosi, resa ancor più importante dalla caratura dell’avversaria”), cosa sarà a Catania? “Una partita diversa, solo 20′, ma i ragazzi sapranno benissimo cosa fare. Speriamo di vedere la Roma nella sua versione migliore. In giornate come queste è un privilegio allenarla”.

Più su Francesco Totti ha il privilegio di giocarci dal 1989, quando varcò per la prima volta i cancelli di Trigoria. Lui la Roma l’ha sposata, e le è rimasto fedele. E anche oggi che la rosa è piena di ragazzini che schizzano da una parte all’altra del campo, Totti si arrangia come può, ma sempre al servizio della squadra. “Il suo esempio è fondamentale”, gli riconosce Luis Enrique. “Questa è una giornata significativa per la Roma – racconta il capitano -: dopo la brutta sconfitta di Cagliari volevamo dare una risposta forte. Per battere l’Inter in questo modo dovevamo restare uniti e lo abbiamo fatto. A questo punto si rafforzano le nostre convinzioni e cresce l’autostima”. Che Roma vedremo a Catania? Certamente senza Totti e De Rossi, l’altro protagonista di giornata.

La Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

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