Svilar: “Ho scelto la Roma perché è un grande club, da piccolo avevo la maglia. Non vedo l’ora di sentire il calore dei tifosi” – VIDEO

Pagine Romaniste – Arrivato a Roma nella giornata di ieri per firmare il contratto quinquennale, quest’oggi per Mile Svilar è già tempo di presentarsi ai tifosi. Il nuovo portiere giallorosso, arrivato a parametro zero dal Benfica, è intervenuto in conferenza stampa. Nelle intenzioni della società c’è di farlo crescere all’ombra di Rui Patricio. Di seguito le parole del 23enne belga naturalizzato serbo.

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Pinto ha parlato di un simbolo del progetto Roma. Quali sono le motivazioni che ti hanno portato qui? Puoi giocarti delle possibilità per essere titolare?

La ragione per cui ho scelto la Roma è perché è un grande club. Mi è piaciuto il progetto. Lavorerò duro ogni giorno cercando di migliorare,  il futuro dirà. 

Mourinho ebbe delle parole importanti nei tuoi confronti: che effetto hanno avuto? Ti saresti aspettato che sarebbe diventato il tuo allenatore?

Quelle parole hanno avuto un grande impatto su di me. È uno dei migliori allenatori di sempre. Non avrei mai immaginato, neppure nei migliori sogni,  di lavorare con lui, ma è accaduto e sono in un grande club, con grandissimi tifosi, in una città meravigliosa e in un Paese con una lingua bellissima. Non vedo l’ora di iniziare. 

Hai parlato con Matic prima di scegliere la Roma? Hai imparato l’italiano?

Conosco Matic da 10 anni. Quando sono arrivato al Benfica, mi aveva parlato molto bene di quel club, ma prima di venire alla Roma ho parlato con Pinto. Conosco 5 lingue, capisco qualcosa di italiano ma non lo parlo ancora. 

Sul gioco con i piedi: preferisci appoggiarti ai difensori o lanciare lungo? La Roma è la squadra che lo scorso anno ha impiegato di meno il secondo portiere: ti dà più carica o preoccupazione? 

Tutte e due, dipende dalla gara. Non sono preoccupato, sono qui per lavorare duro. Se avrò una chance, farò di tutto per sfruttarla. Giorno dopo giorno cercherò di imparare e migliorare. 

Sei partito da titolare con il Benfica, poi sei andato nella squadra B. Alla Roma sarai secondo portiere: la vedi come una chance per rilanciarti? 

Non la vedo in questo modo. Sono partito al top, poi qualcosa è cambiato. Non direi che sono sceso di livello, ho avuto la possibilità di fare esperienza in Serie B portoghese. Sono in un grande club, ho 21 anni. Avrò l’opportunità di lavorare e di migliorare il mio talento, questa è la cosa più importante. 

Come immagini i tifosi della Roma? Diversi da quelli in Portogallo? 

Non direi differenti, perché anche al Benfica ci sono grandi tifosi. Non vedo l’ora di sentire il loro calore dal vivo. Ho visto le immagini su Instagram, era bellissimo. Sono veramente entusiasta di vederli dal vivo. 

La Roma anni fa ha cominciato un progetto di internazionalizzazione: è stato questo a convincerti? Pinto ti ha detto qualcosa del progetto? 

Da piccolo avevo la maglietta della Roma, è sempre stato un grande club europeo. Con Pinto abbiamo parlato del club, di quanto sia grande e delle aspettative.

Tuo padre è stato un portiere. Cosa ti ha insegnato? 

Sin da quando ero piccolo si metteva dietro la porta e mi diceva cosa fare. A fine partire diceva le cose andate bene e quelle meno. Dai 15 anni ho avuto un grande preparatore dei portieri. Da mio padre ho imparato tanto.

Dall’esterno quanto conta la vittoria della Conference League? Cosa pensi della Serie A?

È un grande traguardo vincere in Europa. Ho seguito la Serie A per tanto club. Non vedo l’ora di iniziare.

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