Corriere dello Sport (R.Maida) – Meglio di così è difficile. Eh no, qui non vale. Edin Dzeko preferisce di gran lunga il motto di Obama, «the best is yet to come», perché non è detto che la cima del successo sia stata ancora scalata. Dzeko riparte dai 39 gol della scorsa stagione, record personale e record della storia della Roma, con l’idea di ripetersi, se non nei numeri almeno nelle performance, con l’idea soave di barattare qualche soddisfazione personale con un risultato più gratificante per la squadra.
INIZIO – E’ sbagliato affermare che Dzeko si annoi in vacanza. Ma è giusto osservare che negli ultimi due ritiri si sia sempre presentato al via della preparazione in forma smagliante. Nel 2016 aveva addirittura perso peso, seguendo una dieta che gli era stata consigliata da un nutrizionista, eliminando massa grassa senza perdere potenza. I risultati si sono visti da subito, già l’estate scorsa. Quest’anno, invece, ereditando il credito di un anno da dominatore, ha cominciato segnando due gol, uno alla Juve e uno al Siviglia e fornendo bocconi prelibati per i compagni, persino nella disastrosa gita di Vigo.
PERCORSO – In carriera Dzeko ha vinto due campionati in due nazioni diverse, sempre non partendo da favorito e sempre al secondo anno di militanza: prima al Wolfsburg e poi al City. Uno dei suoi obiettivi è completare il tris in Italia, anche se con una stagione di ritardo. Il modo di giocare con Di Francesco cambia leggermente, perché lo coinvolge più spesso nella costruzione della tela, ma lo ha conquistato in fretta. Negli allenamenti estivi è Dzeko stato tra i primi a comprendere il meccanismo dello scarico, massimo a due tocchi spalle alla porta, e della ricerca della profondità che valorizza i tre attaccanti.
ESORCISMO – Ora però deve battere il tabù di Bergamo, dove non ha mai segnato e dove due anni fa visse una delle giornate più deludenti da romanista. Ma non era Dzeko quello, lo ha detto anche lui che oggi, a 31 anni, si sente «più forte che mai». Romanisti, godetevelo.