Le battute ingenerose di Re Mou verso la società che lo ha voluto

La Gazzetta dello Sport (A. Di Caro) – Tra il trionfo e l’amarezza. La finale di Europa League rappresenta il grande bivio della stagione della Roma. Se il percorso europeo resta in ogni caso ottimo e potrebbe diventare esaltante (al di là del gioco espresso), la stagione in campionato è stata deludente ed avara di soddisfazioni (sesto posto grazie alla penalizzazione della Juve; 10 sconfitte di cui 5 in casa e 2 nei derby con la Lazio; nono attacco; 2 vittorie in 12 gare contro le sei big e appena 9 punti conquistati su 36 disponibili; 4 punti nelle ultime 6 partite).

Per non parlare dell’eliminazione in Coppa Italia contro la Cremonese. Dopo il sesto posto dell’anno scorso, Mourinho rischia di chiudere al settimo posto, come il suo predecessore Fonseca. Il rimpianto maggiore è legato al campionato negativo di Inter (12 sconfitte finora), Milan (8) e alla penalizzazione della Juve.

Nulla di male dunque ad ammettere “puntiamo tutto sulla Coppa, ma in campionato dovevamo e potevamo fare di più“. Ma non per Mou che durante tutta la stagione non ha mai lesinato critiche, stoccate, punture al club per il mercato e la qualità della rosa. Eppure in estate tutti, giornali e operatori di mercato, avevano esaltato la campagna acquisti. Dopo il pari con la Salernitana Mou l’ha buttata sul sarcasmo: “Arrivare in Champions dopo aver speso solo 7 milioni era come se Gesù fosse sceso a passeggiare a Roma“. Forse è successo, ma sull’altra sponda calcistica del Tevere. Scontato pensare che la proprietà non abbia gradito l’ennesima frecciata, ingenerosa per almeno cinque ragioni:

1) La Roma nel biennio di Mourinho ha speso quasi 94 milioni: 87 il primo anno (il solo Abraham è costato più di 40). Se quest’anno non ha speso per i cartellini è solo per i paletti del Fair Play finanziario. 2) Il club ha avuto l’enorme merito di portare a Roma grandi giocatori a parametro zero come Dybala, Matic e Wijnaldum. Oltre a Belotti, voluto dal tecnico, e altri giocatori (Camara, Llorente, Solbakken, Celik). 3) Per portare i tre big citati sopra sono stati garantiti ingaggi di primo livello. La Roma infatti ha il terzo monte stipendi della serie A. Una posizione molto più alta di quella in classifica. 4) Mourinho a Trigoria è il dominus assoluto. Nulla a livello di strutture e necessità gli è stato mai negato. Ed è il secondo allenatore più pagato della A dopo Allegri. 5) Il club lo ha sempre sostenuto nelle sue polemiche contro arbitri e sistema, sia pubblicamente sia nelle aule di giustizia. Né ha mai risposto alle sue tante punzecchiature interne dopo le sconfitte.

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