Marco Lanna, ex giocatore della Roma, è stato intervistato da laziopress.it e ha parlato del derby di domenica 3 aprile. Queste le sue parole:
Da ex giocatore della Roma, cosa ha significato per te il derby? Che sensazioni provavi prima e dopo la gara?
“A Roma il derby si vive tutto l’anno, è una partita che può salvare una stagione e influenzare il giudizio finale sull’annata della squadra. In questo genere di match la tensione è alta, la settimana prima del derby è preferibile uscire il meno possibile, in città l’attesa era impressionante. Per i giocatori è meglio isolarsi, la troppa ansia e l’importanza di questa sfida può regalare brutte sorprese. E’ una partita diversa dalle altre e vincerla ti da delle sensazioni uniche”.
Sarà un altro derby senza le due curve. Quanto è importante la presenza e il sostegno del tifo più caldo per le due squadre?
“La presenza delle curve è fondamentale, a Roma soprattutto. Giocando nella Roma ho capito quanto sia importante e decisivo l’apporto di quel settore dello stadio. In ogni partita hai bisogno dell’aiuto del pubblico, nei momenti di difficoltà il sostegno delle curve può essere determinante. Purtroppo quest’anno le curve sono sempre rimaste vuote ed è sicuramente un aspetto penalizzante per entrambe le squadre”.
Lazio e Roma arrivano a questa partita in stati di forma differenti. Che gara ti aspetti?
“Sulla carta la Roma è la più forte e parte favorita, ma il derby è una partita particolare dove spesso la squadra più in crisi riesce a ribaltare il pronostico. La Roma è in un ottimo momento di forma, ma non deve farsi ingannare dai biancocelesti. Sono sicuro che Spalletti preparerà la gara come se la Lazio fosse la prima in classifica. Pioli e i suoi possono dare una svolta alla stagione con una vittoria nel derby e daranno il 110% per ottenere i tre punti”.
Secondo te quali sono i motivi di questa stagione negativa della Lazio?
“Può capitare un’annata nella quale tutto va nel verso sbagliato. Alcuni giocatori non hanno reso come nello scorso anno, come per esempio Felipe Anderson. Il brasiliano non ha fatto quel salto di qualità che tutti si aspettavano, giocando spesso al di sotto dei suo standard. Nella passata stagione era sempre al top della forma ed era un trascinatore con gol decisivi e giocate di assoluta qualità. Mi aspettavo di più da Felipe Anderson. Quando le cose vanno male le colpe sono di tutti. Parlare dall’esterno è sempre difficile, ma credo ci siano stati anche dei problemi all’interno, tra squadra allenatore e società. Poi c’è da dire che rispetto all’anno scorso ci sono molte più squadre di livello e la competizione è più alta. Mentre altri club si sono rinforzati, la Lazio non è riuscita a fare il salto di qualità per poter competere anche in questa stagione”.
In casa Lazio c’è aria di rinnovamento in vista della prossima stagione. Secondo te da cosa e da chi si deve ripartire?
“Il primo nodo da sciogliere riguarda l’allenatore. Pioli è un buon tecnico, ma dopo una stagione negativa è comprensibile che si pensi ad un cambio della guida tecnica. In situazioni del genere magari serve una scossa, per ridare nuovi stimoli alla squadra, oltretutto credo che il rapporto tra squadra e allenatore sia oramai arrivato al capolinea. Fondamentale sarà tenere i giocatori più importanti: Candreva, Biglia e Felipe Anderson sono i tre calciatori da cui si deve ripartire. Certo, se dovessero arrivare offerte irrinunciabili sia per la società ma anche per i calciatori, allora li cambierebbero le cose. La Lazio il prossimo anno molto probabilmente non giocherà le coppe e giocatori di questo livello potrebbero voler misurarsi con le competizioni europee, oltre ad ambire a ingaggi più elevati. La Lazio ha una rosa di qualità, ma si deve ripartire con le idee chiare e con un progetto”.