L’alleanza con la Juve non è più Inter-detta

«Stiamo lavorando per costruire una Roma che stia stabilmente tra le prime. Quando guardi alla Serie A da fuori, pensi alla Juventus: il nostro obiettivo è dire ‘noi vogliamo essere in ogni Champions League per i prossimi 20 anni’. Dobbiamo costruire il sistema per stare sempre lì: essere primi il prossimo anno è il modo migliore per far contento qualcuno, ma non è quello per creare una squadra di livello mondiale», questo non esce dal canale ufficiale della Juventus, sono le parole di Pallotta, anno 2013. Lontano anni luce dai tempi in cui Franco Sensi si rifiutava di trattare con Moggi. Ogni trattativa in passato era sudata, mai dal finale scontato. Oggi la Juve necessariamente è un modello, per i risultati e per la gestione aziendale. Un modello da rincorrere, con le dovute differenze di anima: il romanista non sarà mai amico della Juventus, per storia, per indole, per tanto. Ed è chiaro che se la Juve di Conte entra a Trigoria per fare un ritiro pre-Coppa, il tifoso si arrabbia. E gliene frega il giusto se Vucinic passa dalla Roma alla Juve, se Luca Pellegrini, Szczesny e Pjanic fanno lo stesso. Il feeling di mercato con i bianconeri va a scapito della vecchia alleanza con l’Inter. Oggi con l’Inter ci si fa il dispettuccio: Dzeko, Barella, Florenzi. Le sponde con la Juve sono in piedi anche per i buoni rapporti tra i due ds Paratici e Petrachi. In ballo ci sono Higuain in entrata, Zaniolo in uscita. Più Barella conteso proprio con l’Inter. Togliere il calciatore ai nerazzurri non è impresa facile, ma rientra in questo meccanismo di giochi e alleanze. Lo riporta Il Messaggero. 

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti