La tv iraniana mette il velo alle mammelle della Lupa

Il Messaggero (F.Rossi) – La scelta, rilanciata ed evidenziata dai social, non è passata inosservata tra i tifosi della Roma: la tv iraniana, durante la sfida di Champions League tra il Barcellona e i giallorossi di mercoledì scorso, ha offuscato le mammelle della lupa capitolina. A sollevare il caso è stata la Bbc, raccontando che mentre al Camp Nou si giocava l’andata dei quarti di finale della coppa dei Campioni, il terzo canale satellitare della televisione della Repubblica islamica andava in onda con un dettaglio sfocato del simbolo della Città eterna, evidentemente ritenuto troppo scabroso per il proprio pubblico. E la censura alla lupa – che è, sì, il simbolo della città ma che campeggia anche sullo stemma del club giallorosso – si è poi sommata a un parziale oscuramento dei volti di Romolo e Remo.

NESSUNA SORPRESA – La decisione del broadcast di Teheran, in realtà, non rappresenta una sorpresa: la produzione iraniana deve aver ritenuto che tali “nudità” potessero offendere i propri telespettatori. Due anni fa, in occasione della visita romana del presidente iraniano Hassan Rohani, la statua di Marco Aurelio a cavallo e quelle delle Veneri, nei Musei Capitolini, erano state coperte con pannelli bianchi. Una misura decisa come forma di rispetto nei confronti della cultura e della sensibilità iraniana, evidentemente diversa da quella italiana e occidentale. Tanto che in quella stessa occasione, durante le cerimonie istituzionali, non era stato servito nemmeno il vino: il consumo di alcolici nell’ex Persia è severamente vietato.

I COMMENTI – La decisione del canale satellitare ha comunque scatenato l’ironia sul web. «In 3000 anni, Romolo e Remo erano stati privati solo del latte materno. Ma la tv iraniana ha tolto loro persino il latte della lupa», ha commentato Mehdi Rostampour, giornalista sportivo iraniano che vive in Danimarca, sul suo canale Telegram. Sull’account Twitter in lingua inglese della società giallorossa la risposta è stata affidata a un “meme” che mette a confronto i due loghi, censurato e non: «If you don’t love me at my… then you can still love me at my», ossia «Se non mi ami al mio peggio, non amarmi al mio meglio», è il senso del messaggio. «Siamo fieri del simbolo che rappresenta la nostra città», dicono invece dal Campidoglio.

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