La Gazzetta dello Sport (C. Zucchelli) – Ironia della sorte, l’unica volta che hanno giocato insieme dal primo minuto lo hanno fatto con quel 4-2-3-1 tanto caro a Spalletti. Un girone fa, una vita fa, e non solo perché in panchina c’era Garcia: da Frosinone al Frosinone, dal Matusa all’Olimpico, da una Roma che viaggiava col vento in poppa dopo la vittoria con la Juve a quella che deve ritrovarsi, la storia di questo girone è, senza dubbio, la storia di Edin Dzeko e Francesco Totti. Il vero e il falso nove, l’attaccante che a Trigoria cercavano da anni e quello che, da anni, occupa il tempo e lo spazio, lui che centravanti non è nato ma poi lo è diventato col passare delle stagioni. Grazie proprio a quel Spalletti che oggi ritrova, 10 anni dopo la prima volta, sulla panchina della Roma, ma che non lo ha ancora fatto esordire: «Non è fisicamente ha posto, ci vuole tempo per recuperare da un infortunio importante», ha detto il tecnico. E i pochi minuti contro il Milan lo hanno dimostrato.
COPPIA A SECCO – Ma in allenamento Totti spinge, vuole giocare per riprendere la condizione, deve giocare per farlo, così come Dzeko, che la condizione magari ce l’ha, ma la serenità e il gol proprio no. Quattro reti in due, che soltanto a pensarli insieme qualche anno fa, le difese avversarie avrebbero tremato. E invece oggi, chi per un motivo chi per l’altro, sono in difficoltà. Lo erano anche al Matusa, sabato allora (12 settembre), come sabato oggi, l’esperimento fallì, giocarono entrambi male, tanto che prima Garcia fece uscire Dzeko per avanzare Totti e poi tolse il capitano per dar spazio a Iturbe. «Stiamo provando delle soluzioni che potrebbero agevolare Francesco», ha spiegato Spalletti giorni fa, riferendosi alle prove in allenamento che sta facendo e che vedono insieme proprio i due attaccanti.
CON CHE MODULO? – Difficile, se non impossibile, che giochino insieme nel 4-2-3-1 perché il trequartista in quel caso farebbe un ruolo di corsa, pressing e inserimenti che Totti non può fare, altrettanto difficile che Francesco si sposti sulla fascia (alla Zeman) nel 4-3-3, più semplice che faccia la seconda punta dietro a Edin oppure il rifinitore nel senso più classico del termine. Una soluzione, quella che Spalletti sta provando, magari difficile da adottare contro squadre come Juve o Real Madrid, che vanno a cento all’ora, ma che contro il Frosinone in casa potrebbe anche essere adottata.
LEADER – Dall’inizio o, più verosimilmente, a partita in corso, anche se 4 mesi dopo l’ultima volta da titolare, Sassuolo-Roma del 20 settembre, Totti spera di poter tornare presto dall’inizio. Anche perché, come ha candidamente ammesso Rüdiger nella notte della partita col Milan, nella squadra c’è un problema di leadership, non a caso il capitano era l’unico che voleva sempre la palla tra i piedi. Almeno loro non sono costretti a fare i conti col tempo che passa.