La Roma senza bomber inizia col freno a mano

Il Tempo (T.Carmellini)Un punto, uno solo: zero gol, poche sensazioni positive, molti dubbi, tante cose ancora da risolvere. Un po’ poco per ripartire in questo campionato tutto da capire, interpretare. Soprattutto per questa Roma partita con ancora mille incertezze, una formazione dimezzata, senza attaccante di riferimento e con Milik ancora del Napoli e Dzeko in panchina. Fonseca non poteva fare altro che accontentare il bomber, ormai ex capitano giallorosso, quando gli ha chiesto di non giocare: soprattutto dopo che aveva “marinato” la riunione tecnica della vigilia. È chiaro che la colpa non è di Dzeko e nemmeno del povero tecnico portoghese che ha provato a mettere insieme quello che aveva. Senza Dzeko, appunto, con Kolarov, Smalling, Under, Zappacosta partiti a seguito di un mercato che finora non ha certo rinforzato la squadra: anzi. Con Pau Lopez bocciato e Mirante promosso in extremis tra i pali, Fazio e Juan Jesus ormai fuori dal progetto tecnico: insomma la Roma è ancora un cantiere aperto. Perché è chiaro che al momento, i giallorossi si sono indeboliti: è un fatto oggettivo, sotto gli occhi di tutti e sperare che il solo arrivo di Milik possa cambiare radicalmente la situazione è a dir poco ottimistico. Serve qualcosa di più, anche se Pedro ha mostrato tutto il suo potenziale, Spinazzola sembra rinato nel nuovo ruolo con la difesa a tre e a un certo punto anche Karsdorp sembrava essere tutt’altro giocatore rispetto a quello rispedito al mittente qualche tempo addietro. È vero, anche Smalling sembra ad un passo dal rientro in giallorosso e Pellegrini non può essere l’oggetto misterioso visto ieri sera al Bentegodi, però le sensazioni trasmesse dalla squadra sono state tutt’altro che positive. Serve intervenire, sistemare, fare ancora molte cose anche se come detto dopo l’acquisto i nuovi proprietari ripartiranno dal basso: per crescere con il passare del tempo. Ma qui di tempo ce n’è poco perché già domenica prossima all’Olimpico arriva la Juve: e sarà tutta un’altra storia.

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