La Roma sbatte contro Sorrentino. Il Chievo si salva

La Gazzetta dello Sport (P.Archetti) – Non si può accusare la Roma di pigrizia natalizia o da partita di mezzogiorno; o di mancata produzione di occasioni e pulsazioni offensive. Però proprio per l’introduzione di sabato, con due punti recuperabili a Juve e Inter, e il pomeriggio con il pari del Napoli, questa era una partita da vincere. Per la classifica e per la costruzione di una personalità che ti deve soccorrere in giornate del genere. La Roma non riesce invece a sbattere il pugno sul tavolo del campionato, galleggia ancora dietro le prime, senza quella maturità da sorpasso che invece ha caratterizzato il percorso in Champions.

I MOTIVI – Certo, il portiere avversario è il migliore: Stefano Sorrentino, mamma romanista in tribuna, addirittura provoca un boato anche nel placido pubblico di casa quando respinge di piede, mentre con il corpo vola dall’altra parte, un tiraccio di Schick deviato. Una specie di colpo dello scorpione però orizzontale, una mossa con cui divenne famoso René Higuita, portiere colombiano che si faceva superare dalla palla, si buttava in avanti e poi respingeva quasi di tacco. In altre occasioni la Roma invece ha favorito l’imbattibilità del 38enne Sorrentino con conclusioni sghembe, alte, da imprecazioni. Superiore nel possesso (66,8%) e nell’«altezza» (baricentro a oltre 56 metri), dominante nei tentativi, con 13 corner a 1 e 20 tiri «dentro e verso» lo specchio, la banda di Di Francesco non ha però cattiveria sotto porta per debellare la buona organizzazione del Chievo. E il tecnico non la recupera neanche cambiando l’attacco: parte con Schick centravanti, continua con Dzeko (e il ceco sul lato), finisce con entrambi vicini, in un 4-2-4 chiuso ai lati da Under e Perotti. Nessuno batte Sorrentino.

IL BIS DEL CHIEVO – Un mese fa il Chievo aveva fermato il Napoli con identico risultato. Ma la partita non è uguale, perché allora erano stati tenuti lontano dall’area i piccoletti terribili, la densità tattica aveva ingabbiato gli splendori napoletani. Però Maran aveva il centrocampo titolare, stavolta invece ne ha solo la metà. Quindi soffre con Depaoli, che non riesce a ostruire il fianco sinistro, è leggero con Bastien, ma il gruppo che domenica scorsa perse 5-0 con l’Inter ha un carattere diverso. Maran riesce a far leva sull’agonismo, sull’aiuto reciproco, sulla mentalità aperta, nel senso che pur rimanendo pressato, non rinuncia mai a scovare l’occasione: una traversa di Inglese, al via; una chance per Cacciatore e un’opportunità per Birsa (entrambi i tiri alti) dimostrano che il Chievo non ha pensato solo a distruggere: lo 0-0 vale come una vittoria.

ROMA DIVERSA – È il 2° pari consecutivo dopo 12 vittorie nelle trasferte di campionato: la Roma si conferma miglior difesa del torneo (con Inter e Napoli) ma lascia alcuni interrogativi sugli uomini nuovi. Gonalons, da vice De Rossi, non è ancora un regista-leader che fa girare la squadra; Schick, presente in tre chance (un colpo di tacco fa volare Sorrentino), resta però troppo fuori dal gioco. Ha la giustificazione della prima volta dall’inizio, però Dzeko, che pure ha due errori sulla coscienza, mostra più presenza nei pressi del portiere. Gerson è la delusione. La Roma, con il 2-3-2-3 in possesso, sale quasi sempre a sinistra, con Kolarov sovrano per suggerimenti e conclusioni. Ma il serbo resta solo, e quello che doveva essere l’esame di maturità diventa la domenica del rimpianto.

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