La Roma blinda la Champions

Il Tempo (A.Austini) – Una passeggiata di lunedì€, quasi un allenamento in vista delle tre partite che decideranno la qualificazione diretta in Champions League. Intanto la Roma ha fatto il suo a Pescara, davanti al nuovo ds Monchi seduto in tribuna: poker servito che allontana il Napoli a quattro punti di distanza e condanna Zeman a una retrocessione in serie B con cinque turni d’anticipo che di certo non si può€ imputare a lui.

Le scelte tattiche di ieri sì€, tipiche del suo credo «dogmatico», con praterie difensive lasciate a disposizione dei velocisti di Spalletti che potevano segnarne una decina ma ci hanno messo 43 minuti a imbucare il primo. Una gara senza storia, come tante altre di un campionato troppo squilibrato e già€ deciso per quasi tutte le squadre. Lo scudetto lo vincerà€ la Juve, va solo capito quando, mentre la corsa al secondo posto è€ ancora viva e nel giro di due giorni la Roma si è€ ripresa la posizione di favorita. La missione, però€, non è€ compiuta e andrà€ portata a casa nelle prossime, durissime tre partite. Quanto piacerebbe a Spalletti giocarne altre come ieri, dove l’unico problema è€ non farsi prendere dalla frenesia con tutto quello spazio davanti in cui gettarsi. La Roma entra in campo con la voglia di chiuderla in fretta e dopo due minuti sfrutta il primo varco nella difesa pescarese con un gran gol di Salah, annullato però€ causa fuorigioco millimetrico che al replay pare non esserci. El Shaarawy ne sbaglia due subito dopo, Dzeko un altro paio, poi tocca a Strootman. Immancabile arriva anche il «legno»: Nainggolan colpisce la traversa e allunga a 19 la serie maledetta. In venti minuti i gol mancati sono già€ sette.

Inevitabile che il Pescara a quel punto prenda un po’ di coraggio e costruisca un’occasione dall’altra parte, sciupata da Bahebeck. Quando l’intervallo incombe, la Roma accelera e nel giro di due minuti piazza la doppietta. Paredes illumina con un gran lancio per El Shaarawy che consegna il pallone del vantaggio a Strootman. Palla al centro ed è€ Salah a partire per l’ennesima volta sulla destra, cross non impeccabile per Dzeko bravo a controllare e servire all’indietro Nainggolan. Il belga, capitano di serata, entra in doppia cifra in campionato nel giorno delle 250 presenze in serie A e il 2-0 della prima frazione sta comunque stretto ai giallorossi.

Ci pensa Salah ad aumentare subito il bottino a inizio ripresa, con un bel sinistro a giro. Poi inizia un’altra partita: quella per far segnare Dzeko e regalargli l’allungo nella classifica cannonieri. Salah rinuncia alla doppietta ma il bosniaco non riesce a finalizzare il suo assist generoso e ci riprova poco dopo con un sinistro terminato a lato di un soffio. Il poker arriva ma lo firma Salah nell’ennesima ripartenza, ancora su passaggio di un El Shaarawy in gran spolvero. Spalletti a quel punto richiama in panchina Dzeko, che la prende malissimo e manda a quel paese l’allenatore. L’unica macchia, francamente evitabile, in una serata positiva. Il tecnico non ha capito il momento del giocatore, molto interessato al suo obiettivo personale, il bosniaco poteva però€ tenersi dentro la rabbia, ricordandosi che la squadra conta sempre più€ del singolo. E invece, per la prima volta da quando veste giallorosso, si è€ mostrato egoista. Succede. Serve solo per le statistiche della serie A il gol finale di Benali: è€ il 48° della giornata, mai così€ tanti nella storia. C’erano una volta le difese all’italiana.

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