Corriere dello Sport (R.Maida) – Nella sua solita arringa contro la stampa brutta e cattiva, Luciano Spalletti ha chiamato in causa due volte Luis Enrique. Una volontariamente, citandolo tra gli allenatori che sono stati «massacrati qui e hanno vinto altrove». Una involontariamente e provocatoriamente, dicendosi disposto a firmare un rinnovo contrattuale di cinque anni. Luis Enrique fece un annuncio simile il 9 marzo del 2012, alla vigilia di Palermo-Roma (poi vinta 1-0 con gol di Borini): «Resto almeno fino alla scadenza del contratto. Ma forse dovrete sopportarmi altri 4-5 anni» tuonò davanti ai cronisti, che si permettevano di sottolineare un percorso non proprio virtuoso della sua squadra. Ricordiamo tutti come è andata: Luis Enrique si dimise appena due mesi dopo, alla fine del suo primo campionato italiano. E’ opportuno quindi considerare anche un’ipotesi analoga legata a Spalletti, che rispetto al collega avrebbe anche la libertà di lasciare la Roma senza dover stracciare alcun contratto.
REAZIONI – Come si regolerà la Roma davanti all’incertezza sulla guida tecnica? Per il momento bisogna registrare con attenzione il concetto espresso alla festa di Natale dal nuovo amministratore delegato, Umberto Gandini: «Decide Spalletti se firmare il rinnovo». Appare chiara dunque la posizione della società: Luciano, noi vorremmo continuare con te e aspettiamo che tu ci dia una risposta. Resta da capire quanto possa durare l’attesa, dal momento che la programmazione per la stagione 2016/17, per il mercato e la logistica dell’estate, non può prescindere dal parere, se non dall’ispirazione, dell’allenatore che verrà. La sensazione è che entro un paio di mesi lo scenario verrà delineato in maniera nitida.
OPZIONI – Se Spalletti molla, come già ha fatto improvvisamente dopo un Roma-Juventus dell’agosto 2009, avviando senza saperlo la rimonta-scudetto firmata da Claudio Ranieri (altro tecnico citato ieri come esempio di vincitore lontano da Roma), cominceranno le consultazioni sull’asse Boston-Londra-Roma. Franco Baldini, consulente personale del presidente, in questo periodo è in Sudafrica per motivi personali, ma continua a lavorare per Pallotta sulle scelte strategiche: non è un caso che poche settimane fa, su mandato della Roma, abbia incontrato il ds Monchi all’Emirates Stadium in occasione di Arsenal-Psg. Ed è presumibile che l’eventuale successore di Spalletti venga indicato dal direttore sportivo, che sia Massara o un altro professionista, con i suggerimenti di Baldini. Il profilo internazionale preferito sarebbe Unai Emery, che non sta passando un grande periodo proprio al Psg ed è un pallino sia di Baldini che di Monchi. In Italia invece è sempre vivo l’interesse per Eusebio Di Francesco. Più difficile un ritorno di Vincenzo Montella, almeno in tempi brevi, nonostante la recente investitura pubblica. Di Spalletti, naturalmente