La Figc su Lotito: «Violata la lealtà sportiva»

Il Messaggero (S.Menafra) – Non si fermerà alla ridda delle polemiche la vicenda dell’audio del presidente della Lazio, Claudio Lotito, che confida al telefono «famo sta sceneggiata» mentre rientra a Roma per portare una corona di fiori al Tempio maggiore (dopo gli adesivi dei tifosi laziali con Anna Frank in maglia «giallorossa»). La procura federale ha avviato un ulteriore fascicolo di indagine dedicato esclusivamente a questa vicenda che procederà autonomamente, rispetto alle contestazioni legate a quanto accaduto domenica all’Olimpico. Su quei fatti, condannati anche del presidente Mattarella, c’è aria di sanzioni esemplari. Lo stesso Lotito ha ricevuto un’accusa specifica di «violazione della lealtà sportiva», mentre il procuratore federale Giuseppe Pecoraro ha confermato che la squadra è accusata di «responsabilità per i comportamenti discriminatori». L’aria cupa di questi giorni sembra presagire che la pena proposta sarà molto pesante. Le ipotesi vanno da due o tre partite a porte chiuse ad una lunghissima sospensione di entrambe le curve laziali (compreso il settore in Sud) o, persino, allo spostamento di una o più partite a stadio vuoto in campo «neutro». Nel frattempo, la procura ordinaria ha chiuso il cerchio sul numero degli autori del gesto di domenica scorsa, in tutto 12 di cui 6 degli Irriducibili e 2 considerati attivisti di estrema destra, frequentatori abituali delle iniziative di Casapound. Dovranno rispondere tutti di istigazione all’odio razziale.

L’ACCUSA A LOTITO – Difficile tenere fuori dalle ipotesi di intervento federale lo stesso Claudio Lotito. Alla procura federale proprio non è andato giù lo stratagemma con cui il presidente della Lazio ha di fatto aggirato la sanzione che aveva chiuso la curva Nord. Secondo gli investigatori del calcio, l’escamotage che permetteva agli abbonati di aggirare il divieto di comprare altri biglietti e gli consentiva, tra l’altro, di arrivare proprio alla Sud, sarebbe stato «sleale», perché sottraeva i tifosi alla punizione fissata dalla Figc per i cori razzisti contro il Sassuolo. Impossibile, dunque, non mettere sotto accusa proprio il presidente Lotito che ora rischia d essere sospeso dalle funzioni di presidente per alcuni mesi, oltre ad una multa di 50mila euro. Il deferimento dovrebbe arrivare entro giovedì prossimo, giorno in cui scadrà anche la possibilità di patteggiare. Il presidente della Lazio, però, per il momento è intenzionato a difendersi, sollevando precedenti in cui altre squadre hanno dovuto risarcire proprio gli abbonati per le partite giocate a porte chiuse. Sulla frase «famo sta sceneggiata», non ha ancora dato una spiegazione definitiva. Ieri Il Tempo aveva accreditato una ricostruzione stando alla quale il suo interlocutore era proprio un esponente della comunità ebraica, il presidente del Maccabi Roma, Vittorio Pavoncello. Che però smentisce: «Il presidente Lotito nelle chiamate che ha fatto a me la sera del 24 ottobre non ha mai pronunciato il termine “sceneggiata”», ha detto. Soprattutto la punizione per la squadra rischia di essere estremamente dura. In Figc si parla di sanzioni esemplari che potrebbero mettere a rischio già il derby di metà novembre e portare a mesi di partite a curve vuote. Almeno fino al 2018.

GLI INDAGATI – Nel frattempo, procede piuttosto velocemente anche l’indagine sugli ultras che avrebbero imbrattato lo stadio con il fotomontaggio di Anna Frank. E punta ad una responsabilità precisa di persone adulte, vicine alla leadership degli Irriducibili. Due dei sei considerati tifosi organici al gruppo storico della curva laziale, sarebbero legati direttamente a Fabrizio Piscitelli Diabolik, carismatico capo della tifoseria. Hanno uno 43 e l’altro 53 anni, entrambi «pluridaspati» con lunghi allontanamenti dallo stadio. Anche la vicinanza alla destra sarebbe più che episodica: due degli indagati sarebbero militanti o frequentatori abituali delle iniziative di Casapound.

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