Juan Jesus: “Con la fiducia che ho adesso posso aiutare la Roma. Dobbiamo dimostrare che siamo grandi e possiamo vincere con tutti” – VIDEO

Juan Jesus, difensore della Roma, è intervenuto attraverso i canali social della società giallorossa e ha risposto alle domande di alcuni tifosi tramite l’hashtag #AskJesus. Queste le sue parole:

Perché hai cambiato numero di maglia dal 3 al 5?
Ho sempre giocato con il 5 io, anche quando ero all’Inter, lo scorso anno c’era Paredes che mi chiese il 5, e accettai perché non mi cambiava tanto, così scelsi il 3. Ora però ho ripreso il 5 di Falcao che è molto importante. Abbiamo cominciato bene e speriamo di finire il 2017 bene e ricominciare il 2018 ancora meglio.

Vi sentite più forti dopo il Chelsea?
Noi stiamo cercando di fare del nostro meglio. Abbiamo dimostrato le nostre qualità anche in campionato come nella partita contro la Fiorentina che è stata difficile e abbiamo portato 3 punti a casa comunque. Dobbiamo fare sempre meglio sia in campionato che in Champions: noi siamo la Roma e dobbiamo dimostrare che siamo una grande squadra e possiamo battere chiunque.

Come ragioni in campo quando sei sotto di due gol come in occasione della gara a Londra?
Era difficile e andando subito sotto era diventata dura. Si pensa a non prendere più gol, dopo lo svantaggio siamo ripartiti subito e si deve dimostrare la mentalità vincente come quella allo Stamford Brige che ci ha fatto pareggiare la partita, era stata come una vittoria dimostrando il nostro valore.

Quale mestiere avresti fatto se non avessi fatto il calciatore?
Mi è sempre piaciuto il calcio perché fin da piccolo vedevo mio fratello giocare. Era un centrocampista, poi è diventato ingegnere, era troppo intelligente, non che noi siamo scemi perché calciatori, ma lui era troppo intelligente. Sono cresciuto sempre col pallone, è difficile pensare a un altro mestiere ma forse il macellaio.

Il rapporto con Alisson?
Ci conosciamo da quando abbiamo 14 anni, siamo cresciuti nell’Internacional assieme e anche le nostre mogli sono amiche, i nostri figli hanno un mese e hanno vissuto la gravidanza assieme e anche questo è bello, ma tutto il gruppo è unito e mi trovo bene con tutti. I ragazzi sono fanstastici, io non ho mai avuto un gruppo così bello nel quale tutti si aiutano e tutti sono bravi. Gerson? Sì è andato alla grande, noi gli avevamo detto che avrebbe segnato e quindi è venuto subito incontro a noi a Firenze.

Chi è il compagno più divertente?
Ci sono tanti ragazzi. Kolarov (ride ndr). De Rossi scherza sempre nello spogliatoio, poi Florenzi, Radja e Bruno Peres, in tanti vogliono scherzare e ridere un po’.

Che rapporto hai con Kolarov?
Lui è serio, ma è il suo carattere. E’ una grande persona e un grande professionista. Non devono avere paura perché mica spara colpi. In campo mi aiuta, è un giocatore troppo forte. Fa solo piacere, è uno che spinge, difende e segna su punizione e ci fa vincere partite. Se sbagli mezza cosa si incazza, ma va bene.

L’aspetto più positivo del lavoro di Di Francesco?
Il lavorare come squadra corta. Possiamo arrivare da tutte le parti in questo modo, è questa la differenza. Il fuorigioco lo facciamo perché siamo corti ed i centrocampisti aiutano gli attaccanti. Il fuorigioco lo facciamo bene poi, se no dobbiamo fare sempre tanti metri a scappare indietro e non va bene.

Che rapporto hai con El Shaarawy?
Lo conosco da Milano, abbiamo giocato contro alcuni derby. Parla poco, è un grande calciatore e un ragazzo fantastico. Siamo tutti bravi ragazzi ed ecco.

Il momento più bello da quando sei a Roma?
La prima di campionato contro l’Atalanta di quest’anno. Ho dato una risposta a tutti sul perché sono a Roma e perché ho scelto di venire qua. Ho dimostrato quello che valgo ed è stato perfetto, sono riuscito a fare quello che volevo nella partita. Ora hanno un po’ più di rispetto, ho risposto a tutti così. Ho finito la stagione scorsa molto bene, poi ho iniziato così come ho finito. Possono darmi più fiducia perché così posso aiutare la Roma.

Che idea avevi della Roma quando eri all’Inter?
E’ sempre stata una squadra tosta. E’ sempre arrivata prima dell’Inter da quando sono arrivato in Italia. Giocare contro Lamela, Osvaldo, Totti era difficile, erano attaccanti forti. E’ sempre stata una grande squadra.

Chi ti ha messo più in difficoltà nelle partite da avversario?
Totti. Non sai mai che fa. Se accorci la dà di prima, se aspetti lancia avanti per Gervinho, era difficile.

Che ti piace di Roma?
Il cibo, cacio e pepe, carbonara (ride ndr). Scherzo, anche i monumenti sono bellissimi. Ho visto spesso Roma da turista quando vivevo a Milano. Ora li vedo più dal finestrino della macchina mentre passo.

Quanto ti piace utilizzare i social?
E’ importante, devi avere una buona immagine anche per difenderti da qualcosa. Nel 2017 la tecnologia va a mille, oggi il mondo è così, anche per i bambini. Prima nessuno aveva il telefono, ora fai un video e sei online. Non va usato troppo, ma se sei preciso e sai usarli va bene. Ora lo uso un po’ meno perché col bambino gioco sempre con lui.

Hai risposto a molti haters…
Noi dobbiamo rispettare tutti e mandare dei messaggi, non possiamo nel 2017 avere insulti razzisti o cose simili. Ognuno pensa come vuole e si devono rispettare i gusti di tutti, ma deve essere nel giusto e così va bene.

Prendi in giro Alisson…
Lui dorme sempre (ride ndr), è troppo facile! Sale sull’aereo e dopo 5 minuti dorme.

Sai cucinare?
So fare i dolci, so cucinare qualcosa ma non è la mia passione, ma preferisco fare i dolci. Non posso dire quali se no il mister si arrabbia.

Il tuo piatto preferito?
I ravioli di un ristorante particolare a Roma. E’ speciale perché lo fanno in un modo strano, sembra semplice ma non lo è.

Dolce o salato?
Mangio tutto, non cambia niente (ride ndr).

I tuoi tre film preferiti?
Avengers 2, Iron Man e Batman vs Superman. Ho una collezione di supereroi, mi piacciono.

Tre videogiochi preferiti?
Fifa, Rainbow Six e Gran Turismo. Sono troppo forte a Raimbow, non riesco a giocare ad altro, è online ed è divertente. Anche Alisson ha iniziato a giocare, è bravo anche lui. Lui è bravo solo uno contro uno.

Che emozioni provi quando entri in campo?
Per me l’emozione c’è stata alla prima in Champions League contro l’Atletico Madrid. Era un sogno fin da bambino e lo stavo realizzando, sono arrivato dove tutti desiderano ed è stato indimenticabile. Ogni partita serve l’emozione, ma anche la concentrazione e la consapevolezza che è il tuo lavoro, sei lì perché devi farlo. Come un soldato che va in guerra, io devo difendere.

Ti piaceva la scuola?
Si perché sennò i miei genitori strillavano. Siamo stati tutti bravi ed abbiamo finito quello che dovevamo finire. La geografia era la mia materia preferita, forse era più facile con gli stati e i paesi.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti