Alberto De Rossi: “Con la Primavera nasce lo stile Roma”

La formazione Primavera della Roma da sempre rappresenta il fiore all’occhiello del club giallorosso. Tra campioni portati in prima squadra, e trofei custoditi in bacheca, il settore giovanile di casa al Fulvio Bernardini regala costantemente a dirigenti e tifosi della Roma grandi soddisfazioni. L’ultima, in ordine di tempo, è arrivata mercoledì pomeriggio, con i ragazzi di mister De Rossi capaci di imporsi 6-1 sul Milan nella semifinale di andata della Coppa Italia. Di seguito, ecco l’intervista integrale, rilasciata all’emittente TeleRadioStereo, del tecnico della Primavera Alberto De Rossi:

Complimenti per quello che sta facendo alla Roma Primavera. Cosa dice ad un ragazzo nuovo che entra nello spogliatoio della Roma?
“Sicuramente il comportamento, il rispetto per le regole e avversari e l’umiltà. Una cosa su tutti e che loro si devono divertire”

Nel momento in cui un ragazzo passa in prima squadra ha più rammarico o soddisfazione?
“Soddisfazione. E’ come aver vinto al Superenalotto ma senza poi aver vinto nulla. C’è la soddisfazione di aver dato un piccolo contributo. Oltra alla soddisfazione professionale c’è quella personale”.

Cosa può dirci di Nego?
“E’ un ragazzo appena arrivato e risponde completamente ai concetti di un calcio moderno. E’ un terzino che con leggerezza, tecnica e personalità si propone in avanti con maniera incredibile”. Nico López: c’è grande attesa su di lui.. “Bisogna attenderlo. E’ giovane ed è venuto a Roma con tanti titoloni. Ha cambiato tutto nella sua vita e noi lavoriamo soprattutto sull’inserimento del ragazzo. E’ un sinistro naturale ma ancora si deve completare”.

Quanto è difficile per un ragazzo che ha assaggiato la prima squadra. Quanto è difficile gestirlo psicologicamente?
Ogni soggetto risponde diversamente. E’ chiaro che poi entriamo noi dello staff. Hanno un momento di sbandamento. La prima squadra per loro diventa un punto di riferimento ed è normale che poi hanno problemi. Ma sono cose normali”.

Il procuratore in questi casi quanto influisce?
“E’ delicato come discorso. Ci sono dei procuratori che seguono il calciatore in maniera positiva e chi invece pensa più al profitto, anche se quest’ultimi sono pochi. Il rapporto con il procuratore è fondamentale. Deve intervenire, calmare e a volte accellerare le situazioni”.

Che rapporto ha con Luis Enrique? Lei sta tenendo il conto di quanti calciatori ha lanciato?
“No, onestamente non tengo un conto. Faccio sempre un discorso di staff. Loro mi aiutano tantissimo. Il nostro obiettivo è lanciare questi ragazzi.  Con Luis Enrique il nostro rapporto sta entrando nel vivo. Loro hanno visionato ben 6 partite della Primavera dello scorso anno. Non ci hanno chiesto di cambiare il gioco. E’ molto umile, aperto e diretto. Siamo contenti che Luis Enrique sia qui. Loro ritengono il settore giovanile come linfa vitale della società”.

Come mai gioca con il 4-2-3-1?
“Bisogna rispettare le caratteristiche dei giovani. Un allenatore del settore giovanile si deve mettere al servizio dei ragazzi e non il contrario. Abbiamo determinati giocatori che se li sposti smettono di esistere”.

Ma ieri Viviani che spinta gli ha dato?
“Ve ne racconto una. Lo scorso anno Mladen, ragazzo timido, a fine del derby di ritorno di Coppa Italia, mi ruppe una costola”.

In questi anni state vincendo partite con risultati roboanti. Sembra una squadra nettamente più forte?
“E’ una squadra diversa rispetto lo scorso anno. Eravamo più concreti e stavamo meglio in campo. Quest’anno c’è qualità in tutti i reparti. E’ questa la differenza”.

Ci sono tutti i presupposti per la nascita di uno ‘stile Roma’…
“Sottoscrivo” 

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