Il pianista ora è diventato un direttore d’orchestra

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Il Messaggero (A. Angeloni) – Un primo tempo sontuoso, un secondo mezzo e mezzo, ma bene comunque, anche se c’era da usare più il bastone che non il fioretto. Miralem Pjanic ha ingranato la marcia. Definitivamente, pare. Le sensazioni erano positive fin da subito. Concreto e difficilmente sotto tono. Ha fatto il regista avanzato, il trequartista, a Palermo si è piazzato al fianco di Nainggolan davanti alla difesa, distribuendo palloni a destra e sinistra, cucendo il gioco e dandogli quel tocco d’arte. Un Pjanic mai visto. Da cinque anni in Italia, è l’unico giocatore resistito alle burrasche degli ultimi anni: lui e Sabatini i soli rappresentanti rimasti dell’èra a stelle e strisce, in continua mutazione. Un Pjanic mai visto per gol e assist. Sono tre le reti segnate finora, sempre decisivo: l’uno a zero con la Juve (punizione), il due a zero con il Carpi (sempre punizione) e ancora sua la firma sul gol che ha aperto la giostra del poker del Barbera. In più, tre assist, compreso quello a Florenzi (seppur involontario) nell’azione che ha portato la Roma al raddoppio con i rosanero. Uno score non da uomo qualunque. Ora è un leader. Finalmente. La metamorfosi del pianista che diventa direttore d’orchestra. Quello di Palermo è il ventesimo gol con la maglia della Roma, su 132 presenze.

MIRE DIXIT – Alla fine, Mire è esaltato. «Questa partita la dovevamo chiudere con quattro o cinque gol di scarto, peccato per le due reti incassate ma alla fine è stata una grande Roma». Grande Roma nel primo tempo, meno nella ripresa. «Se la squadra è organizzata possiamo creare problemi a tutti». L’Inter ha pareggiato, la Roma avanza. «Il campionato è ancora lungo. Ci sono tante partite da giocare e ricordiamoci che, negli anni passati, abbiamo cominciato bene ma non siamo riusciti a vincere. La squadra ha dimostrato di avere la mentalità giusta, a parte Borisov. A Palermo abbiamo mostrato un bel calcio, giocando con un modulo diverso dal solito. Io sono fiducioso per il futuro».

STUPIDO E’, CHI.. – Mire deve ringraziare anche Florenzi per l’assist. «Bisogna essere più continui», osserva. «Se molliamo siamo degli stupidi».

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