Il paradosso di Di Francesco: giocarsi il posto contro i più forti d’Europa

Di Francesco cammina spedito e dichiara: “Ho sempre sentito da parte della società grande fiducia“. Come riporta Il Messaggero non si sente in bilico, ma sa che in realtà il suo destino è appeso ai risultati e sa che con un doppio capitombolo il suo futuro potrebbe essere segnato. La qualificazione agli ottavi di Champions gli regalerebbe ossigeno vitale. Quella frase detta dal mister significa che nel club l’hanno messo in discussione, in primis Monchi. E’ impensabile che nessuno a Trigoria si sia interrogato sul suo operato perché lo impone la logica. Di Francesco continua a battere più su tasti mentali che tecnici come la cattiveria, la determinazione che non ci sono: “E che non si comprano al supermercato. L’allenatore è lo stesso che ha portato la squadra ad essere sempre aggressiva, ma la cattiveria è qualcosa di astratto. Se calci in porta ridendo non fai gol. La determinazione è qualcosa che si può allenare: vuol dire che l’allenatore deve raddoppiare il suo lavoro. Ma personalmente mi faccio un esame di coscienza ogni giorno“. Kolarov spiega così la partita di Udine: “La voglia di vincere non è mai mancata, nemmeno agli altri. Ci può stare di perdere una partita o due, ma nessuno gioca per perdere“.

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