Il no della città. E ora la tregua Edin-Fonseca

La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Mancavano le condizioni economiche, è vero. Ma mancava anche il consenso popolare. E in una città come Roma non è proprio un aspetto secondario, anzi. Così, dal momento in cui si è iniziata a diffondere la notizia del possibile scambio DzekoSanchez, la tifoseria giallorossa è andata in subbuglio. Esattamente come quando ieri hanno iniziato a girare i video di Allegri e Pinto che a Milano lasciavano lo stesso albergo, a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro. 

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Una sinusoide di emozioni che si è sviluppata tra social e radio private, passando dai picchi al ribasso per l’eventuale scambio tra i due attaccanti a quelli altissimi per l’idea di avere presto un allenatore del valore di Massimiliano Allegri sulla panchina giallorossa.

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È chiaro, però, che anche essendo temporaneamente di “casa” a Milano, a Tiago Pinto fosse arrivato il malumore della piazza per l’eventuale addio di Dzeko. Che poi non era neanche questo il problema, nel senso che in molti si sono abituati al possibile addio del centravanti bosniaco. Quel che tornava era lo scambio con un giocatore come Sanchez. Una mossa senza conveniente economica, ma anche senza una logica tecnica. Non fosse altro perché Sanchez è più trequartista che centravanti, è più seconda punta che non prima.

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La domanda in casa ora diventa un’altra. Se Dzeko, come sembra, alla fine dovesse restare a Trigoria, come sarà possibile ricomporre la frattura con Paulo Fonseca? Non è facile, anche perché tra Edin e l’allenatore portoghese di chiarimenti ce ne sono già stati un paio nel corso dei mesi scorsi, con l’intermediazione della società. Mai però si era arrivati al “o io o lui”, che poi è di fatto la situazione attuale. Lo strappo è stato forte e lo dimostra anche il fatto che anche contro il Verona, Dzeko non sarà convocato. Come contro lo Spezia resterà in tribuna. Il pericolo è che sia una cosa che possa succedere spesso in futuro, magari alla tribuna si sostituirà la panchina. Ma per il bene della Roma sarebbe importante che non succedesse.

 

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