Il giro d’Europa tra fiere e canti

Giacomo Losi Coppa Fiere

Il Messaggero (P.Mei) – L’Europa aveva una gran voglia di rinascere alla metà del secolo scorso. Gli Anni Cinquanta, se non furono quelli del boom che sarebbe venuto poi anche al traino, in Italia, dei Giochi Olimpici, erano tuttavia anni di fermento: gli anni delle Fiere Campionarie. Ce n’erano un po’ dovunque, grandi e piccole, templi dell’innovazione e del commercio che andava riprendendosi e, prima in piccola e poi in sempre più grande misura, internazionalizzandosi, fino alla globalizzazione in attesa degli Alieni. Le Fiere avevano perfino un legame per dir così originario con lo sport: non è un caso se i secondi Giochi del Rinascimento Olimpico, quelli di Parigi ‘900, si siano tenuti in occasione di un’Esposizione Universale e se uguale associazione abbiano avuto le Olimpiadi di St Louis 1904.

SVOLTA CONTINENTALE – Così a metà degli Anni Cinquanta i dirigenti del calcio europeo inventarono uno strumento che avrebbe fatto da ulteriore cassa di risonanza alle Fiere Campionarie ed a sua volta ne avrebbe tratto i vantaggi del turismo. Il low cost era di là da venire, ma l’incontro e lo scambio delle culture e delle Nazioni che fino a dieci anni prima si erano combattute con ferocia fu guardato come una possibilità: il calcio sarebbe stato un ottimo testimonial per la vicenda. Nacque, in questo quadro di ideali e di affari, la Coppa delle Fiere, un torneo che riuniva, una per città perfino con formazioni miste fra le compagini concittadine, le squadre residenti in un territorio che proponesse una Fiera: fu l’antenata della Coppa Uefa, che sarebbe nata di lì a qualche anno, sganciandosi dalle Fiere e forse facendosi un po’ Fiera. Di questa Coppa delle Fiere, e dunque della Coppa Uefa, la Roma vinse un’edizione, in una finale andata e ritorno a cavallo fra il settembre e l’ottobre 1961, il ritorno a Roma l’11 ottobre. Fu quel giorno che, con una vittoria per 2 a 0 dopo il pari 2 a 2 dell’andata, la Roma sconfisse la rappresentativa inglese di Birmingham e capitan Losi potè alzare l’unico trofeo internazionale (finora) vinto dalla Roma. L’ultima edizione della Coppa delle Fiere, che avrebbe lasciato il campo alla Coppa Uefa poi a sua volta trasformata nell’attuale Europa League, si disputò 10 anni dopo il successo giallorosso fra il Barcellona vincitore della prima edizione e il Leeds dell’ultima, in palio l’assegnazione definitiva del trofeo, che adesso è al Camp Nou. La Coppa Uefa era molto più impegnativa, specie quando i campioni e solo loro facevano la Champions e i vincitori di Coppa disputavano il torneo omonimo. La Roma ha avuto una bella serie di presenze in Coppa Uefa: tralasciando le 7 volte della Coppa delle Fiere, la squadra giallorossa è stata 12 volte in Coppa Uefa e quattro, con questa, in Europa League.

VOLA TEDESCO VOLA – E’ in Coppa Uefa che la Roma ha conosciuto la più squillante delle sue vittorie internazionali: 7 a 0 contro il Vitoria Setubal il 16 settembre 1999. Per chi volesse rivivere questa musica, ecco le sette note di quella sinfonia giallorossa: 12′ Aldair, 14′ Montella, 16′ Alenichev, 40′ Assunçao, 54′ Alenichev, 73′ Delvecchio, 76′ Alenichev. Musica: la musica e la Roma d’Europa s’intersecano. L’anno in cui i giallorossi andarono in finale Uefa, 1991, fu l’anno del Vola, tedesco vola, sotto la Curva vola, la Curva s’innamora, tedesco vola, che era il rifacimento di La notte vola di Lorella Cuccarini. Il tedesco in questione era Rudi Voeller. Quella finale in due rate, andata e ritorno, la Roma la giocò contro l’Inter e la perse praticamente al primo round, match contestatissimo per qualcuna delle tante (troppe?) sviste (superviste?) arbitrali. Vinse a Roma, ma non bastò e uscì triste dall’Olimpico un ragazzo di 15 che faceva il raccattapalle. Qualcuno lo consolò: Checco, ti rifarai. S’è rifatto con una vita in giallorosso, Francesco Totti, pure se proprio in un match europeo l’abbiamo visto sostituito da Okaka. E passò lo Slovan Bratislava.

JINGLE MONDIALE – Musica: la Roma d’Europa ha preso andando in giro per la Uefa quel pò-popopo-pò, il Seven Nations Army che poi rilanciò dall’Olimpico nel 2006 fino a conquistare il mondiale tedesco e perfino ancora, dieci anni dopo, Nico Rosberg e la Formula Uno. Accadde a Bruges: i tifosi belgi l’intonarono al gol loro, ma quelli della Roma ne presero il possesso alla risposta vincente romanista. Il la lo dette Perrotta.

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