Ginocchia d’Olanda, che guaio

Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – In principio, più o meno, c’è stato Marco Van Basten, che nella vita da calciatore ebbe due squadre, L’Ajax e il Milan, e con il Milan ebbe tutto, trionfò, cadde, risorse e cadde di nuovo. Prima e dopo le caviglie, in mezzo il ginocchio. Poi venne Ronaldo, Luis Nazario de Lima, che olandese non era bensì brasiliano ma veniva dal Psv di Eindhoven ed era anche passato un anno da Barcellona esibendosi come il fenomeno da calcio globale che era ma senza farsi alcun male. Per quello aspettò di arrivare all’Inter e di rompersi due volte un tendine. Così cominciarono a chiamarla la sindrome olandese, che oggi concentra le sue furie essenzialmente sui legamenti crociati. La sindrome del crociato olandese da noi ha preso piede, e c’entra marginalmente l’anno essenzialmente completo di stop che ha diviso in due nella stagione 2013-14 la seconda parte della carriera dell’ex milanista Jan Huntelaar, mentre giocava in Germania, nello Schalke.

LA LISTA NERA – Rick Karsdorp ha recenti, disgraziati e prestigiosi predecessori, gente che non ha sopportato il passaggio dal frenetico ma sereno calcio olandese al furore professionale del nostro. Kevin Strootman con la Roma ha avuto anche la malasorte di andare incontro a una complicanza dell’intervento e si è trovato ad aver bisogno di tre operazioni, l’ultima a opera di Pier Paolo Mariani. Stefan De Vrij si è salvato dalla sindrome del crociato, non da quella olandese: quasi un anno fuori tra il 2015 e il 2016 perché la cartilagine del ginocchio sinistro se n’era andata senza salutare. Ricardo Kishna, tornato al Den Haag, è alle prese adesso con il crociato, però il ginocchio gli fece già saltare dodici partite con la Lazio. Arkadiusz Milik, polacco del Napoli sbocciato nell’Ajax, anche: quello sinistro dopo aver dovuto combattere con il destro. Vere spiegazioni scientifiche al momento non ne esistono. Dalle nostre parti, appunto, si usa assegnare la colpa alla troppo diversa intensità degli allenamenti tra quaggiù, elevata, e lassù, molto più rilassata. Ma questo varrebbe anche per tante altre scuole.

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