La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Carlos Freitas è uno che Sergio Oliveira lo conosce bene, non solo perché sono entrambi portoghesi. Proprio come conosce bene il nostro calcio, essendo stato d.s. della Fiorentina dal 2016 al 2019.
Freitas, che giocatore arriva alla Roma?
A cosa si riferisce?
È un giocatore che sa gestire la pressione, cosa molto importante in una piazza come Roma. Per giocare in un ambiente caldo non si può essere dei bambini. E può portare l’abitudine a vincere e la rabbia di non vincere, perché al Porto è così, sei sempre costretto a vincere anche le amichevoli.
È più adatto ad un centrocampo a due o a tre?
A due è il secondo uomo, non quello che va. A tre una mezzala, bravo nel calcio corto e in quello lungo. Non ha la fantasia di Pastore, ma la personalità per giocare in ogni situazione: costruisce, aiuta, si propone sempre.
Come mai al Porto quest’anno giocava poco?
Nella scorsa stagione ha riconquistato la nazionale, poi il mancato passaggio alla Fiorentina gli ha fatto perdere concentrazione. Conceiçao poi è un allenatore molto esigente e nel frattempo si è imposto Vitinha, un giovane molto valido.
Lei a giugno pagherebbe 13 milioni per averlo?
È un investimento sportivo, non per fare plusvalenza. Se fossi al Sassuolo non li pagherei, alla Roma sì. Per vincere serve gente matura.