Flaminio e Tor Vergata, il gioco degli stadi impossibili

La Repubblica (P.Boccacci) – Un risiko urbanistico, una specie di roulette russa sulla città. Questa storia dello stadio della Roma rischia di provocare un altro tsunami, dopo il naufragio del progetto di Tor di Valle. L’alternativa atterrerà sul Flaminio, per soli trentamila spettatori, invocando le nuove regole stabilite dal governo per la ristrutturazione dei vecchi stadi? Il Decreto Semplificazione approvato a Luglio consente di intervenire sugli stadi vincolati, ma poi dove costruire parcheggi, uffici, spazi per il merchandising? Intanto il risiko sta già spedendo le sue truppe su un altro quadrante, la distesa sterminata di prato di proprietà dell’università dove il papa accolse i giovani al Giubileo del Duemila. Da una parte la Vela di Calatrava, dinosauro morente, rimasta incompiuta, un’altra Waterloo urbanistica di Roma. Il gruppo Caltagirone aspetta 25 milioni di buonuscita per tirarsi fuori dalla Convenzione firmata con l’Università vent’anni fa.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti